Trebisacce-05/11/2017:LO STILE DELLA SUPREMA POLARITA’
LO STILE DELLA SUPREMA POLARITA’
“A cosa assomiglia il Taiji Quan? Praticare Taiji significa godersi un pacifico riposo. Praticare Taiji è come sperimentare la sensazione del caldo scorrere del Qi senza nessuna ostruzione in tutti i Meridiani. Praticare Taiji è come bilanciare lo Yin e lo Yang. Praticare Taiji è come nuotare nell’aria. Praticare Taiji è come una forma in movimento dello “stare in piedi”. Praticare Taiji è come usare il corpo per disegnare meravigliosi diagrammi del Taiji. Praticare Taiji è come accogliere il Nuovo ed espellere il Vecchio. Praticare Taiji è totale rilassamento del corpo e della mente. Praticare Taiji è come riparare e curare la mente, il corpo e lo spirito. Praticare Taiji è come prendersi cura del corpo con la vastità e accogliere il Qi dell’Universo. Praticare Taiji è come raggiungere l’ultima unificazione del Cielo, della Terra e della Luna” (Gran Maestro Feng Zhiqiang)
Questo nostro scritto desidera essere un umile omaggio ad una persona straordinaria, in possesso di quelle qualità umane che, ormai, sembra si siano perdute a causa della frenetica corsa verso il benessere a tutti i costi.
Nel variegato mondo delle discipline marziali vi sono innumerevoli pseudo maestri che, magari, dopo qualche lezione si autoproclamano esperti di questo o quell’altro stile, illudendosi e illudendo gli altri di possedere chissà quali grandi potenzialità.
Ebbene, nel panorama marziale nazionale ed internazionale vi è un Vero Maestro di Taiji Quan, una persona che con la sua umiltà e preparazione, nonché con la sua immensa umiltà e sensibilità umana, si è ritagliato un posto preminente tra i possessori di conoscenze davvero rare in questo splendido stile “interno” delle discipline cinesi.
Parliamo del Maestro Giovanni Laperchia, uomo straordinariamente disponibile e serio, che ha fatto del lavoro e della pratica i suoi cavalli di battaglia.
Fondatore della Scuola Kwoon Tao Tai Chi Chuan in quel di Matera, la splendida città dei Sassi, in un paesaggio suggestivo e coinvolgente, trasmette le sue mirabili conoscenze agli appassionati che hanno la fortuna di seguirlo e di immedesimarsi in quelle movenze meravigliose, fatte di sinuosità, scioltezza, armonia, delicatezza di sentimenti.
Fin da giovanissimo dimostra di possedere il classico “fuoco sacro” verso le arti marziali e ciò lo spinge a praticare diverse discipline orientali, fino a quando scopre, nel suo intimo, la sua vera Via, che è quella del Taijiquan. Frequenta per diversi anni una scuola locale, dove apprende un modello di forma che si ispirava allo stile Yang . Ma il desiderio forte di migliorarsi a livello tecnico e spirituale lo porterà a praticare lo Xing Yi e lo stesso Taijiquan con qualificati maestri , fino al fortunato incontro con il Maestro Claudio Mingarini, Direttore Tecnico Nazionale dell’International Yang Family Tai Chi Chuan Association, l’Associazione Internazionale di Taijiquan fondata dalla famiglia Yang.
Divenne allievo diretto del Direttore Tecnico Mingarini, che lo formerà attraverso meticolose lezioni individuali che per anni lo hanno condotto ad affrontare un lungo pellegrinare da Matera a Roma, un pellegrinare che tra molteplici disagi e sacrifici lo ha condotto al raggiungimento dei suoi obiettivi.
La passione che lo anima lo ha portato a partecipare ad innumerevoli seminari sia in Italia che all’estero, per cui affronterà viaggi in Thailandia e Cina, dove studierà con prestigiosi esperti come il Gran Maestro Yang Zhenduo e Jang Yun (Maestro di 6° generazione della famiglia Yang), permettendogli di conseguire l’abilitazione all’insegnamento della disciplina con il riconoscimento del 3° Livello insegnante tecnico, rilasciato dall’International Yang Family Tai Chi Chuan Association e successivamente di Maestro Tai Chi 5° Livello riconosciuto dal CONI e Maestro Tai Chi 5° Livello riconosciuto dalla Federazione MIVASS.
Lo scopo del Maestro Laperchia, la cui dolcezza si riflette anche nell’insegnamento, è quello di trasmettere uno stile improntato sul rispetto dei princìpi tradizionali, un sistema utile per il benessere psicofisico, senza però dimenticare il suo aspetto originario, che è quello marziale vero e proprio, pertanto il suo impegno è proiettato a dare agli allievi quel “quid” per immergersi in un lavoro fatto di emozioni e sentimento.
Concludiamo con uno splendido aforisma: “ Il Taijiquan è meditazione in movimento. La meditazione ci insegna ad ascoltare quell’energia interna che non è stata condizionata dalle regole e dai doveri sociali e ci permette di “essere”, invece di avere continuamente da “fare”.
Un plauso al Maestro Laperchia, che ha portato anche nel profondo Sud una disciplina stupenda, fatta di tradizione e di valori atavici, attraverso cui l’uomo può riscoprire se stesso nel silenzio e nella meditazione.
Un plauso a questa grandissima persona e semper ad maiora.
RAFFAELE BURGO