Trebisacce-29/12/2017: PREGARE CANTANDO (di Raffaele Burgo)
PREGARE CANTANDO
«Cantemus Domino, gloriose enim magnificatus est! Voglio cantare in onore del Signore: perché ha mirabilmente trionfato».
Papa Francesco sostiene che l’arte è un formidabile mezzo per aprire le porte della mente e del cuore al vero significato del Natale. La creatività e la genialità degli artisti, con le loro opere, anche con la musica e il canto, riescono a raggiungere i registri più intimi della coscienza. L’arte entra proprio nell’intimo della coscienza.
Arte è mezzo per aprire cuore e menti al vero significato del Natale.
Questo pensiero del Papa è stato recepito appieno dal Coro Polifonico della Chiesa Cuore Immacolato della Beata Vergine Maria che, in collaborazione con il Coro della Parrocchia Madonna della Pietà di Trebisacce, giorno 28 Dicembre u.s. hanno organizzato la terza edizione del Concerto di Natale, splendido evento che ha messo in risalto, come sempre, la bontà del lavoro svolto e, soprattutto, l’amore che attraverso la musica si eleva a Dio.
Una manifestazione che ha saputo interagire in un lavoro organico con la comunità, nel segno della collaborazione e della fraternità. Una lode a Dio dunque, attraverso la musica, linguaggio universale in grado di suscitare emozioni.
Sotto la sapiente guida della Direttrice, Professoressa Loredana Bastanza che, con grande spirito di abnegazione, ha saputo coniugare maestrìa musicale e sensibilità umana, i cantori sono riusciti a trasmettere ai fedeli presenti delle emozioni davvero molto forti, facendoli immergere in un’atmosfera veramente “intima” con il Signore.
I Sacerdoti don Vincenzo Calvosa, don Nicola Cataldi, don Claudio Bonavita e don Gaetano Santagada, con grandissimo spirito cristiano, hanno portato avanti questa iniziativa, con la consapevolezza che cantare significa far felice Dio e, ne siamo certi, la bontà di questo meraviglioso Concerto, ha permesso tutto ciò.
Quest’anno tutto è stato impreziosito dalla presenza del Maestro Vincenzo Diodati al pianoforte, della flautista Caterina Delia e di don Vincenzo Calvosa al clarinetto.
Graditissima e gratificante la presenza del Vescovo, Monsignor Francesco Savino, che ha avuto parole di elogio per tutti, sottolineando come canto e preghiera siano indissolubilmente legati.
In un crescendo di emozioni, si sono susseguiti i vari canti, intervallati dagli splendidi “passi” letti con la solita bravura da Giuseppe De Vita e Mariella Ardis, che hanno coinvolto emotivamente, ancora di più, tutti i presenti.
Il programma è iniziato con “Il senso del Natale” di don Andrea Gallo per proseguire con “Tui amoris ignem” dai Canoni di Taizé, “Vi manderò lo Spirito” di don Giorgio Mazzanti, “Pacem in terris” di don Marco Frisina, “Si compie in me la lunga attesa” di don Giorgio Mazzanti, “Magnificat” di don Marco Frisina, “Stringo tra sorprese mani “di don Giorgio Mazzanti, “Vergine Madre” dal XXXIII canto del Paradiso di don Marco Frisina, “What Child is this” di William C. Dix XVI sec., “Fermarono i cieli “di S.Alfonso Maria De’ Liguori, “Nanita Nana”, canto popolare spagnolo, “Tu scendi dalle stelle”, di S. Alfonso Maria De’ Liguori arm. Dino Stella, “E nel suo amore mi persi”, di don Giorgio Mazzanti, “Solo in Dio” , dal Salmo 62, A. Zerlotti elab. Don Maurizio Lieggi, “Vieni nella nostra notte”, di don Giorgio Mazzanti, “Canone della pace”, da Isaia, 2,11, R. Rolland-F.Terral, “Halleluja”, dal Salmo 117, Jan Michael Joncas.
La musica liturgica significa amore, vuol dire trattare il Signore con tenerezza di cuore e non aridamente oppure in modo formale. Così come sentiremmo la mancanza della musica in un momento di festa nella nostra vita quotidiana, è ovvio desiderare di voler dare questa gioia anche alla liturgia.
“La vera musica liturgica è essa stessa preghiera, è essa stessa liturgia; non ci distrae, non si limita a darci una gioia sensibile o un piacere estetico: ci aiuta a raccoglierci, ci introduce nel mistero di Dio. Ci porta all’adorazione, che ha nel silenzio uno dei suoi linguaggi privilegiati: «Il silenzio – ci ricorda il Papa – è la nube che copre il mistero. Se la musica è di Dio, non entrerà in competizione con il silenzio: ci porterà verso il silenzio vero, quello del cuore”.
Cantare non è un problema musicale, ma spirituale. Canta chi ama.
Tutti i cantori, con grande dolcezza, hanno inviato un grande messaggio, quello di coinvolgersi in questo percorso, perché cantando si prega meglio e si prega meglio cantando.
Molto commoventi le interpretazioni di Ida Romano e Andrea Diodato che, rispettivamente, cantando “ Nanita nana” e “Magnificat” hanno mostrato grande coinvolgimento.
“La lode ha bisogno del canto e Dio ha bisogno del canto. Il canto sacro è segno della supplica,
della lode, della meditazione, dell’amore. Non cantare per cantare, non un freddo fatto tecnico, ma
un’esperienza – quella del canto – che racchiude tutte le diverse espressioni dell’uomo e del suo
essere. Il canto e la musica esprimono la comunità, favoriscono la fusione, danno fervore alla
preghiera. Essa, nella celebrazione, “acquista una espressione più gioiosa, il mistero della sacra
liturgia e la sua natura gerarchica e comunitaria vengono manifestati più chiaramente, l’unità dei
cuori è resa più profonda dall’unità delle voci, gli animi si innalzano più facilmente alle cose celesti e la celebrazione prefigura più chiaramente la liturgia che si svolge nella Gerusalemme celeste” (Musicam Sacram).
Al termine di questa meravigliosa serata, fatta di momenti altamente educativi, emozionanti e di grande raccoglimento, vi sono stati i ringraziamenti da parte di don Vincenzo Calvosa, visibilmente soddisfatto e felice, di don Gaetano Santagada, che ha sollecitato una collaborazione sempre maggiore tra le Parrocchie, della Professoressa Loredana Bastanza, che ha sottolineato come le coriste della Parrocchia Madonna della Pietà siano state bravissime e si sia creato un afflato splendido tra tutti.
Ed infine, gli auguri del Vescovo, Monsignor Francesco Savino, il quale è stato estremamente felice nel vedere tanta partecipazione, nonostante la serata piovosa e fredda, a dimostrazione, ha detto, che “ la Fede c’è” e si esprime anche attraverso il canto e la musica.
IL Vescovo ha proseguito facendo notare come il primo giorno di un nuovo anno sia sempre banale augurare buon anno, proprio perché il tempo è sempre uguale come tempo che si misura con l’orologio. Invece cosa cambia? Il tempo cambia nella misura in cui siamo noi a cambiare, quindi il primo giorno del nuovo anno dobbiamo augurarci che possa cambiare il nostro sguardo sulla vita, che possa cambiare il nostro stile di vita, che possano cambiare le nostre relazioni con gli altri, facendoci essere più “prossimi” e meno “ se stessi”, al centro di tutto dobbiamo mettere Gesù, che ha festeggiato il Suo primo Natale più di duemila anni addietro.
Monsignor Savino ha proseguito, dicendo che non è più importante considerare il tempo cronologico ma il tempo cairologico, dal greco “kairos”, cioè “momento giusto, opportuno”, o momento “supremo”, sottolineando come ogni istante ci dà la possibilità di incontrare Gesù, quindi il suo augurio è stato quello di avere il Signore come fondamento della nostra vita.
Ha concluso con il bel pensiero di Bertolt Brecht: “ Gesù è necessario, Gesù ci è necessario e Gesù è la nostra felicità”.
Al termine di questo bellissimo momento di canto e preghiera, complimentandoci ancora con il Coro per le emozioni trasmesse vogliamo chiudere con una bellissimo aforisma: “Canto e musica diventano soglia del mistero; mi aprono una porta e mi introducono nella luce del mistero”.
Ed è bello ciò che dice sant’Agostino: “Canti la voce, canti il cuore, canti la vita, cantino i fatti”.
RAFFAELE BURGO