Civita-06/02/2018: Il forno crematorio non s’ha da fare
CIVITA Il Forno Crematorio non s’ha da fare: il paese è in subbuglio, tra scongiuri e levate di scudo, non lo vuole nessuno, tanto è vero che è nato un apposito “Comitato di Liberazione” intitolato al grande Giorgio Castriota Skanderbeg che si oppone, attraverso la raccolta delle firme, alla volontà dell’esecutivo comunale di volerlo realizzare. Ma l’esecutivo guidato dal sindaco Alessandro Tocci, anche perché in Comune la Minoranza non esiste, pare sia intenzionato ad andare per la propria strada. E’ infatti notizia che mercoledì scorso, 31 gennaio, a progetto già in fase avanzata redatto dalla Società di Progettazione “Civil Engineering Service” di Andria (BA), si è svolta la Conferenza dei Servizi per acquisire i pareri necessari alla realizzazione dell’opera. L’ultima voce autorevole contro questa ipotesi si è alzata da parte del Presidente dell’Ente Parco Nazionale del Pollino Mimmo Pappaterra: «Credo ci sia un’incompatibilità di fondo – ha scritto il Presidente Pappaterra – che consiglia di escludere un progetto del genere in un Comune come Civita che in questi anni, grazie alla virtuosa sinergia tra enti pubblici e privati cittadini, è riuscito a costruire una prospettiva di sviluppo sostenibile basata sulle straordinarie risorse di cui dispone un territorio che pone Civita tra le eccellenze nazionali del turismo sostenibile». Ma cos’è oggi, al di là del famigerato sistema di far sparire i corpi degli Ebrei nei campi di sterminio nazisti, un “forno crematorio” che da qualche parte, per renderlo meno spettrale, viene definito tempio crematorio? E’ un impianto destinato alla cremazione di corpi (umani ma anche animali), nel quale gli stessi vengono scomposti nei loro componenti-base mediante il calore del fuoco che può raggiungere e superare anche i 1.000 gradi centigradi. Esso si compone di due parti sovrapposte divise da una griglia di materiale refrattario. La combustione dei corpi avviene o attraverso la fiamma diretta o per arroventamento delle pareti del forno con l’utilizzo di bruciatori a gas o tramite resistenze elettriche. La bara contente la salma viene inserita nella parte superiore del forno facendola scorrere su dei binari metallici cosicchè essa prende subito fuoco e le alte temperature vengono mantenute anche grazie ad un sistema di ventilazione che, pompando in continuazione ossigeno, alimenta la combustione. Una combustione che per altro, secondo gli esperti, risulta essere abbastanza inquinante perché libera nell’aria una vasta gamma di polveri nocive per la natura umana. «Un motivo in più – ha concluso il Presidente Pappaterra – che l’amministrazione comunale non mancherà di valutare con grande senso di responsabilità per prendere una decisione coerente con il grande lavoro svolto nel corso di questi anni».
Pino La Rocca