Trebisacce-27/03/2018: Il Pronto Soccorso salva un’anziana, ma quante criticità
TREBISACCE Colta da grave malore con conseguente crisi respiratoria, è stata soccorsa e messa in sicurezza presso il nuovo Pronto Soccorso di Trebisacce. Qui i sanitari di servizio, con la collaborazione del medico-anestesista, l’hanno soccorsa e stabilizzata e, dopo il solito affannoso giro di telefonate, ne hanno disposto il trasferimento, in Ambulanza, nientemeno che all’Ospedale di Cetraro, sul Tirreno, dove l’anziana signora è giunta dopo circa un’ora e mezza e dove si trova ora ricoverata. Dall’uno all’altro mare, dunque, perché negli ospedali-spoke della Sibaritide e del Pollino non c’era un posto-letto per poterla accogliere. E già questo la dice lunga sulle disastrate condizioni della sanità pubblica in questa area sempre più periferica della provincia di Cosenza. Il fatto si è verificato nella mattinata di lunedì 26 marzo ad un’anziana signora di 78 anni ospitata presso la Casa Protetta “Villa Azzurra” di Roseto Capo Spulico che, colta da forte malore con conseguente grave crisi respiratoria, è stata accompagnata al nuovo Pronto Soccorso di Trebisacce. Un Pronto Soccorso, questo, se vogliamo un po’ anomalo perché, almeno per il momento, non ha alle spalle un Ospedale “per acuti” ma solo un CAPT (centro di assistenza primaria territoriale). Qui, ancora una volta, i medici, dando prova di grande professionalità, si sono prodigati in tutti modi per risolvere l’ennesimo caso di emergenza-urgenza, ma anche questa volta, nonostante l’esito positivo dell’episodio, si sono evidenziate le solite criticità e le solite carenze, non solo di mezzi e di organico ma anche di organizzazione, che vanno affrontate e risolte al più presto attraverso la stesura di un “protocollo” che faccia chiarezza ed eviti il palleggiamento delle competenze, perché anche questa volta è andata bene, ma non è detto che possa andare bene sempre. Criticità e carenze che nessuno, a cominciare dai medici, intende sottovalutare e che mettono a rischio non solo la sicurezza dei pazienti ma anche quella degli operatori sanitari che non si sentono sufficientemente tutelati. Sono le stesse carenze e le stesse criticità che, al di là del buon esito di quest’ultimo episodio, si sono verificate anche questa volta. Si parte dall’impossibilità di utilizzare l’Elisoccorso quando è maltempo, per continuare con la perdurante assenza dei Cardiologi che sono presenti solo di mattina e che non possono assicurare una presenza h/24 perché obbligati a coprire i turni allo Spoke di Castrovillari, facendo così venir meno al Pronto Soccorso una figura come quella del Cardiologo indispensabile anche per accorciare i tempi della diagnosi. Quando infatti non si può disporre del mezzo aereo, e questo capita non di rado quando ci sono condizioni climatiche avverse come questa volta, ma capita sempre, di sera e di notte, allorquando i tempi del trasferimento del paziente si fanno incalzanti e pericolosi. Poi viene segnalato un altro problema, altrettanto serio e urgente, da risolvere subito: chi, se non il medico-anestesista, deve accompagnare il paziente in Ambulanza e tenerlo sotto controllo-medico? Ma sia il medico che l’anestesista del Pronto Soccorso non possono ovviamente abbandonare la loro postazione. E chi allora? Forse sarebbe il caso di prevedere la disponibilità di un secondo anestesista. Ai vertici aziendali comunque il compito istituzionale di fare chiarezza e di sgombrare il campo dagli equivoci e dai malintesi. Questa volta il problema è stato risolto grazie alla generosa disponibilità di un medico del 118. Ma il 118, come è noto, è un servizio a se stante, che ha una sua Unità Operativa ed un suo vertice apicale da cui prendere ordini e, in ogni caso, ci sono mansioni e responsabilità che vanno chiarite e messe subito sulla carta attraverso la redazione di un apposito protocollo. Questo al fine di dare sicurezza a tutti, in primis ai pazienti, ed evitare che le responsabilità e i nodi vengano al pettino solo quando succede l’irreparabile.
Pino La Rocca