Torre di Albidona-29/05/2018: Il 550° dell’eroe albanese Scanderberg
Ricordato con dotte conferenze di Altimari,
Mandalà e Sarro presso la Biblioteca “Torre di Albidona”
Tutti d’accordo per salvaguardare le nostre memorie
Sono in corso diverse manifestazioni sul 550° del famoso condottiero albanese Scanderbeg, dall’Italia meridionale, fino all’università di Bari e a Parma. Al Museo dei Bretti e degli Enotri di Cosenza ci sono state relazioni storiche, mostre di icone, proiezioni video e recitazione di brani teatrali. A Gizzeria è stato realizzato il progetto “Giorgio Castriota Scanderbeg attraverso una serie di attività culturali”. Questo progetto ha come scopo la conoscenza, la promozione e la valorizzazione della lingua arbëreshë e di quella grecanica. Così, anche a Roghudi. Gli Italo-Albanesi d’Italia proseguono con impegno per la tutela delle minoranze linguistiche, per conservare e per mantenere vivo i loro beni culturali. Non si vuole disperdere l’importanza e il valore delle proprie origini”. Un’altra manifestazione è stata organizzata dal Comune di Firmo. Sabato 26 maggio si è conclusa la conferenza-dibattito alla Biblioteca “Torre di Albidona”, con i dotti interventi dei docenti Matteo Mandalà (univ. di Palermo) e di Franco Altimari (univ. di Cosenza) e del prof. Italo Sarro, storico del mondo albanese.
Il dibattito è stato coordinato dal prof. Tullio Masneri, presidente dell’Associazione per la storia e l’archeologia della Sibaritide (A.S.A.S.) di Trebisacce. L’avvocato Rinado Chidchimo, che da anni ha messo a disposizione del pubblico e degli studiosi, la sua vasta biblioteca, salutando i relatori e i presenti, ha detto che la figura di Scanderberg ci ricorda il ruolo che ebbero gli Italo-Albanesi, tra il 1400-1500 e anche durante il Risorgimento.
Tullio Masneri ha premesso che “Scanderberg è un eroe della cultura europea, ma è pure importante la cultura greca in Italia. Gli Enotri provenivano dall’Albania”.
Italo Sarro (di Cerzeto), ex dirigente scolastico e meticoloso ricercatore, ha citato documenti e date importantissimi, e si è soffermato sugli aspetti militari, diplomatici e politici di Scanderber nella cultura e nella storia europea. Ha avuto pure qualche sconfitta, ma ha difeso anche l’Europa, il cattolicesimo, fu sostenuto dal papa Pio II, e infine fu chiamato anche dal re di Napoli, Ferdinando I d’Aragona.
Il prof. Matteo Mandalà ci ha fatto conoscere uno “Scanderberg nella cultura musicale”. Le sue gesta sono state musicate anche da Antonio Vivaldi! Anche in questi spartiti musicali vengono alla luce le vicende della popolazione albanese tra 400 e il 500. Pensate che l’immagine di Scanderberg era scolpita sul Bucintoro, simbolo della nave ammiraglia dei Veneziani, perché anche i Veneziani, che navigavano nel Mediterraneo si sentivano protetti dall’eroe albanese. Così, anche l’effige dell’aquila bicipite si trova non solo nelle piazzette dei paesi albanesi d’Italia ma anche nelle chiese.
Sicuramente, papa Callisto III era pure interessato ad averlo amico, ma si fa pure un po’ di retorica quando si ripete che Scanderberg è “il Dragone dell’Albania”, “il condottiero e l’atleta di Cristo”. Infatti, anche alla Biblioteca “Torre di Albidona” si è detto che in certi casi si è fatta anche mitizzazione e mistificazione. Masneri aggiunge che c’era pure chi voleva “annullare questo mito”.
Ma la storia lo restituisce come personaggio reale: ottimo condottiero che ha subito vittorie e sconfitte, amico della Chiesa e vassallo degli Aragonesi, uomo che ha fermato l’invasione ottomana verso l’Europa.
Il prof. Franco Altimari ha fornito una vasta ricerca bibliografica sul personaggio. Tramite proiezione video ha presentato i libri su Scanderberg usciti nei secoli XVI e XVII, specie durante l’umanesimo veneziano e lombardo. Testi in tedesco, francese, polacco e italiano. Un suo ritratto si trova a Palazzo degli Uffici. Molto note le edizioni di Marino Barresi e di Angelo Manuzio e di Giovio. Uno di questi libri ha avuto ben 18 edizioni: vero e proprio bestseller dell’epoca. In queste monografie, Scanderberg viene inquadrato nella storia e nella cultura italiana ed europea e si racconta il suo lungo percorso militare, politico e diplomatico.
Altimari ha passato in rassegna anche i canti popolari su Scanderberg: le Vallet di Civita e di Frascineto cantano le sue gesta e anche la sua morte, avvenuta nel 1468. Aveva 65 anni, e morì di febbre, durante un aspro combattimento contro i turchi, ma non rimase sconfitto.
Unanimi consensi quando il prof. Altimari ha concluso con un invito a salvaguardare la memoria. La cultura albanese è stata pure ostacolata in Italia, specie da parte della Chiesa romana e dai poteri forti del tempo. Molto arguta la battuta sul cardinale Borromeo, di memoria manzoniana, che doveva diventare vescovo di Cassano. Borromeo, altri vescovi della diocesi cassanese, di rito latino, mal sopportavano il rito, la lingua e i costumi degli Albanesi della diaspora: “Meno male che Borromeo non è arrivato dalle nostre parti!” Di fatti, hanno mantenuto accanitamente la loro patria etnia nei dintorni di Lungro e fino a San Demetrio, ma a Spezzano e nella Presila è scomparso tutto.
“Bisogna “raccogliere e salvare i registri parrocchiali; la comunità ha bisogno di questo patrimonio storico e culturale. Così anche per le storie delle famiglie, le feste religiose ed altre manifestazioni etniche”. Altimari ha concluso con il nome di Scanderberg: è presente nei Registri anagrafici di Spezzano Albanese, S. Demetrio, Santa Sofia D’Epiro e Civita. Nel corso di queste conferenze sono state citate più volte le ricerche storiche del prof. Salvatore Bugliaro.
Il senatore Cesare Marini aggiunge: “E’ necessario cerare archivi dei documenti dispersi, fare anche un vedeo digitale del mondo albanese, fotocopiare e … restituire”.
Anche l’on. Mario Brunetti, storico, giornalista e console d’Albania, è d’accordo con la salvaguardia della memoria: “Anche nella redazione del manifesto antifascista di Ventotene di Spinelli e nel Risorgimento italiano è presente il ruolo degli albanesi d’Italia. Sì, occorre recuperare e cominciare a sistemare questo materiale storico disperso; senza di esso non si può fare storia. E’ necessario rimettere al loro posto i tasselli mancanti della storia”. Pure l’ing. Demetrio Crucitti, direttore generale della Rai calabrese ha detto: “bisogna fare comunicazione e informazione regionale e internazionale. Immettere tutto nei mezzi di comunicazione RAI, Università, Internet, c’è bisogna della Rete via satellitare”.
Domenico Dramisino di Plataci, insiste sulla salvaguardia non solo della cultura scritta ma anche sulla cultura orale.
Ha concluso l’ambasciatrice del Kossovo, Alma Lama: “Abbiamo bisogno di questi contatti con il mondo albanese d’Italia; ci sono dei valori da ricordare e da salvaguardare. Non si può dimenticare la figura di Scanderberg, certi problemi del 400-550, ci sono ancora oggi.
Giuseppe Rizzo – Ettore Angiò