Montegiordano-02/09/2018: Nel territorio di Montegiordano i resti della Cappella di San Michele Arcangelo
Nel territorio di Montegiordano i resti della Cappella di San Michele Arcangelo
Nel territorio di Montegiordano, in località “Caprara”, ci sono tutt’ora i resti dell’antica Cappella dedicata a San Michele Arcangelo ove si venerava anche il Culto di San Nicola.
Ciò che è rimasto della Cappella sono: i muri perimetrali, due archi esterni, l’altare, alcune tombe all’interno datate, presumibilmente, 1908 (data illeggibile).
La foresta della “Caprara” era stata donata da Federico II di Svevia nel 1221, al Monastero cistercense di Santa Maria del Sagittario in Chiaromonte (PZ), poi tolta dalla Reverenda Camera Apostolica.
Successivamente, ridata al Monastero, come riportato nel Catasto Onciario di Montegiordano (Carmelo Mundo 2013, jonia ed.).
La foresta comprendeva la “grància” la Cappella di San Michele Arcangelo, due vigne (S. Nicola e Valle della Vita), una masseria e poche piante di ulivo.
Nel testo di Giosafat Ferrari “Memoria per la Comune di Montegiordano” del 1837, che tratta della causa intentata dal Comune di Montegiordano contro il feudatario, barone Gaetano de Martino, e contro l’amministrazione dei Reali Demani, all’indomani del 2 agosto 1806, data in cui venne promulgata la legge per la soppressione della feudalità e degli Ordini monastici, il Comune di Montegiordano richiedeva di abolire, in favore degli abitanti, i canoni imposti.
La “grància”, era l’elemento caratteristico della prima agricoltura cistercense. Quando le proprietà dei monaci diventarono eccessivamente estese per essere coltivate come un unico insieme, vennero suddivise in appezzamenti singoli. I campi aperti vennero così recintati e si costruirono degli edifici a scopo unicamente pratico, per poter servire convenientemente da abitazione ad un gruppo di fratelli conversi, per raccogliere gli animali della fattoria e per immagazzinare sia gli attrezzi indispensabili che il prodotto delle messi. Inizialmente, le grange cistercensi non comprendevano una Cappella, perché si desiderava che i fratelli ritornassero all’abbazia per gli uffici religiosi. In seguito, con l’aumentare delle distanze, questo era divenuto irrealizzabile, per cui vennero erette anche le Cappelle.
Del culto di S. Michele Arcangelo e San Nicola a Montegiordano, attualmente non rimane alcuna testimonianza.
Montegiordano:
“Ricordi di altri tempi”.