Villapiana-17/11/2018: “Vie d’Uscita”per educarsi alla buona politica Aieta: “Dobbiamo recuperare la dimensione umanitaria”

 

Villapiana:17/11/2018

“Vie d’Uscita”per educarsi alla buona politica

Aieta: “Dobbiamo recuperare la dimensione umanitaria”

E’ stato presentato il libro-tascabile –raccolta di pensieri in libertà-“Vie d’Uscita” di Giuseppe Aieta, presso il Palazzo Gentile, nel Centro Storico, lo scorso venerdì 16 novembre. L’incontro politico-culturale è stato co-organizzato dal Comune di Villapiana e dall’associazione Visioni. Al tavolo dei relatori Celeste Stefania (Assessore al Turismo), Rita Portulano (Consigliere Comunale con delega alla Pubblica Istruzione), Gianpaolo Schiumerini (Responsabile dell’Associazione “La Fornace” di Trebisacce e l’autore Giuseppe Aieta (Consigliere Regionale). Ha aperto i lavori l’assessore Celeste Stefania con i saluti istituzionali, sostituendo il sindaco Paolo Montalti perché impegnato in compiti istituzionali. Rita Portulano, ritenendosi voce narrante, ha presentato il libro che, a suo dire, è destinato agli amministratori. Scorrendo i contenuti del libro ha tracciato la differenza tra il concetto di consenso e quello di gradimento. Ha precisato che un sindaco ha dinanzi a sé il paese e non il partito. Le sezioni sono luoghi importanti dove si forma la propria identità. Dove gli amministratori non riescono a dare risposte ai cittadini si fa spazio il Populismo.  L’esperienza di Cetraro- con Aieta sindaco-insegna che bisogna dare al popolo fiducia e serenità. Nel 4° capitolo si enfatizzano i concetti del bene e del male. L’istinto in politica non porta verso scelte sagge, occorre mitigarlo con l’intelligenza. Nel 5° cap. l’autore racconta del suo rapporto con Sandro Principe verso il quale ha sempre nutrito affetto e stima. La relatrice Portulano ha poi parlato della sua personale esperienza di amministratrice-di donna in politica. Ha affrontato il tema della parità di genere e delle quote rosa. Dell’introduzione del voto di genere con la doppia preferenza e ha dichiarato che: “Bisognerebbe concorrere alla pari con l’uomo, come un valore aggiunto. La donna presente in lista non perché lo prevede la legge, ma perché è un valore aggiunto. “Mio padre è sempre stato il mio punto di riferimento e mi portava, da tesserato MSI, nelle sezioni di partito. Ne ero incuriosita, ma cercavo sempre di documentarmi su pensieri diversi sulle medesime tematiche. Quando compii i 18 anni mi propose di tesserarmi, ma io nella testa non seguivo il pensiero di Almirante, bensì quello di Berlinguer. Gelo. Il confronto politico tra persone è sempre positivo…e lancia una provocazione al Presidente del Consiglio Michele Grande presente in sala. Superato il gelo, papà mi lasciò libera di seguire il mio pensiero e la mia strada. Percorrendo la mia strada politica ho capito che la sola preparazione politica non è sufficiente per amministrare e occorrono anche altre abilità e qualità. L’adulto dev’essere una guida per il giovane e non deve imporre la propria volontà. La cultura è un investimento. Cita delle frasi usate dai consiglieri comunali De Santis e Grande. Per Schiumerini si tratta di un libro d’amore per la sua città e per la fascia tricolore. Aieta è un visionario e assume l’atteggiamento del progettista che mira alla felicità dei suoi amministrati. Pur facendo delle scelte politiche impopolari che abbattono il proprio consenso elettorale prevale la felicità da dare ai cittadini. Abbattere palazzi per far nascere del verde attrezzato, il Teatro, ecc. Il merito di Aieta è stato anche quello di liberare la città dal marchio di città mafiosa-criminale. Ha impedito ai mafiosi-criminali di Cetraro di trovare dei referenti nel Comune. Una considerazione: “Ieri almeno i sindaci rispondevano ad un Partito, oggi decidono e non rispondono a nessuno! La politica ha creato un solco con i cittadini, ha perso il proprio ruolo, ha smesso di rappresentare i bisogni dei cittadini”. Ci vuole una nuova classe dirigente in politica e Aieta coniuga bene la politica alla cultura. La mia personale speranza è quella che Aieta possa scrivere un nuovo libro per mettere a punto un nuovo umanesimo per superare Sovranisti e Populisti. Aieta durante il suo passionale intervento –lezione ha toccato diversi temi tra cui: “Ho scritto questi pensieri durante le notti insonni vissute  da Sindaco. Sono pagine vive fatte di lacrime e sangue, di amarezza e di coraggio. Il cittadino vuole tutto e subito, ma quando il cittadino si riconosce nel progetto allora arriva al vittoria. Un sindaco vive la paura di essere dimenticato! I sindaci vengono ricordati per le opere realizzate. Chi governa viene amato, ma anche odiato e l’odio verso i sindaci è diretto. Il sindaco viene scelto dal popolo se esprime fiducia, sicurezza, affidabilità. Il sindaco è dentro un labirinto che lo soffoca se non trova una via d’uscita. Questo è il momento di dare valore agli intellettuali. Con la paura bisogna fare i conti. “Sicurezza è liberta” il libro di Marco Minniti che abbatte un dogma di partito. E’ giunto il momento di fare spazio agli intellettuali e soprattutto ai sociologi. “Il lupo uccide sempre tutte le pecore e non una sola!-Malagrei-“. Parliamo di tutto, ma ci mancano le vie d’uscita, cioè le soluzioni. Parla dell’esperienza del sindaco di Riace, Lucano. Dobbiamo recuperare la dimensione umanitaria che significa l’amore verso le persone. Giulio Cesare voleva dilatare i confini, ma quando si allarga c’è chi perde privilegi e si sviluppa il parlar male e l’odio. Occorre farsi Volpe e Leone. Il rancore è la sintesi del consenso. La bellezza è una questione politica, non è solo estetica. E ha concluso che: “Solo il sapere incrina una società malata!”.

Franco Lofrano