Trebisacce-16/01/2019: Chiusura del ponte sul Saraceno: tempi lunghi e infuriano le polemiche

sdr

TREBISACCE-VILLAPIANA Chiusura del ponte sul Saraceno: forze politiche e comuni cittadini si mobilitano per chiedere alla Provincia di Cosenza l’urgente ripresa dei lavori che possa portare in tempi brevi alla ripresa del traffico sulla vecchia S.S. 106 che, sulla importante viabilità secondaria, collega Trebisacce, Villapiana e i paesi vicini. Sono in tantissimi, come del resto sottolineano moltissimi cittadini sui social, gli utenti della strada e le attività commerciali che vengono penalizzati dalla interruzione del traffico per la pericolosità del ponte, che dura ormai da circa tre mesi senza che i lavori previsti, oltre all’apertura fittizia dei cantieri, siano realmente iniziati. Da qui le proteste dei cittadini che, per farsi sentire, hanno attivato una pagina sul web intitolata “Sollecitazione cittadina per la riapertura del ponte sulla Provinciale 253” e le iniziative delle forze politiche che si sono attivate: il parlamentare 5Stelle Francesco Forciniti ha chiesto spiegazioni e sollecitato l’inizio urgente dei lavori; l’Assessore del Comune di Villapiana Stefania Celeste ha interrogato il Consigliere Provinciale Aceto per avere ragguagli sulla stasi dei lavori e la consigliera di Minoranza, sempre del Comune di Villapiana, Ilaria Costa, che ieri ha chiesto l’urgente convocazione di apposito consiglio comunale per sollecitare la ripresa dei lavori. Per la cronaca va precisato che la Provincia di Cosenza, dopo aver stanziato 200mila euro di risorse pubbliche, ha effettuato l’appalto dei lavori per la messa in sicurezza del ponte, tanto che l’impresa aggiudicataria aveva già aperto i cantieri. Risulta però, secondo notizie trapelate dalla Provincia, che il ponte, a  seguito di verifiche più approfondite, è risultato più malconcio del previsto e bisognoso di un intervento strutturale molto impegnativo se non, addirittura, della sua demolizione e ricostruzione ex novo. Sta di fatto che si è dovuto procedere ad una nuova progettazione che, ovviamente, deve essere approvata dal genio Civile e sottostare a tutte le procedure burocratiche, per cui i tempi si sono allungati e, a tutt’oggi, non si sa né quando riprenderanno i lavori, né quando saranno completati. Cosa che viene vissuta in forma molto sofferta dai cittadini che utilizzano quella strada giornalmente e dagli operatori economici e commerciali della zona che vedono penalizzate le proprie attività. D’altra parte, osservano in tanti, la psicosi da “ponte crollato” diffusasi in questi ultimi anni in Italia non incoraggia nessuno, e tantomeno i tecnici, a sottovalutare i rischi connessi ad un malaugurato crollo di un ponte che, insieme agli due sul torrente Saraceno, realizzati nel periodo fascista, accusa tutto il peso degli anni e anche la prolungata e ingiustificata incuria degli uomini.

Pino La Rocca