Trebisacce-07/02/2019: Padre Bernardino Maria De Vita sul sentiero della santità
TREBISACCE Il compianto Padre Bernardino Maria De Vita, originario di Trebisacce, umile servo di Dio appartenuto all’Ordine dei Frati Minori, è incamminato sul sentiero della santità. Ne è convinto Padre Claudio Durighetto, Provinciale dello stesso Ordine che, avendo conosciuto e frequentato Fra Bernardino nel corso dei lunghi anni in cui è stato ministro di Dio presso la Porziuncola di Assisi e instancabile confessore di migliaia di sacerdoti, di prelati, di monaci e di laici che facevano la fila al suo confessionale, intende raccogliere quante più testimonianze possibili per redigere un’accurata biografia, tale da consentire l’avvio dell’iter previsto, attraverso il quale elevare l’umile fraticello calabrese agli onori dell’altare. «Padre Bernardino – ha rivelato il Provinciale del Minori invitando quanti lo hanno conosciuto a farsi avanti per offrire la propria testimonianza – è stato un vero uomo di Dio, tanto che veniva chiamato “l’uomo della Misericordia” e sono già molti i fedeli che si affidano a lui in preghiera». Nato a Trebisacce il 5 ottobre 1925, Padre Bernardino, al secolo Antonio Maria De Vita, dopo aver svolto la professione di insegnante prima, e di impiegato presso l’Ufficio Imposte di Catanzaro poi, a 32 anni abbraccia la via del Signore e nel 1965, a 40 anni, viene ordinato sacerdote e svolge il proprio apostolato di confessore e di assistente spirituale dei giovani in diversi conventi della Calabria prima del trasferimento permanente in Umbria dove rimane fino al 2006, anno della sua dipartita terrena, a svolgere la sua missione di confessore. Secondo il racconto di Padre Claudio, l’umile fraticello trebisaccese, pur sofferente e malato, affetto tra l’altro da una fastidiosa malattia agli occhi, non si lamentava mai offrendo a Dio le sue sofferenze e rimanendo in preghiera per tutto il tempo in cui non era impegnato nelle confessioni e anche nel corso della notte, che trascorreva con il rosario in mano presso la Porziungola. «Al confessionale n. 15 – secondo il racconto del suo Provinciale – c’era lui, un fraticello semplice e timido, un po’ ricurvo sotto il peso degli anni e delle sofferenze ma sempre con il sorriso dolce e gli occhi azzurri e limpidi come la sua anima. Veniva letteralmente braccato e tutti volevano confessarsi con lui convinti che Padre Bernardino avesse un’assistenza divina per poter resistere per gran parte del giorno nel confessionale e gran parte della notte in preghiera. Padre Bernardino – ha confidato Padre Claudio – non giudicava mai nessuno e le sue parole erano prive di qualsiasi moralismo, tanto che tutti lo consideravano un carismatico, un instancabile servo di Dio, capace di accogliere tutti, di rimanere in ascolto per ore e ore e di avere per tutti una parola di conforto spirituale». Per tutte queste ragioni e per la folla oceanica di fedeli, di Sacerdoti, di Frati e di Vescovi giunti al suo funerale da ogni parte d’Italia come per miracolo e senza essere stati convocati da qualcuno, Padre Durighetto rivolge l’invito a quanti, in particolare nel suo paese natale, ma anche nel suo lungo peregrinare attraverso i conventi e le parrocchie della Calabria, lo hanno conosciuto e hanno apprezzato le sue virtù umane e spirituali, di farsi avanti e di testimoniare, come hanno già fatto in tanti, le proprie esperienze di vita vissute a fianco di quest’umile servo di Dio che già in vita sembrava avesse le stimmate della santità, facendo riferimento alla e-mail fraandreadovio@gmail.com. «Per noi che abbiamo avuto il privilegio di stargli accanto – ha concluso Padre Claudio – il nostro umile confratello è già Santo e siamo fiduciosi che il sigillo della santità, grazie al contributo decisivo di quanti lo hanno conosciuto, – possa essergli conferito anche da nostra Madre-Chiesa».
Pino La Rocca