Italia-30/04/2019: BAR DELLO STORT A TORPAGNOTTA: “SFIDA ALL’OK TURBATO” (MENTALE)
BAR DELLO STORT A TORPAGNOTTA: “SFIDA ALL’OK TURBATO” (MENTALE)
Il cinema, si sa, esprime lo stato dei tempi, dei luoghi e delle menti.
Ricordiamo tutti il film in cui John Wayne, che beve il suo whiskey appoggiato con la sua imponente figura al bancone del saloon, vede, riflesso nello specchio di fronte, il feroce bandito Jack Tagliagole.
Il bruto, avendolo sbirciato nella stessa fonte d’immagini, si sta alzando dal tavolo di gioco e sta estraendo la Colt dalla fondina.
Ma lui, John, si gira e, più veloce e preciso, gli spara uccidendolo.
Poi, per chiara legittima difesa, esce, libero, con passo tranquillo, monta a cavallo e si allontana sotto il sole cocente della prateria.
Oggi, in altri tempi, luoghi e menti, nel film del neo neorealismo straccione (come il solito) italiano “Sfida all’ok turbato (mentale)”, il protagonista Giovanni Black&white (un buon mulatto spirito dei tempi cinematografici), appoggiato con la sua gomorroica e stortignaccola figura al bancone inox del Bar, appunto, dello Stort, dopo aver trangugiato a fatica un caffè sciacquatura di piatti, sta centellinando un’appiccicosa sambuca per rifarsi la bocca.
Entra in quel mentre il boss della borgata di Torpagnotta (sede di una gloriosa sezione Pd), Rhum Casacomica, il quale, dopo, pistola alla mano, essersi fatto consegnare l’incasso dalla cassiera quindicenne, ed averla afferrata, ed averle strappato le mutande, si appresta a violentarla sul tavolo in plastica (ma riciclata) di uno sbigottito avventore che sorseggiava una camomilla.
Il barista, bianco, becero, sovrappeso di almeno sessanta chili (noto infame suprematista) e incartato in uno zinale unto e bisunto, assiste muto e vilmente paralizzato alla feroce scena di sopraffazione.
Giovanni Black&white, estratta la sua calibro nove, chissà come e perché legalmente detenuta, spara ed uccide il ladro stupratore.
Ma, altro cambiamento dettato dai tempi, al buon mulatto, nel film, è richiesto un ulteriore sforzo di arte interpretativa: deve, carta costituzionale alla mano di Mattarella, per non finire in galera una ventina d’anni, conformare l’espressione del volto a quel reale e drammatico “grave turbamento” ( nella realtà di vita vissuta spesso cagionato solo da sindrome meteoropatica) che lo scagionerà, all’occhio penetrante del magistrato, dalla vergogna dell’eccesso di legittima difesa. The end (del buonsenso).
Maurizio Silenzi Viselli