Trebisacce-04/06/2019:ALLE RADICI DEL PENSIERO. L’ADULTERIO NEL DIRITTO DELL’ATTICA, PRESENTATO A PISTOIA L’ULTIMO LIBRO DEL PROFESSORE GIOVANNI BRANDI CORDASCO SALMENA di SAN QUIRICO, CUI HA COLLABORATO LA PROFESSORESSA ROSANNA DE GAUDIO DEI LICEI DI TREBISACCE

Didascalia foto: Rosanna De Gaudio, il Vescovo Esarca ed Abate Francesco Silvano Livi di Luni, Rettore dell’Università San Gregorio Magno di Pistoia, il Prof. Giovanni Brandi Cordasco Salmena di San Quirico

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ALLE RADICI DEL PENSIERO. L’ADULTERIO NEL DIRITTO DELL’ATTICA, PRESENTATO A PISTOIA L’ULTIMO LIBRO DEL PROFESSORE GIOVANNI BRANDI CORDASCO SALMENA di SAN QUIRICO, CUI HA COLLABORATO LA PROFESSORESSA ROSANNA DE GAUDIO DEI LICEI DI TREBISACCE. È stato presentato a Pistoia, introdotto dal Rettore dell’Università Ortodossa, dove è incaricato per le Cattedre di Storia della Chiesa, Diritto Canonico e Diritto Romano Cristiano, l’ultimo libro del Professore urbinate, Giovanni Brandi Cordasco Salmena di San Quirico, inserito nella Collana scientifica della Facoltà Teologica per i tipi delle Edizioni il Saggio. Si tratta di un saggio di notevole impegno, strutturato sopra un solido impianto esegetico, che tratta un tema consueto alla dottrina dell’Autore: la disciplina dell’adulterio del diritto dell’antico Mediterraneo. Già nel 2010 lo stesso ha relazionato, a proposito della Lex lulia de aduteriis coercendis, in progetti allestiti dalle Università di Avignone e la Sorbonne di Parigi, di cui taluni risultati sono stati pubblicati in Calabria Letteraria: Gli aspetti romani dell’accusatio patri vel mariti nell’evoluzione storica dell’adulterio. Carini riapre l’amaru casu di la barunissa, in Calabria Letteraria (LVIII 10-11-12 ottobre-novembre-dicembre 2010, Soveria Mannelli, 57 ss.). Già in quelle sedi venia evidenziato come la disciplina romana dell’adulterio fosse rimasta pressoché inalterata fino ad epoca recente, avendo improntato tutto il diritto medioevale e moderno come risulta per l’appunto nel celebre caso della Baronessa di Carini, quando Donna Laura Lanza di Trabia, venne uccisa insieme all’amante, Lodovico Vernagallo, per mano del Padre su chiamata del marito. Di tale persistenza l’Autore ha detto anche ai positivisti, in alcuni convegni organizzati per il Tribunale di Castrovillari, dove anche quale Avvocato Cassazionista, dirige il Comitato Scientifico della Camera Civile, confermando una meraviglia colta già durante l’approfondimento della sua tesina di maturità presso il rinomato Liceo Classico Garibaldi circa la visione sociologica della famiglia quale appare ne Il Marito di Elena del Verga ed il mantenimento del delitto d’onore nel nostro ordinamento fino al 1981 quando venne finalmente abrogato dalla Corte Costituzionale. Le motivazioni del libro le leggiamo in parte dalla premessa … “ Così con non poco timore, mitigato soltanto dai circa venti anni di studio e di collaborazione scientifica spesi per i Diritti Greci, in massima parte ancora ad Urbino, dove attraverso la Professoressa Anna Maria Giomaro, mio Maestro, si è radicata la tradizione di Remo Martini e dello stesso Biscardi, ma per qualche anno anche a Catanzaro dove ho potuto coltivare le fonti greche con Giorgio Barone Adesi e più recentemente, a Cosenza con Filippo Burgarella e Vera Von Falkenhausen ed a Pistoia, con Silvano Livi di Luni, nel preciso aspetto di una loro lettura particolarmente ispirata, ho deciso di raccogliere in questo saggio alcune riflessioni motivate dai seminari e dagli esami: degli appunti, niente di più, pensati man mano per chi ha frequentato i miei seminari arricchendo lo scambio tra docente e discente quale irripetibile occasione di reciproca crescita ; degli appunti, niente di più, pensati man mano come modesto omaggio nella proiezione del congedo dalla città ideale del Rinascimento verso mete future, che non consoleranno comunque la nostalgia di tanti scampoli di vita trascorsi all’ombra del Palazzo Ducale e di miti irriducibili al tempo: Carlo Bo, Italo Mancini, Gabriele Molteni Mastai Ferretti, Réginald Grégoire”. Muovendo dal mondo omerico alle Leggi di Dracone, riprese da Solone, per giungere fino alle orazioni dei tre grandi logografi: Isocrate, Demostene e Lisia, sono trattati i presupposti del grave delitto di adulterio, le caratteristiche strutturali e le sanzioni. L’adultero colto sul fatto nella casa legittima della donna può essere legittimamente ucciso; non può accadere la stessa cosa per la donna poiché il diritto greco non la considera né soggetto attivo né soggetto passivo di diritti, al più il marito offeso potrà restituirla alla famiglia originaria la quale potrà venderla come schiava. Certo non parteciperà più alle poche manifestazioni, private o pubbliche, che le fossero consentite. Perché il marito offeso possa procedere contro il rivale è però necessario che l’adulterio venga sorpreso in flagrante, secondo la lettura stretta di Eva Cantarella, addirittura nell’atto del coito. Una attenzione tutta particolare è stata dedicata dall’Autore a Lisia, il grande oratore di Atene, dove nacque nel 440 a. C., che si formò a Sybaris ormai Thurii, a seguito della caduta del grande impero. Quella stessa Sybaris cui Giovanni Brandi Cordasco Salmena di San Quirico ha dedicato il suo fortunatissimo saggio Sybaris e gli Alleati, adottato quale libro di testo e/o consigliato in numerosi Istituti di Ricerca e Licei che qualche giorno fa si è classificato IV° nel prestigioso Premio Internazionale Cumani Quasimodo. Il ricco indice delle fonti, greche, latine e del diritto mediterraneo soprattutto rabbinico, e l’indice bibliografico sono stati curati dalla Professoressa Rosanna De Gaudio, stimata insegnante dei Licei di Trebisacce, che collabora quale cultore della materia con il Professore Giovanni Brandi Cordasco Salmena relativamente alla Cattedra di Storia della Chiesa. Il saggio è stato dedicato alla memoria della Professoressa Daniela Piattella, la celebre allieva del Volterra, massima Dottrina del Diritto dell’antico Mediterraneo, venuta a mancare nello scorso aprile; agli studenti tutti dell’Autore ed alla Professoressa Maria Rosaria D’Alfonso, Preside dei licei di Trebisacce, che il medesimo richiama come l’Amica speciale di un surreale autunno. Anche grazie a questo ulteriore successo culturale, il Professore Brandi Cordasco Salmena di San Quirico, è stato insignito dalla Casa Thomasi Tomassini Paternò Leopardi, presente alla presentazione pistoiese, del titolo di Ufficiale di Gran Croce del proprio prestigioso Ordine di Giovanni VIII; la Professoressa Rosanna De Gaudio e la Preside Maria Rosaria D’Alfonso del titolo di Dama di Commenda, il Professore Bruno Mandalari, altro stimato Docente dei Licei di Trebisacce del titolo di Commendatore. È lunga la lista dei ringraziamenti rivolta dall’Autore a quanti hanno partecipato, in qualunque modo, alla pubblicazione del suo libro per cui è meglio trascrivere ancora una volta dalla premessa “ … Alla fine di un lavoro corre l’obbligo dei ringraziamenti; nessuna fatica raggiunge il traguardo senza l’aiuto di una mano tesa, soprattutto nei momenti di scoraggiamento: … io credevo di avere poteri sovrannaturali, io che mi sono creduto come un angelo, un mago libero da ogni morale, ora mi ritrovo gettato a terra con un dovere da cercare e la misera realtà nelle mie mani … Ancora una volta lascio che sia la voce del Poeta, così come la sente Juri Camisasca, Guida amica di silenzio e sobrietà in cui mi riconosco da sempre, a rendere il faticoso autunno di certe giornate della vita. Nella mia Tabula Gratulatoria non può mancare la Professoressa Anna Maria Giomaro, Maestro dei miei anni urbinati, la Professoressa Marianna Kleikbrink, il Professore Giorgio Barone Adesi, sicuri riferimento di quelli a Catanzaro, la Professoressa Vera von Falkenhausen che mi ha voluto tra i Bizantinisti Italiani. Né possono mancarvi, così sempre presenti al cuore ed alla memoria, il Professore Dieter Nörr, che per primo mi ha accostato al Codice di Hammurabi nei suoi indimenticabili seminari del mercoledì nel Leopold Wenger Institut Rechtsgeschichte di Monaco, il Professore Filippo Burgarella ed il Professore Peppino Roma che fino ai loro ultimi giorni non mi hanno risparmiato consigli e suggerimenti preziosi. Sentimenti di viva riconoscenza vanno alla Professoressa Rosanna De Gaudio ed al Professore Bruno Mandalari, Cultori delle mie discipline pistoiesi e ginevrine, nel quadro di una collaborazione dedita e proficua che anche qui ha visto la prima curare il puntuale indice bibliografico e quello delle fonti; a Sua Em.za il Vescovo Esarca, Silvano Livi di Luni, Rettore di un’autentica nicchia culturale nella quale mi ha voluto a più riprese, soprattutto in rapporto ad un mio desiderio particolarmente avvertito, quello del Diritto Romano Cristiano, dal cui approccio in termini scientifici, ho potuto trarre, nella comparazione tutta peculiare della già riferita ispirazione un felice confronto tra Oriente e Occidente capace di arricchire il mio lavoro di una cifra assolutamente peculiare. Non è un caso se il saggio ha trovato compimento nell’austerità del Monastero di San Serafino di Sarov quale prodigo garante della prefazione e della collocazione nella sua prestigiosa collana, all’esito del tempo senza tempo che ho trascorso nei suoi luoghi di quiete: più lento è stato il corso dei giorni ma più attendo al vuoto che risale nel senso di decisioni improcrastinabili volte a discernere, tra la realtà e la nostalgia dei ricordi, le sole scelte che nel comportamento dovuto conducono alla libertà. Non posso nascondere che queste pagine vedono le stampe all’esito di un periodo difficile della mia vita, senz’altro il più difficile: vedo ancora la mia Casa, come quella di Ulisse, consumarsi nella depravazione di persone malvagie capaci di approfittare della lunga fiducia per meditarne la rovina, e senza Penelope a tessere la tela del riscatto; un periodo di mutamenti profondi e per taluni versi assai dolorosi: mutamenti che ho condiviso con la mia Famiglia, nella dignità di tradizioni antiche che sono parte di me, di noi e del tempo passato insieme sia a chi mi è accanto tangibilmente sia a chi lo è da un’altra dimensione, di più perfette Leggi. Unico è il monito: qualsiasi sofferenza si consuma nella sua Pasqua; il mistero è nelle foglie: quelle pallide del faticoso autunno, e voglio insistervi, rinascono sempre nelle verdi di una nuova primavera. È dunque alla memoria dei miei Nonni adorati, a mio Padre, a mia Madre, alle mie Sorelle che voglio, ancora una volta, rivolgere la gioia di un’altra pubblicazione; e più di tutti a Irene e Vito, vibranti percezioni di nuovi cicli di vita che si aprono all’Universo e scaldano l’esistenza, riconducendo anche ciò che appare più terribile alla sua dimensione naturale. Sia questa piccola festa un parziale risarcimento, per quanta parte hanno preso con me agli inganni spietati di questi ultimi anni: l’aria è tersa nel cielo, il vento porta il suono delle campane … ”.