ALTO JONIO-11/07/2019: Sanità in periferia: vietato chiamare il 118
ALTO JONIO Sanità in periferia: vietato chiamare il 118 perché nelle postazioni di Trebisacce, di Cassano Jonio e di Praia a Mare mancano i medici. E non è un caso, forse, che si tratti delle zone più periferiche e disagiate delle provincia di Cosenza. La situazione, peraltro, è destinata a peggiorare nel prossimo mese di agosto, allorquando, a ragione dell’aumento dei residenti, ci sarà l’impennata delle chiamate. Nelle suddette postazioni che, come è noto, sullo Jonio coprono un territorio vastissimo che va dal fiume Crati fino a Rocca Imperiale e sull’altro versante tutto l’Alto Tirreno, in servizio ci sono solo 2/3 medici al posto dei 6 previsti dal protocollo per la copertura dei turni di servizio. Cosicchè, nonostante l’abnegazione ed il logorio psico-fisico di questi medici, spesso e volentieri queste tre postazioni risultano non medicalizzate e sono presenti solo l’infermiere e l’autista. La situazione, ovviamente, è destinata ad aggravarsi non solo per l’aumento dell’utenza, ma perché anche i medici hanno il legittimo diritto di andare in ferie. Da quanto si è saputo, l’organico è sottodimensionato già da due anni ma a completare il quadro delle carenze sono state anche le continue richieste di trasferimento dei medici che, essendo quasi tutti “convenzionati” con il sistema sanitario pubblico, appena trovano di meglio, si licenziano e si sistemano in posizioni più comode e meno stressanti e rischiose. A fare il punto della situazione ed a snocciolare tutte le criticità in cui si dibatte il 118 soprattutto nelle aree più periferiche della Provincia, è il dottor Riccardo Borselli responsabile del 118 provinciale: “Abbiamo grosse difficoltà a reperire medici dell’emergenza, – ha affermato il direttore de 118 rivelando di aver lanciato l’allarme già da due anni senza però trovare ascolto. Noi – ha aggiunto il dr. Borselli citando i tanti casi dei medici convenzionati che lasciano il 118 – solo sul Tirreno sono ben 5 i medici che si sono trasferiti a Catanzaro negli ultimi mesi. Nella giornata del 4 luglio scorso – ha rivelato il Direttore del 118 – l’emergenza è partita dalla postazione di Trebisacce e subito dopo si è estesa a Cassano Jonio ed a Praia a Mare. Consapevole delle difficoltà e dei rischi che si corrono – ha ammonito Borselli – ho avvisato sia il Prefetto sia i vertici dell’ASP e mi è stato dato mandato di trovare una soluzione “tampone” per garantire l’assistenza essenziale ai cittadini. Al momento e in vista delle maggiori criticità che si verificheranno nel mesi di agosto, l’unica cosa che si può fare – ha suggerito Borselli – è allestire un’auto-medica che gestisca 5/7 postazioni di associazioni di volontariato, con o senza infermieri. In questo modo riduciamo i tempi di intervento anche se personalmente non condivido questa scelta perché ritengo essenziale che su ogni ambulanza ci sia un medico, la cui presenza costituisce una garanzia per il paziente e contribuisce a ridurre del 35% gli accessi ai Pronto Soccorso curando il paziente direttamente presso il proprio domicilio”. E tutto ciò – questo il paradosso – si verifica mentre viene enfatizzato il Decreto Calabria che avrebbe risolto tutti i problemi della sanità calabrese.
Pino La Rocca