ALBIDONA-07/08/2019: Borgo in festa per la II^ Edizione del Festival della Zampogna
organizzato anche quest’anno nel ricordo del compianto Leonardo Rago, autentico maestro della zampogna, sia come impareggiabile suonatore che come competente costruttore di zampogne che rimane, soprattutto nella nostra Regione, uno degli strumenti più antichi della tradizione popolare. E’ stata l’occasione, secondo gli organizzatori, per lanciare un accorato appello in difesa dei piccoli comuni che non devono spopolarsi e morire e contro la piaga degli incendi dolosi che ogni anno, purtroppo falcidiano i boschi delle piccole comunità montane che rappresentano le radici della storia locale e delle tradizioni popolari. Da qui, secondo i promotori del Festival, il riuscito tentativo di accomunare la generazione dei suonatori-anziani e quella dei suonatori-bambini per dare continuità alla tradizione della zampogna calabro-lucana, soprannominata “surdulina”. Tanta la partecipazione, sia di Albidona che dei paesi vicini, arricchita, in questo particolare periodo dell’anno, dalla presenza degli emigrati. Nell’occasione, al richiamo del fascino della zampogna, i suonatori sono venuti da molti paesi calabro-lucani ma anche da molto più lontano. Tra questi i gruppi lucani di Terranova del Pollino, di Viggianello, di San Giorgio Lucano e di San Paolo Albanese unitisi, oltre che ai suonatori albidonesi, ai gruppi calabresi di Altomonte, di Morano e di Rende che, arrivati nel pomeriggio, hanno suonato allegramente per le vie del piccolo borgo. In serata, poi, si sono ritrovati tutti in Piazza Convento, dove è andato in scena uno spettacolo davvero coinvolgente, fatto di canti e di suoni della tradizione popolare. La manifestazione è stata patrocinata dall’Amministrazione Comunale guidata dal sindaco Filomena Di Palma in collaborazione con la Pro Loco di Ciccio Salvatore. Riuscita e ben gradita la cucina dei prodotti tipici di Albidona (rasc/catielli con la ricotta, e tiganata di peperoni e patate” e bibite fresche, compreso il vino cerasuolo. A presentare e coordinare l’evento ha provveduto il giovane-neolaureato Giuseppe Adduci mentre i fratelli Vincenzo e Domenico Ferraro hanno cantato e suonato con la chitarra “battente” costruita dal papà Maestro Leonardo Ferraro. Le signorine Francesca Leonetti e Lucia Paladino hanno recitato alcuni vecchi canti popolari e poesie dialettali. Un successo particolare ha riscosso la “Squadra del tamburello” costituita da bambini-suonatori di organetto e tamburello che rappresentano la continuita delle tradizioni popolari: Francesco Adduci, Gianluca Leonetti, Salvatore Scillone, Mimmo Arvia, Francesco Gaetano (Kekko, di Amendolara), i tre fratellini Paladino, Rosario Matarrese, Michelino Paladino e Domenico Verardo di Oriolo. Fra i suonatori anche alcuni disabili, fraternamente integrati nei gruppi. “Non devo ringraziare solo gli organizzatori del II Festival della Zampogna nel nostro piccolo borgo”, – ha dichiarato il sindaco Di Palma – ma soprattutto i suonatori di zampogna che sono venuti da lontano: dalla Campania e dalla Basilicata. Sono contenta anche dei giovani suonatori di Albidona che stanno crescendo. Sono ancora emozionata per questi suoni etnici che non devono scomparire e sono d’accordo sulla salvaguardia della cultura popolare che ci serve anche per far conoscere Albidona fuori dai confini comunali». «Anche questa seconda edizione del Festival della Zampogna, coronata da maggiore successo rispetto all’anno scorso – le ha fatto eco l’Assessore Carlo Leonetti – ci conferma che la nostra piccola comunità ha un’eredità culturale antica e noi abbiamo il compito di recuperarla e di conservarla. Condivido perciò l’appello di salvaguardare il paese, perché tutti i piccoli centri montani sono a forte rischio. Senza cultura – ha concluso Leonetti – il paese è come una casa vuota e perciò ci dobbiamo impegnare per dare continuità a questo Festival». «Noi – ha dichiarato Giuseppe Rizzo del “Gruppo l’Altra Cultura” autentica anima della manifestazione – non ci siamo mai auto-incensati. E’ la gente che deve giudicare, ma oggi la piazza era traboccante di gente, in gran parte venuta da fuori, perché il suono della zampogna, dell’organetto, del tamburello e il canto popolare sono nel cuore del popolo. La musica e la cultura – ha aggiunto Giuseppe Rizzo – hanno sempre aggregato e affratellato un paese ancora oggi dilaniato dalle fazioni municipalistiche sottovalutando il fatto che l’odio ingiustificato e la sete di potere fanno morire le piccole comunità. I suonatori – ha aggiunto ancora il prof. Rizzo – sono degli autentici professionisti, ma i veri professionisti della zampogna sono stati gli ultimi anziani insieme ai bambini e anche ad alcuni disabili, nei cui occhi è tornato il sorriso: l’anziano barbuto Luigi in realtà ci lascia una tradizione ma i nostri piccoli suonatori rappresentano la continuità. Per la verità – ha concluso il portavoce de “L’Altra Cultura” – non siamo in molti, ma lavoriamo in silenzio, come i monaci certosini, per evitare che il paese muoia». «L’evento – ha sostenuto Michele Santoro di Altomonte delineando la migliore conclusione del II^ Festival della Zampogna – ci ha offerto una magica occasione per ascoltare musica vera, che trasuda dalla cultura popolare e non è influenzata dalle mode. Ecco perché il Festival deve continuare».
Pino La Rocca