Albidona-07/08/2019: IL SECONDO FESTIVAL DELLA ZAMPOGNA NEL PICCOLO BORGO DI ALBIDONA: UN APPELLO PER I PAESI  INTERNI CHE “NON DEVONO MORIRE” – CONTRO GLI INCENDI CHE DISTRUGGONO I BOSCHI – NON TAGLIARE LE ANTICHE TRADIZIONI POPOLARI.

Anche il festival della zampogna 2019 è stato dedicato al maestro Leonardo Rago, deceduto un anno fa. Questa è stata anche la festa dei nostri emigranti, dei bambini e degli anziani.

Piazza Convento: gremita di gente di Albidona e dei paesi vicini. 

I  suonatori di zampogna sono venuti dai paesi calabro-lucani e anche da lontano. Presenti i gruppi di Terranova di Pollino, Viggianello, San Giorgio Lucano, San Paolo Albanese, Morano, Oriolo, Rende e i giovani suonatori di Abidona. Abbiamo “svegliato” la popolazione, girando e suonando per le strade del centro storico. In serata, tutti in Piazza Convento, dove inizia lo spettacolo canoro e sonoro.

La manifestazione è stata patrocinata dall’ Amministrazione comunale. Ha collaborato anche la Proloco di Ciccio Salvatore. Riuscita. Ben gradita la cucina dei prodotti tipici di Albidona:  rasc/catielli con la ricotta, e  “tiganata” di peperoni e patate”, e bibita fresca, compreso il vino cerasuolo.

Ha presentato e coordinato il neolaureato Giuseppe Adduci. I saluti dell’Amministrazione comunale sono stati espressi dal giovane assessore Carlo Leonetti. Tutti i suonatori sono stati salutati e presentati da Giuseppe Rizzo.  La sindaca Filomena Di Palma li ha calorosamente salutati e ringraziati in piazza, uno per uno. I fratelli Vincenzo e Domenico Ferraro hanno cantato e hanno suonato con la chitarra battente del loro papà, maestro Leonardo; Francesco Claudio ha suonato l’organetto, l’anziano Luigi Rago (Baffo) ha suonato lo zufolo d’oleandro. Le signorine Francesca Leonetti e Lucia Paladino hanno recitato alcuni vecchi canti popolari e anche poesie dialettali. Grandi applausi per la “Squadra del tamburello”: i bambini suonatori di organetto e tamburello. “Sono la SPERANZA della CUTURA e del PAESE”: Francesco Adduci, Gianluca Leonetti, Salvatore Scillone, Mimmo Arvia, Francesco Gaetano (di Amendolara), Domenico Verardo di Oriolo, i tre fratellini Paladino, Rosario Matarrese, Michelino Paladino. Presente anche il cantautore dialettale Giuseppe Mutto. Abbiamo dato voce a chi la meritava, perché hanno suonato non solo i bambini ma anche alcuni disabili, fraternamente accolti e applauditi. Si è parlato anche del quadernetto manoscritto di alcuni vecchi canti popolari calabresi scoperto nella Biblioteca Torre di Albidona.

Non ci siamo mai auto-elogiati. Deve giudicare la gente. Ma la piazza era piena, perché il suono della zampogna, dell’organetto, del tamburello, e il canto popolare sono nel cuore del nostro popolo. La musica e la cultura hanno aggregato e affratellato il paese, ancora dilaniato dalle fazioni municipalistiche. L’odio ingiustificato e la sete di potere fanno morire le piccole comunità. Non ripetiamo le cose che fanno gli altri, ma le rispettiamo e le seguiamo. Abbiamo anche noi una storia e una cultura da raccontare e da salvaguardare.

I suonatori sono degli autentici professionisti. Ma altri veri protagonisti   della serata (domenica 4 agosto) sono stati gli ultimi anziani e i bambini. Con la zampogna, anche il disabile può diventare artista. Negli occhi del suonatore anziano e del sofferente è tornato il sorriso: il vecchio barbuto Luigi ci lascia una tradizione; invece, i piccoli suonatori  sono la continuità della nostra tradizione. Ecco perché il paese non deve morire. Non siamo in molti, ma lavoriamo in silenzio; come i  “monaci certosini”. Siamo grati al dottor Michele Santoro per questo suo gradito e obiettivo giudizio. “Questo festival della zampogna è una grande occasione per ascoltare musica vera che viene dalla cultura popolare, non influenzata dalle mode. Un grande lavoro che dovrà continuare”.  Pubblicheremo anche le altre testimonianze espresse via face book. Grazie a tutti. Speriamo di fare anche il Terzo Festival della  zampogna, nella prima domenica di agosto 2019.

( a cura del gruppo L’Altra cultura)