Trebisacce-29/09/2019:RAZZISMO E ALTRE IDIOZIE DEL CALCIO ITALIANO (di Francesco Cozzo)

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RAZZISMO E ALTRE IDIOZIE DEL CALCIO ITALIANO (di Francesco Cozzo)

 

Sono tornato in Italia dopo tre anni e ho trovato le cose peggiorate, c’è tantissimo odio. Qui si va allo stadio per insultare il calciatore, l’avversario, la squadra”. La pesante accusa arriva dall’allenatore dell’Inter, Antonio Conte, in un malinconico venerdì di fine estate. Il riferimento è agli ululati subiti da Romelu Lukaku a Cagliari e, più in generale, al clima d’odio presente all’interno del nostro calcio.

L’inizio dell’autunno non porta consiglio ai facinorosi, il cui catalogo di idiozie si arricchisce di giorno in giorno, comprendendo discriminazioni di vario genere, ingiurie verso i morti, gesti ineleganti, comportamenti inspiegabili. Un campionario desolante, dotato di radici lontanissime nel tempo: tanti anni fa, a San Siro, un motorino venne lanciato lungo gli spalti.

In qualche caso, peraltro, si sfocia persino nella criminalità organizzata. Dodici capi ultrà della Juventus sono stati recentemente arrestati per associazione a delinquere, estorsione aggravata, autoriciclaggio e violenza privata: la società bianconera ha collaborato con le forze dell’ordine, denunciando i fatti e dimostrando di voler smantellare un sistema basato sui ricatti e sul desiderio di gestire il bagarinaggio.

La Roma ha deciso di bandire per sempre dalle proprie partite un tifoso, che su Instagram aveva rivolto commenti razzisti a Juan Jesus. Il nuovo presidente della Fiorentina, Rocco Commisso, ha invitato i tifosi viola a smettere di intonare cori contro le popolazioni meridionali, l’indimenticabile Gaetano Scirea e le vittime della strage dell’Heysel, in cui numerosi supporter juventini persero la vita.

Alcuni club, dunque, stanno provando a sovvertire una situazione delicata, ma la strada da percorrere è tuttora lunga e tortuosa. Troppi addetti ai lavori tendono a minimizzare episodi gravissimi, sostenendo che si tratti di condotte messe in atto da poche persone e dimenticando che anche un solo imbecille deve essere estirpato. Talvolta, oltretutto, ci troviamo al cospetto di fenomeni di massa: il 90% della curva del Brescia ha bersagliato il bosniaco Miralem Pjanic con epiteti irriguardosi. I media, inoltre, contribuiscono spesso a creare un’atmosfera tesa, alzando i toni e alimentando indirettamente le cattive intenzioni degli esagitati.

Sul tema del razzismo, in particolare, è opportuno soffermarsi sulle parole pronunciate da Fiona May, che ha rivelato il motivo per cui ha abbandonato il proprio incarico nella Federazione Italiana Gioco Calcio: “Ho lasciato perché non è cambiato nulla, nulla è stato deciso. Non era la loro priorità”. Inizialmente assunta con il teorico obiettivo di contribuire a risolvere un serio problema sociale, la leggendaria ex atleta ha capito presto di essere utilizzata come una sorta di testimonial di lusso, priva di margini operativi, e di trovarsi in un ambiente che non aveva voglia di intraprendere iniziative concrete.

Il sogno di Martin Luther King, storico leader del movimento per i diritti civili degli afroamericani, rimane irrealizzato: ancora oggi, purtroppo, si rischia di essere giudicati in base al colore della pelle e alle origini geografiche.

 

Francesco Cozzo