Trebisacce-14/10/2019: Lavoro tanto, soldi pochi!
TREBISACCE Lavoro tanto, soldi pochi! Parliamo degli operatori socio-sanitari che, assunti in organico una decina di anni addietro con un contratto part-time di 3 ore al giorno e impiegati nelle mansioni più disparate, si battono da anni per il completamento delle ore di lavoro in modo da poter avere uno stipendio dignitoso e non essere considerati precari a vita. Finora però sulla loro strada hanno sempre trovato un autentico muro di gomma contro cui si sono infrante tutte le loro aspettative. Sono un centinaio in tutta l’Asp di Cosenza e una decina nel presidio sanitario di Trebisacce che, con la conclamata penuria di personale, potrebbero risolvere parte dei tanti problemi esistenti in ogni settore della nostra sanità. Non si tratta infatti di fare nuovi Concorsi e nuove assunzioni perché si tratta di personale di già in carico al servizio sanitario, ma solo di adottare un Delibera che aumenti il loro orario di lavoro. Eppure si tratta di personale che andrebbe premiato per la disponibilità a lavorare sempre, di giorno e di notte e nei giorni festivi ed a svolgere qualsiasi mansione, dal supporto al Pronto Soccorso fino alle mansioni più umili negli obitori degli Ospedali. Purtroppo per loro gli anni passano, il management aziendale e le figure apicali cambiano vorticosamente e questi poveri lavoratori, gran parte dei quali padri e madri di famiglia ormai non più giovanissimi, restano a mezzo servizio e destinati, forse, ad essere precari a vita. Finora tutte le iniziative assunte, nonostante il sostegno degli amministratori locali, sono sempre naufragate. Diciamo la verità: oggi con 500/700 euro mensili non si vive ed è veramente offensivo per questi operatori socio-sanitari che non si tirano mai indietro e che chiedono di lavorare oltre le attuali 18 ore settimanali, doversi accontentate di uno stipendio dimezzato e sicuramente inferiore al reddito di cittadinanza che in tanti percepiscono stando però a casa ed evitando, peraltro, di prendere la macchina e spostarsi a proprie spese per raggiungere i posti di lavoro. Per la verità, secondo quanto riferiscono alcuni di loro, uno spiraglio di luce si sarebbe acceso nei giorni scorsi: il Commissario Cotticelli, dimostrando una sensibilità diversa rispetto alle rivendicazioni di questi lavoratori e accogliendo l’istanza del sindaco Franco Mundo, avrebbe dato l’incarico al dr. Laviola quale soggetto attuatore della riapertura del “Chidichimo” di predisporre la tanto agognata Delibera, ma finora sono trascorsi diversi giorni e questi poveri lavoratori temono il peggio e temono di dover continuare a pagare dazio alla pachidermica lentezza della burocrazia aziendale.
Pino La Rocca