Villapiana-19/10/2019:La Minoranza torna a chiedere trasparenza sui conti della BSV
VILLAPIANA Ben 85 giorni per ottenere, senza però riuscirci, l’accesso agli atti del Comune da parte delle forze di Minoranza. E’ quanto lamentano, attraverso una nota-stampa accompagnata da una serie di istanze formali regolarmente registrate al Protocollo del Comune a partire dal 4 luglio 2019, i tre consiglieri del gruppo di Minoranza “Insieme per Villapiana” Luigi Bria, Domenico Filardi e Maria Rosaria La Vitola. La materia su cui questo gruppo di Minoranza intende fare luce è la contabilità della BSV, la società di cui è Amministratore Unico Eduardo Lo Giudice e che gestisce una serie di servizi del Comune tra cui l’igiene urbana, la piscina comunale, la stazione di trasferimento dei rifiuti, la mensa scolastica e altro ancora e a cui il Comune, in ragione dei tanti servizi affidati, destina ogni quattro mesi una buona fetta di risorse comunali su cui, appunto, la Minoranza vuole vederci chiaro. «In barba ai 30 giorni previsti dalla normativa vigente – scrivono i tre della Minoranza che dimostrano di aver trasmesso le varie istanze oltre che al sindaco Montalti e all’Amministratore Lo Giudice anche al Segretario Generale dr.ssa Latronico e al presidente del consiglio Grillo – abbiamo atteso ben 85 giorni prima che Lo Giudice ci convocasse per la consegna di parte dei documenti richiesti. In questo lungo lasso di tempo – aggiungono i tre della Minoranza – abbiamo dimostrato una pazienza certosina, venendo incontro alle esigenze operative della società in ossequio allo spirito di servizio e di leale collaborazione, confidando nel rispetto del diritto, non solo legittimo e basilare dei consiglieri comunali, ma di tantissimi cittadini che vogliono vedere chiaro sui conti e sulla gestione di una società interamente partecipata dal nostro Comune. I documenti ricevuti, presumibilmente solo per merito dell’intervento del Segretario Generale, – scrivono Bria, Filardi e La Vitola – non ci soddisfano né per numero essendo minori di quelli richiesti, né per i contenuti in quanto risultano incompleti o addirittura diversi e comunque poco rilevanti per valutare compiutamente lo stato di salute della società». In pratica i 3 di “Insieme per Villapiana” avevano chiesto 4 documenti: -il Durc aggiornato; la ricevuta del pagamento della tassa regionale per il conferimento dei rifiuti dell’anno 2018; -l’estratto-conto dei contributi versati dal 31 marzo 2019 al 31 agosto 2019 e –il partitario dei debiti e dei crediti a chiusura dei mesi di dicembre 2018, febbraio 2018 e agosto 2019. «Ebbene – scrivono Bria, Filardi e La Vitola – di questi atti non ne abbiamo ricevuto neanche uno». A questo punto i tre della Minoranza elencano tutta una serie di presunte imprecisioni, di irregolarità e di discordanze di cifre e di date tra cui la mancata consegna della ricevuta di pagamento della tassa regionale sui rifiuti che, sebbene il comune versi alla BSV puntualmente ogni 4 mesi la rata di 466mila466,67 euro per un importo pari a 1milione 400mila euro, ha fatto finire il Comune di Villapiana tra gli enti locali calabresi morosi e a rischio di commissariamento per quanto riguarda il settore dei rifiuti. «Si spera pertanto – osserva il gruppo “Insieme per Villapiana” convinto di interpretare la volontà degli oltre 5mila abitanti di Villapiana che pagano puntualmente le tasse e i tributi – che le nostre preoccupazioni vengano al più presto fugate attraverso l’esibizione della documentazione a tutt’oggi mancante. Facciamo pertanto appello al Segretario Generale dr.ssa Latronico, garante della trasparenza e al Presidente del Consiglio Comunale chiamata a tutelare i diritti di tutti i consiglieri, affinchè vogliano sollecitare il sindaco Montalti e l’Amministratore della BSV Lo Giudice a consegnare la documentazione richiesta. Il parziale o il mancato accesso agli atti – scrivono in conclusione i consiglieri di “Insieme per Villapiana” – non può essere ulteriormente tollerato, né quella legale, – aggiungono – in un sistema democratico e in quello che dal sindaco Montalti è stato orgogliosamente ribattezzato il Palazzo di vetro, può essere considerata l’unica strada percorribile per vedersi riconosciuto un diritto sacrosanto».
Pino La Rocca