Trebisacce-09/03/2020: Mafie Nigeriane:i legali investono la Corte Suprema
TREBISACCE Maxi-Operazione “Drill”: i difensori investono la Corte Suprema. Gli Avvocati Giovanni e Maria Stefania Brandi Cordasco Salmena del Foro di Castrovillari e con Studio a Francavilla Marittima e a Bari, dal loro Studio di Bari hanno proposto formale ricorso alla Corte Suprema di Cassazione contro la decisione del Tribunale del Riesame di Bari presieduto dalla Dr.ssa Romanazzo, a proposito dei loro assistiti coinvolti nella maxi-operazione internazionale “Drill” che, come riferiscono le cronache recenti, ha inferto un duro colpo alle più agguerrite mafie nigeriane. Il Collegio, secondo quanto scrivono i due Avvocati, contrariamente a quanto avevano chiesto i Legali, ha confermato l’assunto accusatorio del Gip di Bari Dott. De Benedictis e quindi degli inquirenti che procedono. Come è noto, la maxi-operazione “Drill” (prova di coraggio) la Squadra Mobile di Bari ha allertato alla fine del 2019 una vastissima rete di mezzi e di energie per sgominare un accordo stipulato tra mafie che gli inquirenti hanno qualificato tra le più pericolose al mondo. Nello scorso mese di dicembre, infatti, sempre la Squadra Mobile di Bari ha eseguito in Puglia, Sicilia, Campania, Calabria, Marche, Basilicata, Lazio, Emilia Romagna, Veneto ed all´estero, grazie al coordinamento del Servizio Centrale Operativo sul territorio nazionale ed alle attività di cooperazione internazionale condotte dalla Divisione Interpol in Germania, Francia, Olanda e Malta, un´Ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Bari su richiesta della locale Procura della Repubblica-Direzione Distrettuale Antimafia a carico di 32 soggetti di nazionalità nigeriana, ritenuti responsabili, con vari ruoli, di associazione mafiosa finalizzata al favoreggiamento della immigrazione clandestina, alla tratta di esseri umani, alla riduzione in schiavitù, alle estorsioni, alle rapine, alle lesioni personali, alla violenza sessuale, all´uso di armi bianche ed allo sfruttamento della prostituzione e dell´accattonaggio. «Si tratta, – secondo quanto scrivono gli avvocati Giovanni e Maria Stefania Brandi Cordasco Salmena – dell’operazione in materia di mafia nigeriana con il più alto numero di arrestati in Italia. Gli indagati, infatti, sono tutti accusati di aver fatto parte, insieme a numerose altre persone non identificate, di due distinte associazioni a delinquere di stampo mafioso, di natura cultista, operanti nella provincia di Bari quali cellule autonome delle fratellanze internazionali denominate “Supreme Vikings Confraternity – Arobaga” e “Supreme Eiye Confraternity” che, – sempre secondo quanto sostengono i due legali, – hanno agito per lungo tempo allo scopo di ottenere il predominio sul territorio barese e di gestire i propri affari illeciti». Le indagini della Squadra Mobile barese avrebbero preso avvio dalle denunce sporte, sul finire del 2016, da due cittadini nigeriani ospiti del CARA (Centro Accoglienza Richiedenti Asilo) di Bari, i quali hanno dichiarato di esser stati vittime di pestaggi, rapine e ripetuti tentativi di condizionamento per esser “arruolati” tra le fila di un gruppo malavitoso che stava espandendo la sua influenza all´interno del Centro. «I dettagli contenuti nelle denunce – scrivono ancora gli avvocati Brandi Cordasco Salmena – permettevano di comprendere che molte delle violenze commesse dagli ospiti nigeriani del C.A.R.A. nei mesi successivi non erano casi isolati, ma si inserivano in un contesto di scontri tra le due principali gang criminali ivi presenti, quella dei “Vikings” e quella degli “Eyie”, la prima più numerosa e più violenta della seconda. Entrambe – secondo quanto riferiscono i due legali – reclutavano nuovi adepti attraverso cruenti riti di iniziazione consistenti in “prove di coraggio”, per tentare di prevalere l´una sull´altra e commettevano violenze, rappresaglie e punizioni fisiche (il c.d. “Drill” che per l’appunto ha dato il nome all’operazione). Nei confronti delle donne nigeriane, in particolare, – sempre secondo i due legali – è emersa anche la vessazione psicologica riservata ad un ceto ritenuto inferiore, buono solo a soddisfare le esigenze sessuali della comunità maschile e, soprattutto, a produrre denaro attraverso lo sfruttamento della prostituzione. In tal senso – si legge nella nota dei due Avvocati del Foro di Castrovillari – è risultata, ad esempio, emblematica la figura delle c.d. “blu queen”, donne considerate una merce di proprietà esclusiva del gruppo degli “Eyie” dopo essersi sessualmente concesse ai capi e destinate a gestire, per loro conto, le giovani prostitute fatte entrare nel C.A.R.A. Una delle principali attività illecite condotte da dette associazioni mafiose in questione è stata proprio quella dello sfruttamento della prostituzione». La presenza delle gang nigeriane in forma associativa, sempre secondo le ricostruzioni emerse dalle indagini e riferite dai due legali, costituisce una realtà sempre più diffusa sul territorio nazionale, sebbene la loro esistenza ed operatività sia di difficile accertamento. «Basti pensare – hanno scritto testualmente i due Avvocati – alla crescita esponenziale dei flussi di denaro dall´Italia verso la Nigeria rilevatasi nel corso degli ultimi anni: soltanto nell´anno 2018, le rimesse di denaro dall´Italia alla Nigeria, come rilevato dalla Banca d´Italia, sono state pari a 74,79 milioni di euro, corrispondenti al doppio di quelle dell´anno 2016. E ciò sul dato di una popolazione nigeriana presente in Italia stimato, alla data del 30.06.2019, in circa 105 mila presenze, in prevalenza uomini e senza contare che la comunità dei nigeriani ha in Italia il più basso tasso di occupazione ed il più alto tasso di disoccupazione. Ora – hanno concluso gli Avvocati Giovanni e Maria Sefania Brandi Cordasco Salmena del Foro Castrovillarese – mentre prosegue l’iter processuale dell’operazione, per quanto riguarda la fase cautelare e le gravi misure adottate dagli inquirenti, bisogna attendere le determinazioni della Suprema Corte di Cassazione».
Pino La Rocca