Trebisacce-09/04/2020: Alle stampe l’ultimo libro del prof.Giovanni Brandi Cordasco Salmena di San Quirico
TREBISACCE Alle stampe, per i tipi dell’Editore Brenner, l’ultimo libro di Giovanni Brandi Cordasco Salmena di San Quirico dal titolo “Il Carmelo di Echt”. Con questa ultima pubblicazione che tratta “Le basi concettuali della resistenza spirituale di Edith Stein al totalitarismo nazista nello Statuto paradossale della filiazione ebraica), accompagnata dalla brillante prefazione del prof. Gian Pietro Calabrò, filosofo del diritto e già preside nell’Unical, l’autore libro porta a termine una serie di ricerche dell’età giovanile, iniziate a Urbino tanti anni addietro all’ombra di Italo Mancini, massima espressione del pensiero filosofico e teologico del secondo Novecento, alcune delle quali già pubblicate in riviste scientifiche di settore. Il titolo del libro “Il Carmelo di Echt” è mutuato da un testo di Juri Camisasca nel quale l’autore si riconosce da sempre e a cui ha dato voce Franco Battiato, di cui ha goduto una breve ma intensa frequentazione presso la Scuola di Filosofia Orientale e Comparativa (Battiato-Magi) di Rimini patrocinata dall’Istituto di Scienze dell’Uomo dell’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”. Il filo conduttore del libro è la resistenza di Edith Stein al totalitarismo nazista. «La monografia – secondo quanto ha scritto l’ autore del libro – è stata occasionata dalla decisione del Santo Padre di aprire agli studiosi della materia l’archivio segreto del Vaticano sul pontificato di Papa Pio XII, i cui silenzi hanno fatto discutere a lungo gli storici, specie quelli che hanno considerato omertoso l’operato di Papa Pacelli nei confronti della degenerazione dei movimenti fascisti e nazisti nello sfacelo planetario della seconda guerra mondiale». Silenzi ormai passati alla storia che però il prof. Giovanni Cordasco Salmena considera eloquenti e proficui, ravvisando nella “pratica del silenzio” un fattore anche politico condivisibile: un fattore che del resto risulta in linea con i suoi studi (basti pensare ai rilievi sulla in “iure cessio” nel processo romano o al silenzio di Gesù di Nazareth dinanzi alle Autorità di Gerusalemme) ma anche, più in generale, ma anche in linea con la sua attività forense, conseguendo, a suo parere, effetti più rilevanti della scelta di parole da non dire al posto di un eloquio diffuso e incongruente. La parte centrale del libro è dedicata alla lettera che Edith Stein (la filosofa tedesca di origine ebraica, allieva di Husserl, che perse la vita nelle camere a gas ed è stata santificata da Giovanni Paolo II) ha scritto a Papa Ratti, Pio XI, denunciando quanto stesse accadendo al suo popolo. Anche tale lettera era balzata agli onori della cronaca, non solo scientifica, nel 2005, in occasione della decisione di rendere accessibile agli studiosi parte degli archivi vaticani. Alla fine di un’opera di così intenso impegno, non poteva mancare la tabula gratulatoria dei doverosi ringraziamenti da parte dell’autore. «Voglio perciò indirizzare – ha scritto testualmente il prof. Giovanni Brandi Cordasco Salmena di san Quirico – sentimenti di viva gratitudine al Prof. Gian Pietro Calabrò, maestro della nostra più rinomata Accademia, il quale ha voluto presentare il mio studio con lo spessore della sua sapienza, al Prof. Carlo Pontoriero che non mi ha risparmiato un affettuoso conforto circa la portata di alcune fonti più intricate della storia del pensiero politico, nel senso della stessa amicizia con cui mi ha accolto all’Unical, a Juri Camisasca ed al Maestro Franco Battiato ai quali ho pensato di intitolare il mio lavoro dopo averne seguito le sensibilità proprie lungo la via mistica di Gurdjieff, Rumi e delle altre connessioni possibili, anche nell’eccellenza della Scuola Filosofica Orientale di Rimini cui ha preso parte, con Luigi Magi, il compianto Prof. Enrico Moroni e dell’Istituto di Scienze dell’Uomo dell’Università di Urbino. Inoltre ringrazio i miei collaboratori, in special modo il Prof. Bruno Mandalari, per quanto tempo ha speso con me in letture che si perdono nel tempo e anche quale insostituibile cultore della speculazione scolastica presso la Cattedra di Storia della Chiesa di cui sono incaricato a Pistoia e infine, fatte salve eventuali dimenticanze catalogate tra i miei “peccata suos teneant autore”, all’Editore Brenner che ha collocato il mio saggio tra le sue prestigiose pubblicazioni». L’autore ha dedicato il saggio alla Madre e per l’appunto a Don Italo Mancini (che già aveva ricordato in Sentinella quanto resta della notte? Debito e responsabilità in Dietrich Bonhoeffer. Ricordando Italo Mancini) “… «Dedico perciò queste pagine a Don Italo Mancini, – ha concluso l’autore – che di certo ha ispirato i miei primi passi nella ricerca accademica, e più in generale nella vita adulta ed a mia Madre, che più di chiunque, li ha sorretti e li sorregge, quando si fanno incerti nelle angustie della vita nel doppio versante di un inesaurito abisso, una sola tensione ideale sostiene l’intensità della medesima corrispondenza di affetti: con chi tangibilmente mi vive accanto; con chi si perde nella dolcezza della memoria. “Blau farbe der ferne – azzurro è il colore della lontananza».
Pino La Rocca