Montegiordano-19/04/2020: 19 APRILE 2020 DOMENICA IN ALBIS L’INCREDULITÀ DI TOMMASO DI CARAVAGGIO (di Franco Leone)
19 APRILE 2020
DOMENICA IN ALBIS
L’INCREDULITÀ DI TOMMASO DI CARAVAGGIO
di Franco Leone
La «Domenica in Albis» (letteralmente «Domenica in bianco») cade la settimana successiva a quella della Pasqua. È anche nota per essere la domenica dell’incredulità di san Tommaso. Per tale motivo ho scelto di presentare in questo spazio dedicato all’arte il capolavoro di Caravaggio dedicato al suddetto soggetto.
In questo dipinto (realizzato tra il 1601 e il 1603) Caravaggio ci presenta l’episodio del vangelo di Giovanni (20,19-29), ponendoci davanti quattro figure con le teste disposte a croce, in modo da definire la tridimensionalità della scena.
Il pittore ci fa trovare nel momento in cui Tommaso, per fugare i propri dubbi, affonda il proprio dito nel costato di Cristo, alla presenza inorridita di due apostoli: Pietro in alto e Giacomo totalmente immenso nell’ombra, alla nostra destra.
Mirabile è il gioco di luci e di ombre messo in atto dall’artista lombardo: un contrasto che ci fa distinguere la valenza divina e quella umana dei personaggi presenti nella scena. La luce non proviene da nessuna fonte luminosa esterna ma è irradiata direttamente da Gesù. È proprio questa implosione di luminosità che ci rivela la sua natura divina. L’umanità dei tre apostoli resta invece oscurata dentro le ombre. Da Gesù la luce si diparte per illuminare le fronti scalfite dalle rughe degli apostoli e la mano con il dito sacrilego di Tommaso.
L’accentuazione delle rughe sugli occhi non ha solo lo scopo di calibrare l’attenzione sulla piaga di Gesù, ma serve anche a dare importanza a quello che gli occhi stanno vedendo per un prodigio che appare impossibile. Anche noi fuori dal quadro non siamo semplici spettatori ma facciamo parte del dipinto. Anche noi siamo indotti a corrugare la fronte nell’assistere a tale prodigio.
Particolare è anche lo studio psicologico dei personaggi ravvisabile nelle sopracciglia. Quelle di Pietro e di Giacomo sono aggrottate e mettono in evidenza una sensazione di orrore e di disappunto per il gesto sacrilego. Le sopracciglia di Tommaso sono invece dilatate, come a voler sottolineare lo stupore da cui egli viene pervaso.
Un ulteriore sublime dettaglio della tecnica di Caravaggio è dato dal simbolismo. Per esempio la sua arte riesce a farci percepire mirabilmente la doppia natura divina e umana di Gesù. È divina, come già detto, per via della luce innaturale che si irradia da lui. È umana perché con il dito di Tommaso che indaga il costato, stiamo anche noi affondando il nostro indice nel torace di una persona in carne ed ossa.
Infine non bisogna dimenticare lo struggente realismo dell’opera. Gli apostoli sono personaggi attinti dalla strada, incredibilmente realistici nelle loro fattezze umane: sono spettinati, con la barba incolta, hanno le vesti sdrucite. I loro volti sono segnati, smagriti, rugosi, provati dalle avversità della vita. Anche questo dettaglio rende il capolavoro assoluto perché antesignano del realismo più puro.
L’opera fa parte della collezione della Bildergalerie von Sanssouci di Potsdam, presso Berlino in Germania.
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