Trebisacce-04/05/2020: Assistenza domiciliare:fiore all’occhiello del Distretto
TREBISACCE Assicurare la necessaria assistenza sanitaria a domicilio, anche e soprattutto in tempo di Coronavirus, agli anziani non autosufficienti. E’ il compito assegnato, in base al suo compito istituzionale, al servizio ADI (assistenza domiciliare integrata) gestito dai Distretti Sanitari e che può essere richiesto dal Medico di Base tramite domanda all’ASP di competenza quando le condizioni del paziente lo rendono necessario e possibile. Ed è quello che fa, nel migliore dei modi possibili e compatibilmente con le risorse disponibili, l’èquipe medica e infermieristica dell’ADI del Distretto Sanitario “Jonio Nord” di Trebisacce sotto la guida della dr.ssa Antonella Arvia che opera in stretta collaborazione con il Direttore del Distretto dr. Giovanbattista Genova. Parola del dr. Leonardo Diodato, Medico di Famiglia di Villapiana che ha definito il servizio ADI di Trebisacce “il fiore all’occhiello del nostro Distretto Sanitario”. Il servizio ADI, secondo quanto ha chiarito il dottor Diodato da addetto ai lavori, oltre alla possibilità di visite specialistiche domiciliari, in realtà fornisce servizi di trattamenti medici, infermieristici e riabilitativi, integrati con servizi socio-assistenziali (igiene personale e cura della persona) ed è riservato a pazienti non autosufficienti in modo totale o parziale, allettati, o con disabilità motoria, e comunque con patologie gravi. «Il servizio del nostro distretto sanitario Jonio Nord – ha scritto il dr. Leonardo Diodato – è diretto e coordinato in modo garbato e responsabile, dalla dott.ssa Antonella Arvia, sempre disponibile a dare una risposta concreta alle esigenze dei malati, naturalmente nei limiti delle possibilità legate al materiale a volte ridotto e al personale dipendente che deve operare su ben 23 Comuni del Distretto. Pur nelle ristrettezze che a volte si presentano, – ha aggiunto il Medico di Villapiana – il servizio viene comunque garantito a tutti con competenza e con grande umanità, consapevoli come sono, medici, infermieri e assistenti sociali, di affrontare i problemi di malati fragili e sofferenti». In realtà, una volta preso in carico il paziente, l’ADI compila un Piano di Assistenza e organizza una sorta di ricovero presso il domicilio della persona, prestando tutti gli interventi previsti in sinergia con il Medico di Famiglia che funge da “trait d’union” con il servizio centrale e con infermieri e specialisti. Personalmente – ha commentato lo stesso dr. Diodato – sono soddisfatto di aver operato per tanti anni a contatto con la dr.ssa Arvia, avendo trovato in lei sempre collaborazione e sintonia operativa e un modo paziente e garbato di rapportarsi con i pazienti che ha saputo trasmettere anche agli operatori che coordina, dando così forza e sicurezza ai pazienti che beneficiano delle cure dell’ADI soprattutto – ha concluso il dr. Diodato riferendo di un caso di paziente neoplastica in quarantena – in questo momento di grave emergenza da Coronavirus che ha portato gli operatori sanitari, non sempre adeguatamente attrezzati per difendersi dal virus, a stretto contatto con pazienti in quarantena, o con pazienti ammalati che sono stati curati nel loro domicilio». Si tratta – è bene precisarlo – di uno dei pochi servizi di qualità della medicina pubblica esistente nel nostro territorio pesantemente condizionata, nonostante gli sforzi di tanti medici e infermieri impegnati sul campo ad assicurare alle popolazioni dell’Alto Jonio servizi sanitari indispensabili, dalle amnesie della politica regionale e dallo strabismo del management aziendale che tende a penalizzare sempre di più la periferia della Calabria e la periferia della Provincia di Cosenza.
Pino La Rocca