Trebisacce- 15/07/2020: L’ultimo treno di fine anno / Gianni Mazzei: il Vulcano

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Trebisacce: 15/07/2020

L’ultimo treno di fine anno

Gianni Mazzei: il Vulcano

E’ fresco di stampa il romanzo “L’ultimo treno di fine anno”, scritto da Gianni Mazzei,  pubblicato lo scorso mese di Giugno, edito da Terra d’ulivi di Lecce di Emanuele Scarciglia, inserito nella collana “I Quarzi” che sono cristalli abbondanti in natura e abbondante sarà questa collana in cui entreranno tutte le scritture di prosa, i racconti brevi e la narrativa in generale. In questa collana la Casa Editrice fa spazio anche alla poesia, alle sillogi e alle antologie intese come raccolte di più voci e ciascuna con una propria vibrazione all’interno di una comune struttura. L’autore, Gianni Mazzei, ha insegnato fino a raggiungere la pensione, Storia e Filosofia, presso il liceo classico di Trebisacce. La sua fantasia nella scrittura creativa lo ha spinto a scrivere l’ennesimo libro, tanto ne partorisce all’incirca uno al mese e questa sua determinazione e passione mi ha portato a definirlo lo scrittore “Vulcano”. Ecco, il racconto di Gianni Mazzei, inizia così: ”Poco prima delle 24, il 31 gennaio di quest’anno, forse, ovunque nevischio, ho visto mio padre defunto su un treno che da Villapiana partiva per chissà dove; mi sono voltato, non avendolo riconosciuto subito, in quell’ombra profonda e sotto gli occhi un’aria pensierosa. Eravamo su due treni all’incontrario, quando mi sono girato nuovamente, il suo treno, aveva preso velocità e se l’era portato via. Il mio si avviò dopo alcuni minuti, ma andava piano per poter recuperare il tempo perduto raggiungerlo e parlargli almeno dal finestrino se ci fossimo incrociati. Morti e vivi siamo pendolari su soliti treni, ma i binari e gli orari sono diversi. Purtroppo, ancora.”.  Eccovi un saggio della scrittura creativa dell’autore. Nelle più di 140 pagine l’autore affronta l’eros nel rapporto di coppia, dialoghi accesi tra intellettuali del luogo, riporta sotto i riflettori le piazze  che ricordano momenti gioiosi di fanciullezza e l’affermazione della vita sulla morte. E anche le emozioni: “E la sera si consumava fertilmente tra intuizioni di pensiero e brividi della carne in quei corpi sempre desiderosi di aversi e di darsi”. Un romanzo da leggere per viaggiare indisturbati con la mente e creare quell’equilibrio necessario per capire il linguaggio e i sentimenti della natura umana.

Franco Lofrano