ALTO JONIO -20/07/2020: Piccoli Comuni: lasciateli sopravvivere…

Oriolo
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ALTO JONIO Piccoli Comuni: lasciateli sopravvivere… di nome e di fatto, perché il passato, il presente e il futuro dell’Italia è fortemente legato alle migliaia di piccoli comuni, di cui oltre la metà ha una popolazione inferiore a 3.000 abitanti. Di nome, perché ogni Comune pur piccolo che sia, ha il diritto di esistere perché ha una sua identità, una sua storia, un proprio Santo Protettore e, soprattutto, ha i suoi figli che, pur se sparsi in tutta Italia e nel mondo, sono gelosamente legati alle radici e vivono sempre con nostalgia i ricordi degli anni felici vissuti da ragazzi nel proprio paese d’origine. Nei Piccoli Comuni, infatti, più che nelle città metropolitane affollate e caotiche, c’è tranquillità, c’è aria pulita, c’è cibo sano e c’è lentezza negli spostamenti. Solo nei piccoli comuni, di fatto, ci sono ancora spazi aperti e incontaminati, le distanze sono tutte brevi e non c’è dunque fretta di arrivare, perché la parte più bella del muoversi è proprio l’incedere lento, che fa osservare il paesaggio che cambia lentamente, passo dopo passo. S’impara così a guardarsi intorno, ad ascoltare i rumori del bosco, delle valli, il vento che muove le foglie, i sassi che scricchiolano sotto i piedi. Si allena la pazienza e la costanza, ci si ferma a guardare i volti delle persone e ci si tempra nel corpo e nello spirito. Doveroso, dunque, per i piccoli comuni dell’Alto Jonio, puntare sulla cooperazione e sulla condivisione di servizi essenziali allo scopo di ridurre i costi e alleggerire i bilanci comunali di spese superflue, ma ogni piccolo Comune ha il diritto/dovere di difendere la propria identità, il proprio nome e il proprio Municipio. La sfida, semmai, è quella di riscoprire, connettere e ripopolare i piccoli borghi che si stanno svuotando delle energie migliori a causa dell’esodo, soprattutto dei giovani. Di fatto, è perciò necessario, soprattutto in chiave turistica, riscoprire il valore dei borghi antichi e investire risorse pubbliche e anche private per migliorare la qualità della vita, facilitare i collegamenti stradali e connettere le piccole comunità attraverso quegli agi e quei servizi telematici offerti dalle città e dai grandi centri urbani che in molti dei Piccoli Comuni mancano ancora oggi. «Nei piccoli comuni – ha scritto di recente Francesco Tarantini Presidente di Legambiente Puglia – c’è vita più di quanta se ne possa immaginare, ma questi territori lottano di continuo contro l’abbandono insediativo. Una legge inerente esiste ma tarda l’attuazione dei decreti previsti. Ricordiamo che la legge 158/2017 – ha aggiunto Tarantini – è rivolta ai Centri con meno di 5.000 abitanti e prevede misure di sostegno, tra cui l’estensione della banda ultra larga, un Piano di Istruzione per le aree rurali, il potenziamento dei servizi scolastici, la riqualificazione di edifici in stato di abbandono, la realizzazione di impianti di energia da fonti rinnovabili, la promozione dell’agroalimentare a filiera corta, la realizzazione di strutture ricettive. Dov’è tutto ciò? Nel 2017 – ha ricordato il Presidente di Legambiente Puglia che ha scritto al Presidente Conte invitandolo a legiferare a favore dei Piccoli Comuni – abbiamo festeggiato l’approvazione della legge Salva-Borghi dopo sedici anni di battaglie. Quando festeggeremo la sua reale attuazione?». Per fare questo, secondo Francesco Tarantini, è necessaria una grande opera di riconnessione del Paese, nel ricomporre l’originario policentrismo e l’armonico modello di urbanità. «E – ha concluso il Presidente Tarantini – al centro delle infrastrutture per la ripartenza dell’economia dovrà necessariamente esserci la connessione veloce come diritto di cittadinanza, che colmi in tempi brevi e certi lo scarto del “digital-divide” perchè ancora oggi oltre 3.900 Comuni sono sprovvisti di linea dati veloce, 1.200 Comuni non ricevono un segnale stabile per la telefonia mobile e 5milioni di italiani non ricevono adeguatamente il servizio televisivo. Questa è una precondizione perché i territori e le piccole comunità possano tornare ad essere protagoniste della rinascita del Paese».

Pino La Rocca