Sibari-01/08/2020: Sibari, patrimonio Unesco: si allunga la serie delle adesioni alla brillante proposta lanciata da Franco Corbelli
SIBARI Sibari, patrimonio Unesco: si allunga la serie delle adesioni alla brillante proposta lanciata da Franco Corbelli che mira a un dovuto riconoscimento verso la mitica città di Sibari che merita di diventare patrimonio dell’umanità. Oggi Sibari è soltanto una Frazione del Comune di Cassano Jonio ma conserva tutt’ora le vestigia del suo glorioso e ancestrale passato nel quale il suo potere fu dominante tanto che dal suo fiorente impero nacquero altre colonie magno-greche tra cui Poseidonia e addirittura Paestum. La fondarono gli Achei e gli abitanti provenienti dalla polis di Trezene e ben presto diventò il più importante e prospero centro della Magna Grecia. Sulla gloriosa storia di Sibari è però calato un velo che è necessario rimuovere al più presto. E così, dopo le adesioni del Sindaco di Cassano Jonio Gianni Papasso, del Partito dell’UDC di Cassano Jonio, della Chiesa Cassanese per iniziativa di don Pietro Groccia e di tante altre istituzioni, anche l’Associazione “Viva la Vida” e il suo fondatore e presidente Domenico Roseti ha sponsorizzato la proposta di Corbelli, convinto che Sibari, oltre alle necessarie attenzioni verso il suo prezioso patrimonio storico e archeologico gran parte del quale è ancora nelle viscere della terra, debba diventare al più presto un “Sito Unesco” e quindi un sito di interesse mondiale. «Da rappresentante del Coordinamento dei Genitori Democratici prima, – ha scritto in proposito il Presidente Roseti – passando attraverso il ruolo politico già ricoperto nel Partito della Rifondazione Comunista e da ultimo quale Presidente dell’Associazione “Viva la vida“, sono stato da sempre al fianco di chi ha voluto riconoscere a Sibari il ruolo che le spetta. Già dall’appello pubblicato da “Il Domani”, che annoverava tra i vari sottoscrittori personaggi insigni della cultura, della scienza, della ricerca, della Chiesa e, da ultimo, anche di altre Associazioni tra cui il CGD di cui sono stato rappresentante regionale, fino all’oggi. L’adesione di Comuni, di Provincia, di Regione e di tanti altri – ha scritto ancora Domenico Roseti – è di buon auspicio e può aiutare a presentare una proposta condivisa che consenta a chi di dovere di decidere per il giusto riconoscimento alla storia e alla grandezza di Sibari. Anche l’ultima battaglia vinta – ha scritto ancora Mimmo Roseti questa volta come ex macchinista delle Ferrovie dello Stato, – iniziata dalla nostra Associazione nel 2016 e che ha consentito a Sibari di essere collegata con l’Alta Velocità al resto dell’Italia attraverso Freccia-Argento, può aiutare e facilitare il raggiungimento dell’obiettivo. De resto lo stesso Corbelli – ha concluso il Presidente Roseti – nella sua proposta, ha sottolineato l’importanza di tale collegamento veloce che ha contribuito a rompere l’isolamento infrastrutturale della Piana di Sibari». Purtroppo, come fu destino di tutti i grandi imperi della storia tra cui l’Impero Romano, anche Sibari, vide il proprio tramonto per effetto della condotta lussuriosa dei Sibariti e per mano della vicina Crotone dove vigeva il moralismo dettato dalla scuola di Pitagora ed era forte l’ambizione per la conquista di nuovi territori. Gli scontri tra le due città culminarono così in una grande battaglia avvenuta nel 510 a.C, nei pressi del fiume Traente, (oggi Trionto) dove i due contingenti si scontrarono furiosamente e la battaglia volse a favore dei crotoniati guidati dal celeberrimo atleta Milone. «E’ però arrivato il momento – ha dichiarato Roseti – di restituire a Sibari l’importanza che ha avuto nella storia della Magna Grecia in modo che possa aiutare tutta la Sibaritide a uscire dall’anonimato ed a riprendersi quella centralità che aveva ai tempi della mitica città di Sibari. Il riconoscimento da parte dell’Unesco della mitica Sibari quale patrimonio dell’umanità – ha concluso il Presidente Mimmo Roseti – può diventare la via maestra per una nuova primavera di sviluppo di Sibari e dell’intera Sibaritide».
Pino La Rocca