Craco-02/09/2020: Cinemadamare: gran finale con la prima Weekly Competition a Craco

Cinemadamare: gran finale con la prima Weekly Competition a Craco

 

Giovedì 3 settembre alle ore 21:30 presso il suggestivo spazio all’aperto del Teatro Comunale di Craco Peschiera andrà finalmente in scena la prima Weekly Competition di Cinemadamare nella città fantasma. Tutti i filmmakers, di diverse nazionalità, hanno risposto positivamente agli stimoli della città, creando moltissime sceneggiature originali che renderanno la competizione ancora più avvincente. Ecco alcuni nomi e le nazionalità dei registi che firmeranno le varie opere: Elaine Adorno e Isadora Lima dal Brasile, Juana Cassese dal Messico, Anabella Funk dagli Stati Uniti, Daniel Trögler e Valeria Recman dalla Repubblica Ceca, Cary Crankson dal Regno Unito, Edouard Lemiale dalla Francia e dall’Italia: Alessandro Panzolli, Francesco Venezia, Denis Nazzari, Luca De Benedetti, Max Miecchi, Anna Soares de Oliveira (Brasile), Sade Patti. Quelle crepe, quelle rovine, quegli squarci, a Craco, potranno continuare ad inspirare e raccontare l’atmosfera di una realtà desolata e monumentale, ancora viva, seppur deserta. “Il mio film si concentra sul rapporto tra il passato e il presente di Craco, -spiega il regista Edouard Lemiale dalla Francia-  attraverso una caccia al tesoro che un nipote farà sulle tracce del nonno, che abbandonando l’antico villaggio, ha seminato degli indizi che verranno scoperti dopo 50 anni”. Il giovane cineasta Max Miecchi da Ancona  ha deciso di girare un corto  ispirato al Trattato di Lattanzio “De Ira Dei”, che sarà anche il titolo dello short movie, interpretando in chiave monoteistica il paradosso di Epicuro, che parla dell’esistenza di Dio. Daniel Trögler dalla Repubblica Ceca, affascinato dalla bellezza di Craco commenta così la sua settimana nel Borgo fantasma: “Sono venuto a Cinemadamare come montatore, ma la bellezza e la decadenza di Craco, mi hanno spinto a cimentarmi anche nella regia. Il mio film ha come protagoniste 4 straordinarie attrici che interpretano altrettanti personaggi, che sembrano essere distanti tra loro, ma in realtà sono connessi e è per questo che il mio film si chiama Mantra.”. La cidiemmina Anna Soares de Oliveira dal Brasile e dall’Italia lasciandosi trasportare  dall’atmosfera spettrale e seducente della cittadina lucana dichiara: “Ero venuta a Craco con tutt’altra idea, girare un videoclip musicale divertente, una volta vista la città fantasma però, non ho potuto far altro che lasciarmi ispirare. Ed è per questo che per la prima volta nel Campus girerò un film di guerra, intimo e commovente oltre che dinamico e d’azione”. Lo spettacolo della gara di short films girati da giovani filmmakers, italiani e stranieri, conclude la settimana di attività che Cinemadamare ha portato tra le vie abbandonate e tra le strade del centro di Peschiera, tra proiezioni di film di grandi registi internazionali, masterclass e, ovviamente, la produzione di cortometraggi. “I cineasti di Cinemadamare hanno portato gioia e colore a Craco e a Peschiera. Siamo orgogliosi di averli nella nostra comunità e non vediamo l’ora di guardare i lavori che hanno realizzato –commenta il Sindaco Domenico Montemurro- che saranno di certo un veicolo di promozione di questo territorio, ma anche un modo per far riscoprire ai crachesi la loro storia tramite un nuovo sguardo. Abbiamo voluto fortemente questa collaborazione che ha già prodotto grande sinergia tra la nostra comunità e quella di Cinemadamare e, inoltre, credo che la nostra Città fantasma sia ideale come set a cielo aperto”. Per il direttore della kermesse Franco Rina la settimana di Craco è tra le più importanti nella storia di Cinemadamare. “Con il contributo dei nostri filmmakers cidiemmini italiani e stranieri, abbiamo animato, qui, un vero laboratorio creativo, – ha dichiarato Rina-  arrivando a conseguire un risultato che è una perla: utilizzare Craco vecchia non come una rovina suggestiva, ma come un luogo capace di produrre vitalità e società. Il compito che avevo assegnato ai nostro autori, infatti, era quello di pensare non tanto al passato, ma al futuro di chi ora vive sul territorio”.