Montegiordano-06/09/2020: IL SALUMIFICIO DI MONTEGIORDANO ABBANDONATO E NEL BUIO DA MEZZO SECOLO
IL SALUMIFICIO DI MONTEGIORDANO ABBANDONATO E NEL BUIO DA MEZZO SECOLO
Abbandonato da mezzo secolo, in mezzo a pini e rovi, che lo stanno letteralmente divorando, è il Salumificio di Montegiordano. Nel 1969 ci fu la posa della prima pietra di questa importante industria alimentare per l’intera provincia di Cosenza, che avrebbe dovuto dare posti di lavoro a molte famiglie e a limitare lo spopolamento delle campagne, perché i capi suini macellati sarebbero stati quelli allevati dagli allevatori locali. Purtroppo non fu così, dopo la morte di Giorgio Liguori, medico e politico, padre di questo progetto, che nessuno lo continuò con lo stesso interesse, anno dopo anno la struttura iniziò a invecchiare e a deteriorarsi senza manutenzione. Il Salumificio sarebbe dovuto entrare in funzione nel 1975, appena terminati i lavori, arredato con tutte le attrezzature e per la sua costruzione ricevette un finanziamento di 250 milioni di lire dal Ministero dell’Agricoltura, grazie all’interessamento del Sottosegretario di Stato dell’epoca, l’on. Dario Antoniozzi, amico di partito di Liguori. Attualmente all’interno non è rimasto più nulla, se non spazzatura, pietre, detriti a terra e un senso di amarezza, tristezza e desolazione. E non nascondo, di rabbia. Tutte le attrezzature che erano all’interno, con gli anni sono state rubate, perfino i wc. Vari i disastri creati, muri rovinati e imbrattati, vetri rotti, come anche le poche attrezzature rimaste e quant’altro, come da foto. La sua mancata apertura è stato un vero peccato per Montegiordano e per i paesi vicini. Così si è perduta per sempre una possibilità concreta di sviluppo economico e occupazionale. Di certo, a mio modesto parere, non si è continuato con il progetto iniziato da Liguori, che si batté fino all’ultimo per il suo paese e per la sua Calabria. Non a caso il 7 giugno di 50 anni fa, quando si votò per la prima volta per la Regione, il medico montegiordanese fu eletto consigliere regionale con più di 11.000 voti. Di certo non mancarono i problemi burocratici che impedirono l’apertura immediata del Salumificio, ma non ci fu, da parte di organismi superiori e competenti nel settore, quello stesso interesse che la Cooperativa “S. Antonio” (chiamata così in onore del Santo Patrono di Montegiordano) aveva avuto. Questa cooperativa, oltre alla sua costruzione, avrebbe dovuto gestire l’attività produttiva del Salumificio, ed era composta per lo più da montegiordanesi volenterosi, che poi dovettero rimetterci personalmente a livello economico per il mancato avvio dell’attività. Il Salumificio resta uno dei misteri di Montegiordano, di progetti avviati e mai terminati, perché il grosso dell’opera era fatto, si doveva solo procedere alla partenza e alla messa in funzione dei macchinari con la macellazione e trasformazione delle carni suine. Ancora oggi le cause di questo fallimento dalle gravi ripercussioni economiche e sociali sono poco conosciute e noi resteremo sempre nel buio.
Pietro Corrado