TREBISACCE Tre soldi! Tanto vale la vita di un cittadino dell’Alto Jonio secondo le dirigenza dell’Asp di Cosenza che, nell’assegnare le risorse per far funzionare i servizi, continua a trattare i cittadini dell’Alto come dei figliastrie cittadini di serie B. A sostenere questa tesi è il Sindacato Fials che, secondo quanto si legge in una nota-stampa diffusa dal Segretario Aziendale Antonio Paolino, a fronte delle preoccupazioni espresse a più riprese dal suo Sindacato nei confronti della tutela della salute dell’ignaro cittadino e ancora di più del personale dipendente per le responsabilità a cui è chiamato a rispondere nell’espletamento delle sue funzioni, inorridisce nel constatare come nella programmazione sanitaria aziendale si continui ad adottare sistemi discriminatori e gravemente lesivi del diritto alla salute dei cittadini che afferiscono alla struttura ospedaliera di Trebisacce. «Un presidio sanitario, questo, – scrive Antonio Paolino – che viene considerato punto di riferimento anche per l’emergenza sanitaria che però dispone di un Pronto Soccorso “finto” perché, tra l’altro, non dispone, a differenza degli altri Pronto Soccorso, della presenza degli Anestesisti-Rianimatori neanche nelle 12 ore notturne e, nonostante questo, deve essere considerato un Pronto Soccorso a tutti gli effetti per accontentare le ambizioni di qualcuno che – secondo Antonio Paolino – continua a praticare un becero sciacallaggio politico sulla pelle dei cittadini e soprattutto sulla pelle degli operatori sanitari chiamati spesso a rispondere del loro operato nelle aule giudiziarie. La verità – continua il Segretario Aziendale della Fials – è che le chiacchiere contano poco di fronte ai fatti concreti e agli atti ufficiali adottati dai vertici aziendali. Non ultimo – si spiega meglio Paolino – la Delibera n. 929 del 2 ottobre 2020 con cui vengono liquidate le somme per le prestazioni aggiuntive a favore degli Anestesisti di tutte le strutture aziendali a decorrere da gennaio a dicembre 2020». Si tratta, secondo la Fials – di una spesa complessiva di ben 2milioni81mila.340,00 euro di cui al presidio ospedaliero di Trebisacce è toccata la grossa cifra di 34mila e 200 euro per un totale di 570 ore di servizio degli Anestesisti poiché, come è ampiamente noto, il servizio è stato interrotto dal 20 marzo 2020 e, cosa ancora più grave, è stato esclusa dalla Convenzione anche la programmazione futura del servizio. «Al contrario, – continua Paolino – il servizio viene giustamente mantenuto e assicurato in tutti gli altri i presidi ospedalieri tra cui Praia a Mare che, bene o male, vive la stesse realtà di Trebisacce e presso il quale è stato previsto un monte ore di 6.100 ore di turni aggiuntivi, per una consistente spesa di 366mila euro. Basta fare questo semplice raffronto per trarne le dovute conclusioni. Sono questi – incalza il Segretario Aziendale della Fials – i fatti che contano… La verità è che, nonostante le decantate sentenze del Consiglio di Stato, l’Ospedale di Trebisacce, ormai non interessa a nessuno, tranne che nelle ricorrenti campagne elettorali, durante le quali, in un territorio disagiato ma fertile per alimentare le illusioni, si continuano a sprecare le solite promesse da marinaio. Per fortuna però la gente comincia finalmente ad aprire gli occhi dopo un letargo che è durato fin troppo… Del resto, – ammonisce il Segretario della Fials – questi sono i fatti e qualcuno, se è capace, dimostri il contrario! Altro che riapertura del “Chidichimo”, dunque! Nell’ex Ospedale di Trebisacce si va verso il completo declino e tutto questo con una complicità politico-istituzionale irresponsabile ed incompetente. E’ proprio a queste persone – conclude il Segretario Aziendale della Fials Antonio Paolino – che chiediamo di avere almeno il pudore di rispettare il diritto alla salute dei cittadini dell’Alto Jonio, ma senza false promesse e senza le solite menzogne!».
Pino La Rocca