Trebisacce-19/12/2020: Coronavirus: la comunità in ansia per il medico del 118

TREBISACCE Comunità in ansia per le sorti del Medico del 118 di Trebisacce che con molta probabilità ha contratto il virus nell’esercizio della sua professione. Le sue condizioni cliniche, a circa 10 giorni dal suo ricovero presso l’Annunziata di Cosenza, permangono abbastanza gravi tanto che nella mattinata di venerdì 18 dicembre il Medico 62enne del 118, molto conosciuto e stimato in tutta la comunità per le sue spiccate qualità umane e professionali caratterizzate da grande generosità e altruismo, è stato trasferito presso il Covid-Hospital di Catanzaro per essere sottoposto al trattamento della circolazione sanguigna extra-corporea. Il Policlinico di Catanzaro, come pochi altri Ospedali soprattutto del Nord-Italia, è infatti dotato di un ECMO-Center, un centro specialistico in grado di supportare i casi più gravi di insufficienza cardio-respiratoria, dotato di macchinari e personale specializzato, cosiddetti Perfusionisti, qualificati per assistere i pazienti sottoposti a circolazione extra-corporea. «Presso un Ecmo-Center, – secondo quanto si legge in una comunicazione riportata sul web da parte del Dr. Marco Ranucci Responsabile del Servizio di Anestesia del Policlinico San Donato (MI) – quando un paziente Covid entra in Terapia Intensiva vengono effettuate due valutazioni essenziali: la radiografia dei polmoni e il livello di ossigenazione del sangue e solo a seguito del controllo di questi due parametri viene definito il percorso che deve seguire il paziente. Purtroppo, – ha aggiunto il Dr. Ranucci – ci sono pazienti che entrano in Terapia Intensiva con un quadro clinico estremamente compromesso per cui vengono dapprima sottoposti a “cicli di pronazione” e, se non rispondono ai trattamenti, si valuta il ricorso all’ECMO, una tecnica che, utilizzando la circolazione extra-corporea, mette completamente a riposo i polmoni e si sostituisce alla loro funzione vitale. Poiché – ha precisato il suddetto Medico – si tratta di un trattamento estremamente invasivo va valutata l’età del paziente ed eventuali fattori che possono controindicarlo, come nel caso di funzioni epatiche o renali non ottimali». Il fatto che per il Medico trebisaccese sia stato deciso questo percorso, arrivato forse con qualche giorno di ritardo perché pare non fosse disponibile il mezzo per effettuare il trasferimento in sicurezza, fa pensare che le sue condizioni fisiche generali siano compatibili con questo trattamento e fa dunque sperare che questo trattamento risulti efficace e restituisca ben presto il generoso Medico alla sua adorata famiglia, ai colleghi del 118 che seguono con particolare trepidazione le sue sorti e a tutta la comunità che incrocia le dita e, in preghiera, aspetta il suo ritorno a casa.

Pino La Rocca