Rocca Imperiale- 06/01/2021: L’amministrazione Comunale dice NO al deposito di scorie nucleari

 

Giuseppe Ranù

Antonio Favoino

 

 

 

 

 

 

 

 

Marino Buongiorno

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Rocca Imperiale: 06/01/2021

L’amministrazione Comunale dice NO al deposito di scorie nucleari

Sulla base dei criteri di localizzazione di un impianto di smaltimento superficiale di rifiuti radioattivi a bassa e media intensità, sono state individuate le aree potenzialmente idonee ad accogliere il deposito nazionale per le scorie nucleari e radioattive che ogni giorno vengono prodotte nelle aziende ospedaliere e nelle industrie. In particolare per la Basilicata e Puglia sono state individuate 17 zone tra le province di Potenza, Matera, Bari, Taranto (comuni di Genzano, Irsina, Acerenza, Oppido Lucano, Gravina, Altamura, Matera, Laterza, Bernalda, Montalbano, Montescaglioso),e questo lancia l’allarme generale alle varie comunità. Per scongiurare il pericolo della presenza potenziale delle scorie nucleari la popolazione è insorta con un gigantesco blocco stradale sulla 106 bis, sollevando il problema a livello nazionale. Ricordano bene questo momento delicato alcuni amministratori che presero parte all’evento storico. Si tratta dell’assessore al Turismo, Antonio Favoino, che scrive:” Correva l’anno 2003, io ero presente in questa imponente marcia per evitare di far nascere un nuovo sito di scorie nucleari nella vicina Regione Basilicata. Dopo 18 anni ancora oggi la nostra vicina e bellissima Basilicata viene di nuovo messa al centro di questa discussione, io dico oggi come ieri faremo le barricate affinché tutto questo non succeda. L’anno 2021 mi auguro che sia l’anno del riscatto per tutti, dopo la pandemia, di certo il riscatto non nasce da siti di scorie nucleari. Questa terra insieme alla Regione Calabria e insieme all’intero mezzogiorno dev’essere terra di turismo, cultura, agricoltura, gastronomia di Borghi bellissimi e di bandiere blu, da qui deve ripartire l’anno 2021, non vogliamo lasciare ai nostri figli una terra senza speranze già più volte mortificata ed umiliata in passato”. Altra voce è quella dell’attuale Presidente del Consiglio comunale Marino Buongiorno, che ha condiviso una petizione popolare, su facebook, a riguardo e che, ieri come oggi, dice a gran voce No al deposito di scorie nucleari e scrive:” – Anno 2003.. da giovane studente liceale ..feci parte di quel meraviglioso fiume di persone che civilmente bloccarono L’arrivo delle scorie radioattive che avrebbero gettato una mannaia sulla testa della nostra terra. Oggi da amministratore nulla è cambiato e con maggior forza la mia risposta è sempre la stessa NO!!! Siamo pronti .. di nuovo .. a difendere ciò che di più caro abbiamo.. Per cominciare io ho firmato.. un invito che rivolgo a tutti voi con un motto che faremo nostro!”. E l’elenco degli amministratori potrebbe continuare inserendo il Sindaco Giuseppe Ranù che ha vissuto in presenza e con contributi politici quello storico momento che ha portato alla vittoria delle masse sulla imposizione del Governo. Oggi il problema si ripresenta e come spiega il Mise, il Deposito Nazionale è “un’infrastruttura ambientale di superficie dove saranno conferiti i rifiuti radioattivi prodotti in Italia, generati dall’esercizio e dallo smantellamento delle centrali e degli impianti nucleari, dalle attività di medicina nucleare, industriali e di ricerca. Insieme al Deposito Nazionale sorgerà un Parco Tecnologico, nel quale saranno avviate attività di ricerca specializzata”.  Le aree prescelte dovranno soddisfare i criteri indicati nella Guida tecnica di Ispra oltre che i requisiti indicati nelle linee-guida della Iaea (International atomic energy agency). Il Deposito consentirà la sistemazione definitiva di circa 78 mila metri cubi di rifiuti di bassa e media attività e lo stoccaggio temporaneo di circa 17 mila metri cubi di rifiuti ad alta attività. Per scongiurare il rischio di creare un sito unico delle scorie nucleari nei territori di Basilicata e Puglia, si è deciso di intraprendere questa “battaglia” monocolore, coinvolgendo tutti. Non esistono bandiere ma obiettivi comuni. Occorre tutelare il territorio e la salute di tutti i cittadini. Necessità assoluta è quella di puntare su risorse e sviluppo sostenibile della zona di mezzo tra Puglia e Basilicata. Nel 2003,si ricorderà, il primo atto minatorio al nostro territorio. Venne individuata la località di Scanzano Jonico come sito per il deposito di scorie nucleari di seconda e terza categoria. La protesta e l’orgoglio del popolo ebbero la meglio. Oggi il problema si ripresenta e coinvolge un’area più vasta.

Franco Lofrano