Trebisacce-18/01/2021: Coronavirus,iniziate anche al Chidichimo le vaccinazioni,ma…
TREBISACCE Seppure con una ventina di giorni di ritardo rispetto alla fatidica data del 27 dicembre 2020 in cui tutta l’Europa ha dato lo starter alle vaccinazioni è iniziata anche presso l’ex Ospedale di Trebisacce, nel rispetto delle priorità assegnate dal Ministero della Salute alle categorie più sensibili e più esposte al contagio, la campagna vaccinale contro il Coronavirus. Il punto vaccinale del “Chidichimo” (nella foto), secondo quanto ha riferito il Responsabile della Direzione Sanitaria dr. Antonio Adduci che ne ha curato tutta la parte organizzativa, burocratica e logistica è stato allocato al 5° Piano dove, per intenderci, un tempo era attiva la Divisione di Medicina e nei primi tre giorni, sempre secondo quanto ha riferito il dr. Adduci che ancora una volta ha dovuto fare largo uso del “fai da te” a causa dell’endemica carenza di mezzi e di personale, sono stati vaccinati circa 300 dipendenti dell’Asp tra medici, infermieri, operatori socio-sanitari e amministrativi dipendenti sia della rete ospedaliera che del Distretto Socio-Sanitario “Jonio-Nord” e le vaccinazioni proseguiranno secondo il calendario vaccinale previsto dal Ministero della Salute. L’equipe dei sanitari che hanno dato la loro disponibilità al dr. Adduci a operare nell’ambito del Punto Vaccinale di Trebisacce sono la dr.ssa Trinchi e il dr. Di Maria, oltre a 4 Infermieri Professionali ed a personale amministrativo che si occupa della tenuta dei registri delle vaccinazioni. Subito dopo gli ospedalieri è già iniziata la vaccinazione dei Medici di Base e di tutto il personale sanitario e para-sanitario del Distretto Sanitario “Jonio Nord” per passare subito dopo agli ospiti e al personale delle RSA e delle Associazioni di Volontariato che si occupano di sanità e successivamente degli anziani over 80 seguiti dal personale docente e non docente della Scuola, delle Forze dell’Ordine e così via via con la vaccinazione di massa. Come è ampiamente noto il vaccino rappresenta l’unico antidoto al dilagare del Covid che finora ha imperversato in tutto il mondo seminando ansia, paura e morte ed è per questo che l’Italia si appresta ad affrontare la più grande campagna vaccinale di tutti i tempi che, secondo le ultime stime del Presidente del CTS Locatelli, dovrebbe portare alla cosiddetta immunità di gregge prevista per la fine dell’estate, allorquando sarà vaccinata circa il 70% della popolazione italiana, ossia qualcosa come 42 milioni di italiani. Cosa non semplice, soprattutto in Calabria, già ultima come percentuale delle vaccinazioni eseguite finora tra le regioni italiane, quando si dovrà passare alle vaccinazioni di massa che dovrebbero passare a breve nelle mani dei medici di famiglia. E’ sintomatico, infatti, a proposito delle carenze e delle difficoltà che si stanno registrando nella nostra zona, quanto ha scritto solo ieri il Dr. Martino Rizzo che dirige tutte le attività di contrasto al Covid nell’area della Sibaritide. «…E’ più semplice, oggi, – ha scritto il dr. Rizzo dopo aver elencato tutte le criticità riscontrate finora per l’endemica insufficienza di uomini e di mezzi – vaccinare il personale sanitario: li chiami e vengono, ma per la popolazione ultra-ottantenne come si farà? Eppure si tratta di muoversi in fretta, in perenne emergenza, dove tutto diventa più complicato perché siamo in pochi, sempre gli stessi, senza pause e senza tregua. Come faremo – ha concluso preoccupato il Dirigente-Medico rossanese – ad organizzare una campagna di vaccinazione di massa con questo tipo di vaccino, senza sapere se arriverà in tempo, quante dosi avremo a disposizione e se le seconde dosi saranno disponibili in tempo utile…». Interrogativi e perplessità legittime, quelle del Dr. Martino Rizzo, che non lasciano tranquilli e che purtroppo rischiano di innescare la corsa al…si salvi chi può.
Pino La Rocca