Trebisacce-30/01/2021: Il lato religioso di Gaetano Filangieri di Pino Cozzo
Il lato religioso di Gaetano Filangieri
di Pino Cozzo
Dio è mistero invisibile, di cui non abbiamo nessuna immagine, ma quando vedi l’incorporeo fatto uomo, quando vedi tutte le meraviglie della natura, la carezza di una madre, il bacio di un bambino, il sorriso di una donna, allora capisci che Dio è in tutto il creato. Direttamente, e in sé stesso, non è rappresentabile, ma si è reso visibile nel Figlio fatto uomo, nella vera carne e nella vita reale. Con una gloriosa e nobile tradizione, l’arte non può non attirare i cristiani e tutti gli amanti delle cose belle, e il suo contenuto è il mondo interiore, fatto di intuizioni e sentimenti, resi contemplativi e fatti oggetti in una forma adatta a renderli condivisibili, perché altri li amino e li ammirino. L’arte, nelle sue varie espressioni, è una bella e nobile forma di vita e può essere interpretata come esercizio riflessivo, individuale, ma anche comunitario ed esistenziale. Arte e vita si uniscono in un armonico intreccio che in esso e con esso si identificano e si esplicitano per risalire alla sua eterna natura, nella sua accezione più elevata di creazione oggettiva. La cultura moderna afferma la consistenza della vita civile rispetto a quella religiosa. Spesso, però, si arriva a considerare la fede un affare privato, irrilevante in àmbito sociale e politico. Il cristiano accetta la distinzione delle realtà terrene da quelle eterne e spirituali, ma non ne concepisce la separazione. E’ consapevole che ogni dimensione della realtà abbia leggi proprie ed esiga un metodo ed una competenza specifici, ma ritiene che tutto debba essere finalizzato a obiettivi coerenti con la dignità e la vocazione dell’uomo, rivelate e incardinate solo nella Parola di Dio. Il cattolico individua, da una parte, nel peccato, la radice profonda dei mali della società, e, dall’altra, si rende conto che la conversione a Dio implichi anche una serietà ed una dedizione di impegno per un vissuto civile autenticamente umano. Anche in Gaetano Filangieri si esplica una forma differente di arte e di impegno, quella dell’Economia e della Giurisprudenza. È verso la fine del diciottesimo secolo che Filangieri aderisce alla massoneria di rito inglese, una militanza che lo porterà al ruolo di Gran maestro e a intessere una fitta rete di relazioni in Europa e nel Nuovo Mondo. In particolare, solida è la relazione a distanza con Franklin, che durante il suo soggiorno a Parigi, negli anni della guerra di indipendenza americana, fu autorevole membro della loggia “Les neuf sœurs”. C’è da sottolineare come l’attenzione di intellettuali come Filangieri, ma anche di altri, alla disciplina militare, alle sue norme, al senso dell’onore, del dolore, della partecipazione alla vita sociale e al rispetto delle sue regole, fa comprendere come questi illuministi, avessero colto le conseguenze devastanti che la lunga condizione d’inferiorità aveva prodotto sulle strutture della vita civile e sulla cultura materiale del mezzogiorno. A differenza di quanto fosse avvenuto in altri Paesi d’Europa, dove le grandi monarchie avevano saputo interpretare in una sintesi ideale gli interessi comuni, in Italia, l’assenza di una partecipazione generale e concorde al destino dello Stato aveva attenuato il senso dell’onore e della dignità militare, perché aveva impedito che l’amore per la propria terra crescesse fino a realizzare una nuova religione civile. Gaetano Filangieri, fortemente influenzato dalla militanza massonica, affrontava il rapporto dell’uomo e della società con la religione, alla ricerca della fondazione di un nuovo credo civile, una via d’uscita al contrasto insanabile tra il libertinismo materialista e l’oscurantismo religioso, tra l’ateismo e la superstizione. Come altri massoni europei della fine del Settecento, Filangieri riscopriva le religioni misteriche dell’antichità, in quanto la sua visione religiosa aveva bisogno di nobili ed antichi ascendenti e di riconoscersi in una tradizione consolidata. A suo parere, accanto alla religione popolare, sempre politeista, è esistita una religione per iniziati, misterica. Filangieri, successivamente, proponeva una visione teologica, impregnata di ermetismo, di religione egizia e zoroastriana, che era stata uno dei fondamenti della sensibilità umanistica e rinascimentale, una nuova religione, che teneva ben presenti gli apporti delle religioni rivelate monoteiste. La tensione religiosa e civile, la ritualità e la simbologia massonica si riflettevano nella prassi politica e l’iniziazione degli antichi sacerdoti si doveva applicare anche agli adepti del nuovo credo sociale, che dovevano sconfessare la religione praticata dal popolo, il quale doveva essere avviato ad agire nel nuovo culto. L’affermazione di questi nuovi valori doveva avvenire attraverso la pubblica istruzione, affidata ai soli iniziati, per diminuire “l’influenza e il potere dei ministri del profano culto”. Tale rivoluzione doveva avvenire pacificamente, senza alcuna costrizione o forma di violenza, per cui, alla fine, il “misterioso velo” sarebbe stato squarciato ed il legislatore avrebbe pubblicato la “nuova religione”, dichiarandola “dello stato e del governo”. Col tempo, con le istruzioni e con gli esempi, sarebbe stato abbattuto il “vacillante mostro “, che non avrebbe più potuto sostenersi.