Le piantine di THE che crescono spontanee nel territorio di ALESSANDRIA del CARRETTO
La raccolta di piante spontanee è una pratica che ha accompagnato l’uomo sin dalla preistoria, in particolare nei periodi di carestia. L’apertura nei confronti dell’alimentazione biologica ed ecosostenibile dei recenti anni ha portato un rinnovato interesse verso questa pratica , accrescendo la consapevolezza riguardo le maggiori proprietà e benefici delle piante spontanee
mangerecce e non, rispetto a quelle provenienti da coltivazioni e l’importanza della stagionalità e del nutrirsi con alimenti la cui biodiversità non è stata intaccata da processi guidati di crescita.
Ho sempre saputo che l’Italia è uno dei paesi europei più ricchi di specie animali e vegetali: grazie alla varietà del territorio e al gradiente latitudinale, secondo il quale con il diminuire della latitudine aumenta la diversità, il nostro paese presenta circa la metà delle specie vegetali riconosciute in Europa, che crescono spontanee favorite dal clima e dalla fertilità del terreno.
Le piante selvatiche e spontanee, che da molti sono considerate infestanti, sono una grande risorsa dell’erboristeria e dell’alimentazione, costituendo in periodi storici diversi, in particolare durante le carestie, il fulcro della nutrizione e di molte ricette della tradizione. Tra le piante selvatiche commestibili ci sono erbe officinali dalle straordinarie proprietà, ed ingredienti gustosi per la nostra cucina.
Sebbene il periodo storico corrente non faccia della raccolta di erbe spontanee una necessità propedeutica alla sopravvivenza, la raccolta ed il consumo di piante spontanee, ci ricorda che le coltivazioni sono arrivate relativamente tardi nella storia dell’uomo, e che per molti anni l’alimentazione si è basata sulla raccolta di piante spontanee, sulle stagioni, che regolavano i cibi che potevano essere consumati e spingevano alla raccolta per la conservazione per periodi di minore abbondanza, e su quello che il territorio offriva.
Ebbene, ho voluto fare questa premessa, subordinata ad un aneddoto che voglio esternare:
era il periodo di fine estate 2018, nelle prime ore pomeridiane ed ero seduto davanti al bar, a quell’ora poca gente in giro, per cui noto subito un signore dall’aspetto e dai comportamenti gentili che comincia subito a dialogare elogiando la bellezza del nostro territorio ( originario di Oriolo, trapiantato in Lombardia da anni)
e dopo aver appreso che le mie radici erano alessandrine, con molto entusiasmo mi racconta che il giorno prima, insieme alla moglie ,di chiare origini lombarde, si è recato ad Alessandria per visitare le bellezze del posto. Inoltrandosi nel territorio campestre ,la moglie che da anni lavora presso un industria dedita alla lavorazione e confezionamento di bustine di THE, nota e raccoglie delle piantine di the addirittura di ottima qualità….resto incuriosito, non certo per una scoperta da premio Nobel, ma per aver appreso che nessuno mai aveva saputo della sua esistenza che insieme ad altre perle del nostro territorio lo va ad arricchire ulteriormente.
Antonio Brunacci