Trebisacce-08/07/2021:   LA SPERANZA DI RICORDARE DI NUOVO

            

        LA SPERANZA DI RICORDARE DI NUOVO

Emarginazione, smarrimento, tensione. Sono queste alcune delle sensazioni con le quali una persona affetta dal morbo di Alzheimer è costretta a convivere ogni giorno. Ma come ci accorgiamo di questa malattia? Gradualmente si perde la memoria e si inizia a dimenticare tutto ciò che è stato prima, si entra in uno stato di confusione e difficoltà nel riconoscere chi ci sta attorno e i legami che abbiamo creato fino a quel momento. A questi sintomi cognitivi si aggiungono quelli legati alla sfera affettiva quali agitazione, preoccupazione, tristezza, sino ad arrivare, nella stragrande maggioranza dei casi, a trascorrere gli ultimi momenti allettati perchè questa malattia provoca danni anche fisici. Le persone più colpite da questo male sono prevalentemente le persone anziane. Immaginate una persona di età avanzata, con una vita lunga alle spalle, con un vissuto pieno di esperienze e racconti, che ad un tratto ritorna piccola, perchè sì, chi è malato di Alzheimer è come se ritornasse alla prima fase della vita, a quando si è bambini innocenti e si ha bisogno di tantissime attenzioni. Moltissimi anni fa le persone che ne erano colpite venivano emarginate dalla società, messe ad un angolo, lontane da tutti,  considerate “pazze” e rinchiuse nei manicomi. Fortunatamente col tempo le cose sono cambiate, oggi esistono moltissimi Centri pronti ad accogliere e a rassicurare queste persone. La mentalità non è più quella retrograda e ignorante di un tempo, perchè sì, di ignoranza si tratta, prima non si conosceva tutto ciò che si conosce oggi e cercare di capire o mostrare una certa sensibilità dinanzi a tale tema risultava parecchio difficile. Il morbo di Alzheimer è stato analizzato e studiato per anni da scienziati e ricercatori. Dopo continue prove e fallimenti vari, una notizia ci fa intravedere una luce in fondo al tunnel, finalmente quest’anno si è smosso qualcosa di più concreto, solo un mese fa è stato approvato il primo farmaco  a quanto pare “efficace” contro l’Alzheimer. Al momento non si può ancora definire certa la sua efficacia, ma ci sono molte probabilità che questo farmaco aiuti a decelerare il processo di quasi distruzione del cervello. Ma capiamo meglio di cosa si tratta. Chiamato “Aducanumab“, si tratta di un anticorpo monoclonale che viene assunto in vena tramite un’infusione mensile. Una volta giunto all’interno del corpo, la sua funzione è quella di legarsi alla proteina Beta-amiloide, la quale risulta essere, secondo diverse fonti, la causa scatenante del morbo di Alzheimer andando così a rallentare appunto la degenerazione delle funzioni cognitive. Questo è il primo farmaco a ricevere parere positivo dal 2003, una vera e propria speranza. A differenza dei numerosi farmaci proposti in questi anni, l’Aducanumab non si limita ad alleviare i sintomi, bensì agisce proprio alla base della malattia, per questo non possiamo non considerarla una scoperta grandiosa. In Italia sono più di 600.000 mila le persone che lottano e soffrono ogni giorno per colpa di questo terribile male, forse il più brutto che ci sia. Ci sono voluti moltissimi anni, è vero, ma il mondo delle malattie è un mondo complicato e fortunatamente il continuo studio e la ricerca, prima o poi, portano a casa grandi risultati, ma soprattutto donano un’altra occasione a queste persone, che meritano di essere ascoltate e prese in considerazione, meritano di ricordare di nuovo perchè una vita senza ricordi è una vita non vissuta.

MILENA ANGELILLO