Oriolo Cal.-26/09/2021: presentata la lettera di Lelio Pignone del Carretto, secondo marchese di Oriolo, a Galileo Galilei.
Nel magnifico scenario del castello di Oriolo, comune tra i borghi più belli d’Italia e Bandiera Arancione del Touring Club Italiano, è stata presentata la lettera di Lelio Pignone del Carretto, secondo marchese di Oriolo, a Galileo Galilei. Lettera autografa del 2 gennaio del 1618, conservata nella Biblioteca centrale di Firenze, ma anche altre due lettere edite nell’Edizione Nazionale delle Opere di Galileo Galilei, dove si fa riferimento al Marchese d’Oriolo, al Cavaliere romano, inviate ad Orso D’Elci nel giugno del 1617 e al cardinale Federico Borromeo il 23 dicembre dello stesso anno. Documenti che mostrano un Marchese curioso, aperto al mondo e alla scienza, ospite più volte nella residenza di Bellosguardo, presso Firenze, come riferisce lo stesso Galilei nella lettera a Borromeo, dove si parla della salute del grande fisico, ma anche di astronomia, matematica, di nuove teorie. Una persona illuminata, il Pignone, molto amico di Galilei,tanto da procurargli un “vetro” per il telescopio. Dalle missive emerge la richiesta d’intermediazione che Galilei chiede a Pignone: “discorrere del negotio con il Cardinale Borgia”. Chiedeva di portare all’attenzione del re di Spagna una sua scoperta, quella della Longitudine. Un lavoro importante, quello di Vincenzo Diego, già vicesindaco della cittadina dell’Alto Jonio, e autore del saggio “ I gigli recisi – Giuseppe Pignone del Carretto e la fine del regno borbonico”. Una ricerca sulla famiglia Pignone che continua da anni e che svela, come in questo caso, documenti che lasciano un segno nel ricercatore e nella storia di una comunità. Lelio d’Oriolo nacque a Napoli, figlio di Marcello Pignone, intorno al 1560 e “godette di grandissimo favore presso i re di Spagna”, frequentatore dei salotti che all’epoca contavano. Nipote di Giovan Francesco di Sangro, marito di Ippolita del Carretto, dei marchesi del Finale, genitori di donna Costanza di Sangro del Carretto, futura sposa di Lelio. Alla conferenza stampa il sindaco di Oriolo, Simona Colotta, ha speso parole di apprezzamento per Diego e la ricerca, definendo la scoperta “una notizia importante per la Comunità, per i ricercatori, per il territorio”, un fatto di rilievo che apre nuovi scenari e arricchisce la nostra storia. Il vicesindaco Agostino Diego, ha sottolineato la passione dell’autore, l’impegno amministrativo, i progetti, le opere, i recuperi di beni culturali, storici ed architettonici, un impegno che continua e che lo lega profondamente alla sua gente. Il professore Giorgio Delia si è soffermato sull’importanza dell’epistolario , per una piena conoscenza dell’esperienza di vita e della ricerca scientifica del Pisano, mettendo poi a fuoco la lettera del Pignone e le relazioni che questa lettera implica. Delia, traccia il profilo del grande ricercatore toscano, uomo non solo di scienza, ma anche fine letterato che preferisce l’italiano al latino, un uomo tenace ma allo stesso tempo avveduto, che preferisce l’abiura alla mortificazione della scienza. Il professore Vincenzo Toscani, storico e direttore dell’osservatorio sismico, ha parlato della famiglia Pignone, degli avi di Lelio e dei discendenti; mentre il professore Vincenzo Carbone, direttore del Dipartimento di fisica dell’Unical, ha sottolineato l’importanza della ricerca, una nuova tessera quella del Pignone, allo stesso tempo la necessità di approfondire i rapporti del marchese di Oriolo con Galileo, capire se si ha di fronte un mecenate o anche un uomo di scienza. Serve un progetto organico, servono risposte, su Pignone d’Oriolo, certamente, ma anche su tante altre figure calabresi, si può partire da qui, per scrivere assieme pagine importanti, per ricercare con più vigore il nostro passato, la nostra storia.
Vincenzo Diego