Trebisacce-27/10/2021: LA BUONA IMPRESA. Storie di start up per un mondo migliore
Trebisacce-27/10/2021
LA BUONA IMPRESA. Storie di start up per un mondo migliore
“LA BUONA IMPRESA. Storie di start up per un mondo migliore”, è il titolo del libro, edito dal Sole 24 Ore di Milano, nel giugno scorso, di 235 pagine, con il progetto grafico -copertina di Francesco Narracci, la fotocomposizione di Emmegi Group di Milano,la stampa curata dalla Grafica Veneta di Trebaseleghe (PD),con la prefazione di Mario Calderini, e scritto da ben 4 accademici: Valentina Cucino, Post-doc di ricerca in Gestione dell’Innovazione presso l’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna; Alberto Di Minin. Professore di Gestione dell’Innovazione presso l’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna; Luca Ferrucci. Professore di Economia e Management delle Imprese presso il Dipartimento di Economia dell’Università di Perugia; Andrea Piccaluga. Professore di Gestione dell’Innovazione, è direttore dell’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna e vicepresidente di Netval. Diciamo subito che il libro merita di essere letto e con attenzione perché propone delle interessanti storie imprenditoriali che coniugano il concetto del profitto con quello dell’impatto sociale e possono rappresentare un valido esempio creativo per gli imprenditori attuali e per quelli futuri. Dalle varie esperienze di imprese raccontate emerge chiaro che il terzo settore può fondersi con le aziende che perseguono il profitto e insieme rispondere ai bisogni della nostra società in modo virtuoso e soprattutto possibile. Un ruolo importante viene giocato dalla innovazione tecnologica e dal tipo di impatto sociale che insieme devono cercare di trovare nuove risposte concrete ai problemi sociali emergenti. Cosa non facile, ma possibile. I 4 autori con le loro esperienze imprenditoriali vissute, con la ricerca universitaria che vivono, e che ci propongono lo dimostrano. E’ possibile assistere alla visione del valore del capitale trasformarsi in un possibile equilibrio con un capitale socio-emotivo da mantenere nel tempo e con vantaggio competitivo del nuovo sul superato. Nel realizzare questa idea imprenditoriale innovativa-ci spiegano ci autori- bisogna che il potenziale imprenditore sia dotato di una buona capacità di stringere relazioni e di stabilire rapporti empatici, creando delle reti di comune condivisione che creano e sviluppano fiducia. In sostanza queste start up ci conducono a nuovi modelli di business che mirano al bene comune e con tanta passione. Il territorio sede della start up assiste e si aspetta risultati utili. In questo scenario non mancano i rischi, ma nel lavoro i rischi si corrono se esiste passione e obiettivi da raggiungere. Bisogna crederci e tanto e parlare della propria idea con tutti, senza timori e con la speranza nel cuore di poter contribuire, da imprenditori, alla costruzione di un mondo migliore e con queste esperienze di startup ci viene da sostenere che siamo sulla strada giusta.
Franco Lofrano
(giornalista pubblicista)