Trebisacce-24/01/2022: IL SORRISO DEL CUORE

IL SORRISO DEL CUORE
“In quanto disabile, lascia che la mia vita rifletta l’infinita quantità di abilità che esiste in ognuno
di noi
”(Robert M. Hensel).
La storia di Antonio Giuseppe Malafarina è così affascinante ed i suoi meriti sono così tanti che
sarebbe necessaria una enciclopedia per poterne parlare e scrivere compiutamente.
Per cui, desideriamo con grande delicatezza, tracciarne un profilo attraverso le sue stesse parole.
Sono Antonio Giuseppe Malafarina, nato a Milano ma di origini calabresi.
Sono molto legato sia alla mia Regione d’origine, la Calabria, e sia a Milano, dove vivo e lavoro e
che trovo una città meravigliosa.
Faccio il giornalista, mi occupo di disabilità prevalentemente, ma non solo, in quanto sono
affascinato dalla bellezza e quindi mi occupo di tutto ciò che ho intorno e mi coinvolge nella
bellezza.
Sono tra gli organizzatori del Festival delle Abilità.
Sono anche un poeta, o almeno così mi definisce la gente. Io amo dire che non scrivo poesie ma
faccio solo versacci.
Mi occupo del linguaggio della disabilità, ma anche di altri temi relativi alla disabilità.
Sono un blogger del Corriere della Sera, Gli InVisibili e scrivo nell’allegato cartaceo del Corriere
della Sera “Buone Notizie”.
Ma scrivo soprattutto sul mensile BenEssere- La Salute con l’Anima periodico San Paolo, stessa
casa editrice di Famiglia Cristiana.
Il mio percorso di studi è stato segnato dalla mia condizione di disabilità che mi ha costretto a
studiare non ciò che desideravo ma quello che mi ha permesso la mia disabilità.
Mi sono diplomato ad una scuola professionale con specializzazione nel campo della disabilità,
una Scuola molto particolare perché a Milano negli anni 90 era all’avanguardia e vi si
diplomavano tutte le persone con disabilità.
Era una Scuola senza barriere architettoniche e, soprattutto, senza barriere umane e burocratiche.
Ho provato ad iscrivermi alla Università, ma senza grandi successi, in quanto senza mani era
difficile sfogliare libri o prendere appunti.
Ho frequentato un corso di specializzazione in contabilità per specializzarmi in questo campo, poi
ho frequentato un corso di Bioetica.
Ho frequentato anche un Corso per conoscere la classificazione internazionale del funzionamento
della disabilità e della salute, il principale documento dell’Oms per ciò che concerne la disabilità.
Mi occupo di nuove tecnologie, al fine di renderle il più umane possibile.
Se noi utilizziamo dei sistemi di assistenza vocale , lo si deve anche al mio lavoro di sviluppo che
personalmente ho messo in atto nello sviluppare i primi sistemi di riconoscimento vocale.
Oggi mi occupo di nuove tecnologie attraverso lo sviluppo di un avatar robotico, cioè un
apparecchio che si pilota a distanza e che a distanza ti permette di autorappresentarti, cioè tu dal
tuo computer puoi pilotare questo apparecchio che chiede ciò che inquadra nella telecamera e
sente ciò che gli altri dicono attraverso un altoparlante che tu hai sul tuo pc.
A distanza ti vedono sul monitor di questo apparecchio e sentono la tua voce attraverso gli
altoparlanti.
E’ un progetto molto affasciante e mi batto affinchè questo sistema sia il più diffuso il tutto il
mondo.
Amo l’arte, mi piace conversare e stare in mezzo alle persone, il mondo della poesia e mi piace
ascoltare la gente.
Mi sconforta attualmente il disinteresse che c’è per la nostra Nazione; abbiamo perso il senso
patrio delle generazioni che ci hanno preceduto. Lo vedo soprattutto attraverso i frequenti
movimenti di contestazione rispetto allo Stato e non vedo il senso di partecipazione che le persone
dovrebbero avere.
 
Io mi definisco come un realista fiducioso e sono speranzoso; penso che bisognerebbe offrire alle
nuove generazioni gli strumenti necessari per spingere i giovani a lottare ed impegnarsi, affinchè il
nostro Paese riconquisti il ruolo che merita.
I valori da riscoprire sono quelli legati al senso di appartenenza ad una comunità, quindi il senso
dello stare insieme e del rispetto reciproco.
Non pretendere solo l’esercizio di diritti ma essere anche consapevoli di esercitare dei doveri nei
confronti degli altri, quindi non solo chiedere ma anche dare.
Riscoprire il valore della tradizione, perché ciò che siamo adesso dipende da ciò che siamo stati,
per cui riprendere il nostro passato, la capacità di riscoprire quanto di buono c’era nel nostro
passato
”.
Resteremmo ad ascoltare Antonio per ore ed ore, tanto è affascinante il suo modo di parlare e di
porsi a chi gli è di fronte.
E’ una persona eccezionale, un punto di riferimento certo e preciso per tanta gente, un Uomo Vero.
Grazie di tutto!
RAFFAELE BURGO