Trebisacce-27/01/2022:    CORTESIA E CULTURA

                                 

           

                                   CORTESIA E CULTURA

 

Per il mondo la cortesia è come l’asse per il giro della ruota” (Siddhārtha Gautama Buddha).

Ricordiamo quel giorno di tanti anni addietro, quando in occasione dell’inizio di un Corso di Autodifesa Femminile, che tenevamo personalmente, abbiamo avuto l’onore di conoscere una persona eccezionale che, in seguito, diventò per noi una persona di famiglia.

La sua dolcezza, unita alla riservatezza, all’umiltà, alla sensibilità umana ed alla cultura che l’hanno sempre contraddistinta, ne fanno un punto di riferimento certo e preciso per quanti credono ancora nei valori puliti della vita.

La Professoressa Caterina Ventimiglia è una donna speciale, con la quale condividere l’essenza vera e pulita di ciò che conta realmente, al di là dell’effimero, della superficialità e delle apparenze.

Legata profondamente alla sua famiglia, ha un cuore grande, che mette a disposizione di quanti si rapportano a lei.

Le abbiamo chiesto di raccontarsi per i nostri lettori.

1) Puoi presentarti ai nostri lettori?

Sono una donna di circa 40 anni, vivo a Torino, dove insegno in un liceo. Mi sono spostata dalla Calabria qualche anno fa a seguito di un percorso lavorativo interrotto dal sistema viziato in cui viviamo. Sulle prime, è stato doloroso allontanarmi e ricominciare tutto in una città lontana, ma sono felice del mio percorso. Insegnare e vivere in un posto nuovo ha significato scoprire mille altri aspetti che può la vita, una benedizione laica. Torino, in fin dei conti, è diventata la mia seconda casa. Ne apprezzo la raffinatezza, il mondo culturale e la natura in cui è immersa. Però, continuo ad amare la Calabria, dove ho lasciato tutti i miei affetti e ritorno ogni volta che ne ho la possibilità. Della Calabria amo le tradizioni, gli odori, i colori sconfinati, i paesaggi che la contraddistinguono. Quando sono giù mi chiedo se la gente del posto è davvero indifferente alla meraviglia che la circonda ma, poi, in spiaggia trovo sempre qualcuno fermo a guardare il mare. Gli incontri, le esperienze di questi anni, le sofferenze, le gioie e la pandemia mi hanno reso una persona più consapevole ed è probabilmente questo l’aggettivo che più mi rappresenta. Credo ormai di conoscermi abbastanza da avere gli strumenti emotivi per continuare a migliorare nel mio lavoro e nelle relazioni sociali.

2) Che tipi di studi hai fatto?

Mi sono laureata in geologia e successivamente ho conseguito diverse specializzazioni, ma lo studio continua ad accompagnarmi. Gli studi scientifici mi hanno permesso di apprezzare il mondo, ma non ritengo che siano così tanto distanti da quelli umanistici, capaci di svelare il senso dell’essere e dell’esistenza umana. Mi manca una conoscenza accurata di una lingua straniera, magari dell’inglese, ma cercherò di porre rimedio a questa lacuna.

3) Quali sono i tuoi interessi primari?

Amo la natura e l’arte (in tutte le forme) e ad esse dedico parte del mio tempo libero. Mi piacciono gli sport legati alla natura come lo sci, il trekking e il nuoto. È il modo migliore per praticare la meditazione. Anche quest’ultima, come ben sai, fa parte della mia quotidianità. Di questo devo, lungamente, ringraziare te che sei il mio maestro. Nei ritagli di tempo leggo, ascolto musica, vado al cinema, al teatro e alla ricerca di forme artistiche che mi rivelino qualcosa della realtà che mi circonda e anche di me stessa. Mi affascina l’arte contemporanea: non sono un’artista, ma mi affascina il senso insueto che dall’arte può talvolta scaturire. Ho cercato di sperimentarla in prima persona, ma adesso preferisco esserne spettatrice.

4) Cosa pensi della situazione attuale in Italia?

Credo che il nostro Paese sia meraviglioso, ma in continuo declino per il susseguirsi di governi inadeguati e la scarsa coscienza critica di noi che lo abitiamo; noi tutti dovremmo impegnarci per offrire alle generazioni future una società più sana. Io, nel mio piccolo, cerco di fornire qualche spunto di riflessione ai miei alunni, di insinuare in loro dubbi e interrogativi sugli scenari complessi che stiamo vivendo e pensare alle possibili alternative. Purtroppo non basta.

5) Secondo te quali sono i valori che dovrebbero essere riscoperti?

Quelli universali di rispetto, uguaglianza, solidarietà e, in assoluto, quelli legati alla famiglia, perché ritengo che quest’ultima sia un luogo sicuro dove ciascuno di noi può far sempre ritorno. Sembrerà retorica ma, in questi anni, ho sperimentato che il legame con la mia famiglia è indissolubile e sono sicura che il mio viaggio mi ricondurrà ad essa.

6) Quali sono i tuoi progetti futuri?

Ho smesso di fare progetti per il lungo periodo. A mie spese, ho imparato che mentre lavoriamo per un programma la vita prende la direzione opposta. Però, nel mio futuro, vorrei stabilire cerchie sociali sane e durature, e, soprattutto, spendermi per il bene comune.

Come si può notare, Caterina Ventimiglia ama la semplicità delle piccole cose; piccole, ma fondamentali, immensamente grandi, cioè quei valori profondi che, negli ultimi tempi, sembra essersi persi nei meandri della oscurità del cuore di tanta gente.

Rispettata dai colleghi, amata dai discenti, proprio grazie alle sue virtù interiori, che esteriorizza in ogni sua azione, sia in ambito professionale, che nella vita quotidiana.

Siamo certi che se esistessero più persone come Caterina, di certo la nostra società vivrebbe in modo più sano e più giusto.

Vogliamo augurarle soddisfazioni sempre maggiori, affinchè il suo futuro possa essere roseo e rispondente a quelli che sono i suoi sogni.

RAFFAELE BURGO