Trebisacce-02/02/2022: ARTISTA E DONNA A 360°

                                   

     ARTISTA E DONNA A 360°

 

La musica è una rivelazione, più alta di qualsiasi saggezza e di qualsiasi filosofia” (Ludwig van Beethoven).

La grande Montserrat Caballè diceva che quando un cantante sente e prova veramente ciò che la musica sia, le parole vengono e suonano automaticamente vere.

Ebbene, Marianna Cataldi quando canta si immedesima completamente in quel momento, diventa una sola cosa con le note e con il testo, trasportando tutti nel suo mondo, fatto non soltanto di voce ma anche di valori.

Ci troviamo dinanzi ad un’artista completa e ad una donna che, con studio, sacrificio e passione è riuscita a far diventare realtà un sogno.

Marianna Cataldi incarna la modestia e l’umiltà e, secondo noi, è proprio questo che la rende Grande.

Ascoltarla vuol dire sognare e se si chiudono gli occhi è come trovarsi di fronte ad uno schermo su cui scorre la storia di una donna del Sud che, con caparbietà, ha portato avanti quella che era ed è la sua grandissima passione, senza mai chiedere nulla a nessuno, ma lavorando duramente e con serietà.

Molti dicono che un vero artista deve saper cantare ma, nel contempo, deve essere in grado di trasmettere qualcosa di profondo a chi ascolta; ebbene, Marianna ha in sè la capacità di creare una introspezione tra lei e chi l’ascolta, proprio grazie al suo modo di interpretare.

Oltre ad avere una splendida voce, è una straordinaria interprete ed i suoi “pezzi” diventano struggenti melodie che si incanalano nel cuore, nelle orecchie e nell’animo di tutti.

Le abbiamo chiesto di rispondere a qualche nostra domanda e lo ha fatto con la grande sensibilità che tutti le riconoscono.

 

Puoi presentarti ai nostri lettori?

Provo sempre una forma profonda di imbarazzo quando mi si chiede di presentarmi, perché l’auto definizione di artista mi risulta sempre così presuntuosa. Sono un essere umano che ha trovato la sua forma di espressione nella musica e nella sua creatività, e che ha studiato perché questa predisposizione o talento, potesse avere più strumenti possibili per poterci vivere, creando un connubio inscindibile tra passione e lavoro. Tutto ciò che è venuto negli anni, è stato il trovare una mia collocazione ideale e riconoscimento personale in quel contesto preciso, che sia stato Mediaset, Rai o Cinema. 

 

2) Che studi hai fatto?  Ho iniziato a studiare pianoforte a 9 anni, e da adolescente sono entrata al Paisiello di Taranto per studiare canto lirico, pianoforte, canto corale, teoria e solfeggio, frequentato al pomeriggio, mentre al mattino studiavo all’ITIS Pacinotti di Taranto, dove mi sono diplomata. Iscritta poi alla Facoltà di Scienze Fisiche e Matematiche dell’Ateneo di Bari, studi che però ho poi abbandonato per seguire l’ambizione del mio mondo interiore, trasferendomi a Milano. 

 

3) Cosa rappresenta la Musica per te?  La musica è il suono delle emozioni. Il primo suono di cui ci innamoriamo è quello del battito cardiaco della nostra mamma, poi impariamo a comunicare i nostri bisogni con il pianto, il primo suono che una madre ascolta della propria creatura. Il suono trasforma l’astratto in udibile, ed io l’ho scelto come mio linguaggio, la lingua madre della mia essenza, perché più coerente e fedele delle parole, che hanno un loro limite. La stessa parola può avere un significato diverso a seconda dell’intonazione che le viene dato, quindi anche le parole necessitano della musica per essere più fedeli al messaggio che stanno comunicando.   

 

4) Cosa pensi dell’attuale situazione del nostro Paese?  La pandemia ha scoperchiato tutte le falle organizzative all’interno di ogni Stato. Ognuno di loro ha deciso per regole diverse in caso di emergenza, ma l’imprevedibilità li ha messi nella situazione “Ed ora che facciamo?”. Ci sono tante privazioni, inflitte dal virus ma anche dallo Stato, in un accordo altalenante tra politica e scienza, all’interno delle quali ci sono spesso già vedute a volte anche opposte. L’essere umano non riesce a sottostare troppo all’interno di obblighi e regole limitanti o addirittura di diritti violati. Non è facile vivere questi anni difficili, né gestirli, ma oltre al virus, la paura è quella di aver perso ogni forma di libertà, e molti stanno perdendo anche la sanità mentale, sia gli adulti che i bambini. Non abbiamo più certezze, e si sono create pericolose divisioni tra gli esseri umani. Si diceva che ne saremmo usciti migliori, invece sono tutti più stanchi e incattiviti, pronti a dare la colpa a chiunque la pensi diversamente. Io mi sono rifugiata nella lettura serale per vivere altre vite, e di giorno nella composizione, tornando anche allo studio del pianoforte, per nascondermi dalle angosce presenti ogni giorno, immergendomi totalmente nella disciplina di cui il pianoforte necessita. Ogni piccola formichina buttata sul quel pentagramma richiede concentrazione, poi ci mette la propria anima per l’interpretazione.  Quindi consiglio, nel mio piccolo, di andare a scovare nelle proprie passioni; per chi non ha velleità artistiche va benissimo anche riparare cose o cucire, piantare in vaso o nell’orto. Create! L’uso del corpo, e soprattutto delle mani, ci riconnette con una parte ancestrale del nostro cervello, la nostra medicina naturale per svuotare il serbatoio della sofferenza dell’anima. Vogliamoci bene per volerne agli altri. 

  

5) Secondo te, quali sono i valori che andrebbero riscoperti?  Ho imparato che la scala dei valori è molto diversa per ogni individuo, e che anche quelli che non li hanno appresi dai propri genitori, se ne sono creati dei propri, per istinto di sopravvivenza. Anche il più libero degli animi ha bisogno di averne, quelli che ritiene più giusti, quindi a prescindere dalla scolarizzazione, dal paese di provenienza, e dalla famiglia di origine, noi scegliamo i nostri valori in base alla nostra indole, e crescendo possono scambiarsi il posto in termini di priorità. Io ho però la mia personale istintiva convinzione che il giusto o lo sbagliato, istintivamente li abbiamo già dentro di noi. Tutto sta alla stima che abbiamo di noi stessi, che ci dà la forza di seguirli o di ignorarli, facendo a volte un danno inconsapevole al nostro valore umano.  

 

6) Quali sono i tuoi progetti futuri?  Parlare di futuro per me in questo momento è molto difficile, perché i progetti futuri stessi mutano nella mia testa, plasmandosi obbligatoriamente con i cambiamenti imposti dalle misure restrittive imposte e dalla paura del virus. Ho in mente di ultimare un album a cui sto lavorando con tanti stop da 2 anni, e per adesso è quello che ho in primis da portare a termine. Ho composto questi brani come bisogno urente di questi lunghi estenuanti mesi, canzoni che mi rappresentano sinceramente nelle armonie e nelle parole, per cui spero di poterlo condividere presto con chi avrà voglia di ascoltarmi, e vorrà godere del suono del mio mondo interiore.  I progetti futuri invece della vita privata sono da sempre legati al vedere star bene i miei cari.

 

Siamo certi che questa intervista possa servire a far conoscere ed apprezzare questa meravigliosa artista e donna, proprio in virtù della sua umiltà, nonostante i suoi successi.

Se le si parla di ciò che ha conquistato nel mondo della musica, lei si schernisce dicendo che è una semplice appassionata di musica.

Ebbene, sono proprio le persone come lei che fanno riconciliare con i valori profondi della vita, quelli che vanno al di là del successo effimero e della esteriorità, ma si uniscono in un afflato perfetto con le idealità.

Auguriamo a Marianna di ultimare il suo album che, certamente, traccerà un solco profondo e riuscirà ad emozionarci e commuoverci come tutta la sua musica riesce a fare.

Chiunque chiuda gli occhi ascoltandola, non potrà che essere rapìto da una voce suadente e da una emozione che si sprigiona ad ogni nota.

Ad maiora semper!

RAFFAELE BURGO