Trebisacce-17/02/2022: Il teatro al tempo di Shakespeare di Pino Cozzo

Il teatro al tempo di Shakespeare

di Pino Cozzo

 

Al tempo di Shakespeare, nel sedicesimo secolo, il palcoscenico non aveva una collocazione ed uno spazio predefiniti; le rappresentazioni dovevano essere versatili e la stessa opera poteva essere tenuta in una struttura all’aperto, in un teatro, in un palazzo reale, o, se la compagnia era in tournée, nel cortile di una taverna. In ciascuna di queste location, uomini e ragazzi interpretavano i ruoli dei personaggi, sia maschili che femminili, poiché il mestiere di attore, nell’Inghilterra del Rinascimento, era una professione esclusiva degli uomini. Gli spettatori, ovviamente, avevano i loro personaggi preferiti, erano ansiosi di ascoltare le “colonne sonore” delle opere, e apprezzavano gli elaborati costumi degli attori principali. Lo stesso palcoscenico era piuttosto scarno, e, per la maggior parte, gli scrittori di opere usavano parole vivaci anziché scenografie per descrivere le scene sul palco. Quando Shakespeare era un adolescente, fu costruito il primo teatro alle porte di Londra, e fu il primo dai tempi dei Romani. Come tutti gli altri che seguirono, era una multi-struttura, con una corte scoperta e centrale, circondata da tre livelli di spalti, coperti e con posti a sedere, mentre il palcoscenico era situato di fronte, un po’ come avviene adesso quando si tengono i concerti all’aperto. Gli spettatori potevano pagare per i posti a sedere, mentre coloro che avevano i biglietti più economici assistevano in piedi per la lunghezza della piazza. La Compagnia teatrale di Shakespeare, “Gli uomini di Lord Chamberlain”, fu una delle tante ad esibirsi nel teatro, sin da circa il 1594, e, successivamente, avendo perso la possibilità di utilizzarlo, cominciò la costruzione del Globe Theatre, di cui il drammaturgo di Stratford fu azionista, per la realizzazione del quale, alcuni partner si impegnarono anche economicamente e materialmente. Nel 1613, bruciò e fu raso al suolo, avendo preso fuoco il tetto, mentre veniva rappresentato l’Enrico VIII di Shakespeare, quindi, un nuovo, secondo Globe fu subito ricostruito nello stesso luogo e fu inaugurato l’anno dopo. Si poteva così, dopo un lungo periodo di rappresentazioni all’aperto, sotto la pioggia, il vento, il sole, gestire il palco al chiuso, con una buona occasione di sentire più vicino il contatto col pubblico e con gli amanti delle opere teatrali, che erano disposti, all’epoca, anche a pagare un penny per assistere alle opere in un una corte al chiuso e riparata, o due penny per sedersi sulla balconata (è difficile paragonare oggi il valore del denaro di allora, ma si consideri che il pasto di un uomo adulto ammontava a circa quattro centesimi di penny). Gli uomini più carismatici potevano assistere di fiano al palco al costo di 24 scellini, e gradivano bere vino o ale, e sgranocchiare del cibo mentre erano in scena le rappresentazioni, un po’ come accade oggi al cinema o nei teatri moderni.