Trebisacce-22/02/2022: URSULA VON DER LAYEN E UN ALTRO “SOFA-GATE”
URSULA VON DER LAYEN E UN ALTRO “SOFA-GATE”
Che il ruolo della donna sia ancora ritenuto inferiore rispetto a quell’uomo lo conferma l’ultimo episodio avvenuto al summit Ue-Unione Africana a Bruxelles.
Si tratta di un nuovo sgarbo maschilista verso Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione Europea.
Il Ministro degli Esteri dell’Uganda, Jeje Odongo, le passa davanti senza salutarla, ignorandola, come se fosse trasparente, come se non ci fosse e va a stringere la mano al presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, e quello francese, Emmanuel Macron, della Presidenza di turno del Consiglio UE. Odongo viene ripreso da Macron ad usare la stessa educazione con la presidentessa.
Ma, nonostante ciò, il Ministro ugandese finge di non capire e si mette in posa per le foto di rito. Così facendo dimostra di non aver alcuna intenzione di stringerle la mano, rifiuta palesemente il contatto con lei, forse perchè non la ritiene degna o al suo pari.
Si tratta, quindi, di un gesto assolutamente voluto e predeterminato, anzichè di un errore. Interessante è la reazione di Ursula von der Leyen, che sfoggia un sorriso diplomatico, del tutto forzato, forse per mostrare ancora la sua intelligenza e superiorità in risposta ad un gesto simile. Questo perchè si pensa che all’ignoranza e, in questo caso, all’arretratezza mentale, si debba rispondere con l’indifferenza. Ma è giusto mostrare questa indifferenza, o si dovrebbe rispondere, reagire e opporsi a tali atteggiamenti? A quanto pare, l’indifferenza e il silenzio non portano da nessuna parte, anzi quasi legittimano queste situazioni e, di conseguenza, queste ultime si ripropongono, basti pensare a ciò che è avvenne ad Ankara lo scorso anno.
Il soprannominato “sofa-gate”, quando alla Presidentessa fu riservato un posto relegato sul divano laterale mentre il Presidente turco Erdogan e Michel si sedettero sulle poltrone centrali. Dunque, Ursula von der Leyer era già stata protagonista di una vicenda simile, ma questo non è servito a bloccare il ripresentarsi di eventi così spiacevoli.
Tutta questa storia sottolinea quanto retrogrado e chiuso sia ancora il pensiero di alcuni uomini. Ancora una volta, la donna è vittima di ingiustizia perchè appartenente ad un gruppo target, discriminato da troppi anni. Nel caso della Presidentessa, la sua professionalità, competenza, la posizione in cui si trova, non vengono prese in considerazione. Nonostante una donna possa ricoprire un ruolo importante all’interno della società, in questo caso politico, la sua autorità e affidabilità verranno sempre messe in discussione, in quanto “donna”. Ed è per questo motivo che bisogna continuare a parlare di questi episodi, ma soprattutto non bisogna più rimanere in silenzio perchè altrimenti si ripeteranno.
MILENA ANGELILLO