Trebisacce-24/02/2022:  TRADIZIONE E MODERNITA’

                               

            TRADIZIONE E MODERNITA’

 

La tradizione non consiste nel conservare le ceneri ma nel mantenere viva una fiamma”(JeanJaurès)

Negli ultimi tempi sembra che le tradizioni, in tutti i settori della vita sociale, siano quasi scomparse, per cui è molto significativo quando si ha la possibilità di dialogare con qualcuno che, al contrario, ha un rispetto enorme per quanto ci è stato tramandato, seppur in un contesto come quello attuale.

Una di queste splendide persone è il Maestro Sung Gyun David Cho, di origini coreane, ma adottato ormai dall’Italia, dove vive da tantissimi anni, precisamente in Sardegna.

Gli abbiamo chiesto di rilasciarci una intervista e lo ha fatto con la amabilità che lo contraddistingue.

1) Puoi presentarti ai nostri lettori?

Salve a tutti i cari lettori ! Mi chiamo Sung Gyun David Cho, di cui Cho è il mio cognome, Sung Gyun è il mio nome di nascita coreano e David il mio nome di battesimo. Ebbene sì, non nego di essere battezzato cristiano cattolico, seppure sono molti anni che non seguo più la dottrina cristiana. Tutto ciò nasce per alcune mie vicende “interne” dello spirito e al mio avvicinarmi di più alle mie origini coreane. Difatti, seguendo sia il neo confucianesimo che il taoismo, ormai la mia visuale del Mondo è assai differente di quando ero giovane. Detto questo, pratico e insegno Budo nelle forme note come Aikido e Daito Ryu Aiki Jujutsu; in quest’ultime ho dedicato la maggior parte del mio tempo e passione; ma ho praticato anche Judo e dal 2014 anche un pochino di Boxe, senza però divenirne un vero praticante.

Sono anche un Dottore di Ricerca in Storia Moderna con specializzazione in Storia del Giappone e Corea nonché militare. Mi dedico a scrivere articoli e libri.

Sono tutti titoloni, vero? Nella realtà per me valgono molto poco, visto che tutti i diplomi sono accatastati da qualche parte in casa mia!

Ciò che più conta è che attraverso il canale YouTube, Kankukan Aiki, io possa condividere idee ed esperienze con la comunità marziale italiana e da essa imparare. Comunque sia ho parlato di canale su YouTube? Eh già, sono uno YouTuber e sono vegetariano.

2) Quando hai iniziato la pratica delle Arti Marziali?

Iniziai a praticare Arti Marziali a 13 anni e avendone ormai 47, penso che siano trascorsi, nel bene e nel male, tanti anni da quella prima volta.

3) Quali sono stati i tuoi punti di riferimento nella pratica marziale?

Reputo che questa sia una domanda assai difficile da rispondere. Quando si inizia da così giovane, si tende a vedere i propri maestri e senpai (allievi più anziani) come una sorta di seconda famiglia, dove il maestro è una sorta di padre e i senpai sono i tuoi fratelli maggiori. Se parliamo della mia esperienza nel mio primo dojo di Aikido, ammetto che i miei punti di riferimento fossero proprio il mio maestro di allora e i miei senpai che assieme al maestro tenevano le lezioni al dojo. Confesso di non essere mai stato un appassionato di personaggi della televisione quali Steven Seagal o Bruce Lee. Se volessimo dirla tutta, ho sempre preferito il primo Karate Kid a qualsiasi film di Seagal.

In seguito, negli anni, un pochino perché lo volevi tu, un pochino perché i tuoi amici all’interno della scuola lo facevano, cominciai a perseguire gli insegnamenti di Ueshiba O-Sensei e poi di Saito Hitohira Soke. Oggi? Oggi i miei punti di riferimento sono la comunità marziale; tutto ciò parrà strano ma quando cominci a rispettare un’intera comunità e a voler bene la medesima, cominci a prendere come punto di riferimento, ciò che la comunità ha bisogno e impari da essa ciò di cui hai bisogno tu.

4) Quali sono i valori che dovrebbero promuovere tali discipline?

L’Aikido ha nel suo curriculum, dei grandissimi insegnamenti che ci sono stati lasciati in eredità da Ueshiba O-Sensei. Idee quali il migliorarsi per il proprio bene e per gli altri; di vincere sé stessi ed il proprio ego; di aiutare il Mondo ecc.. sono valori universalmente belli. Però negli anni ho imparato che molte persone, e nello specifico chi a lezione citava costantemente O-Sensei, in realtà aveva sempre insegnato bene ma poi razzolato male. Personalmente sono arrivato alla conclusione che le Arti Marziali non possano migliorare l’Uomo, se non vi è da parte di questi la volontà di farlo. Io credo, e ovviamente è una mia opinione opinabile, che noi pratichiamo per quel quid che proviene dai nostri cuori; da quel richiamo che viene dai nostri istinti più sopiti. Pratichiamo per il piacere di farlo e tale dovrebbe essere la pratica senza entrare sui discorsi riguardanti i valori. Perché? Perché proprio coloro che pontificano, in realtà sono coloro che poi si atteggiano nel peggior modo possibile. Perseguire il Budo non vuol dire divenire un cavaliere errante con armatura sgargiante e spada sfavillante; praticare il Budo è un lavoro assai intimo e solitario e lo si segue solamente da soli e non pontificando o parlando di valori che poi alla fine non si segue. Io credo vivamente e so che è tutto opinabile, che noi dovremmo praticare e insegnare a vivere una passione e non soffermarci in valori che poi storicamente non appartengono alle culture asiatiche.

5) Cosa pensi dell’attuale situazione in Italia, sia dal punto di vista marziale che sociale?

L’attuale situazione marziale italiana purtroppo non è rosea; tutto ciò dovuto alle scelte giuste o sbagliate di chi ha insegnato negli anni tra il 1970 ed il primo decennio del 2000. Non è assolutamente colpa di alcuno di noi ma è palese che vi siano state scelte sbagliate da parte di tutti e soprattutto di chi “governa” il mondo sportivo e marziale. Con il cambiare della società, ovviamente certi anacronismi e certi atteggiamenti egocentrici e di protagonismo, sono considerati assai “ridicoli” per i giovani di oggi. E di sicuro questo ha allontanato una grossa fetta di praticanti dai dojo, dojang e kwoon di tutta Italia. Che la società cambi ogni tot anni, fa parte della comunità mondiale. Di sicuro non può esistere un Mondo con una società che non muti nel tempo pur mantenendo i valori negativi o positivi di un’epoca. Ma proprio il mutare della società che ormai è legata alla velocità e alla necessità di vedere il Mondo di 240 frame per secondo (fps) come nei videogiochi, fa divenire stantio tutte le Arti Marziali e purtroppo non vi è modo per rinnovarsi o reinventarsi. Ripeto, non è colpa specifica di alcuno di noi, ma certi atteggiamenti da Mega Maestri, Shihan, Sigung, Dai Sifu, Sabonim ecc… hanno reso nauseante l’ambiente ed hanno allontanato i giovani che preferiscono di sicuro fare altro che non entrare in un dojo dove il Mega Maestro di turno si atteggia in una maniera che neanche i loro genitori fanno. Sicuramente il problema nasce anche dalla medesima famiglia, ma come ho espresso, questi fa parte dell’evoluzione della società. Se posso poi fare un inciso: sento e leggo spesso che molti praticanti e maestri danno la colpa alle MMA, incolpandole di essere una Moda e di privare i nostri Dojo di persone. Nella realtà le MMA sono un bene e seppure condivida l’idea che siano la Moda di adesso, proprio la loro novità, la volontà di essere dinamici e non fermi in una sorta di teatro anacronistico, le ha resi più famosi di molte altre arti marziali. Ma posso essere sicuro di questo, non è colpa delle MMA se la gente non si avvicina alle arti marziali tradizionali. La colpa è di quello che si insegna nei vari Dojo…

6) Consiglieresti la pratica marziale ai bambini?

Assolutamente sì, seppure sia anche convinto che molti insegnanti non siano bravi ad insegnare ai bambini di oggi. Io stesso, ammetto di essere una frana coi bambini! Ho bambini di 10 anni che praticano con gli adulti (alias anche genitori) ma vengono trattati quasi come gli adulti (nei loro e nostri limiti). Per insegnare ai bambini di oggi, servono studi specifici e bisogna seguirli con il cuore; dedicarsi costantemente a loro e non colpevolizzarli adducendo che hanno qualche problema qui e qualche problema là. E’ mia opinione opinabile che ormai si preferisca dare dell’autistico ad un bambino con “problemi” caratteriali, piuttosto che trovare una soluzione. Per insegnare ai bambini non serve solamente essere bravi a fare dei Kata o Taolu o Poom! Serve di sicuro molto altro. Comunque sia se i bambini incontrassero un bravo Maestro con la M maiuscola, di sicuro farebbe loro del bene come lo fece a me tanti anni fa.

7) Cosa pensi dei vari corsi di autodifesa, soprattutto femminili, che proliferano quotidianamente?

Prima di rispondere a questa domanda, faccio la premessa che non sono assolutamente contrario ai corsi istruttori dedicati a chi è già esperto in un determinato campo; ovviamente sono contrario a corsi istruttori dove persone che non hanno mai praticato in vita loro, vengono promosso istruttori di X arte marziale o difesa personale. Il punto focale sta nel fatto che non si può colpevolizzare tutto l’insieme ma bisogna osservare il tutto, nei suoi particolari.

Penso che molti corsi di autodifesa, soprattutto femminili, possano essere un male sotto molti punti di vista e un bene sotto altri. Se si usano dei corsi specifici per avvicinare le persone e nella fattispecie le donne al mondo della difesa personale e delle arti marziali, sono convinto che un corso ad hoc possa essere ottimo. Ma se l’istruttore di turno è una persona con poca esperienza o peggio ancora se il corso è tenuto da un Maestrone che non ha mai ricevuto uno sberleffo da parte del proprio genitore, allora il corso è realmente molto negativo. Il punto focale è questo: per imparare una tecnica, qualsiasi essa sia, serve molto tempo e tanto ma dico tanta, passione. Bisogna ossessionarsi e praticarlo a non finire. Non si può imparare un qualcosa in poco tempo e poi insegnarlo solo perché il tuo ego te lo dice. Chi fa i corsi istruttori ed è già esperto, si allena successivamente e in maniera costante, ciò che ha appreso. Altresì chi ha fatto questi corsi per ego, spesso e volentieri non ripassa nulla e lo va ad insegnare a persona che si avvicinano a lui solo perché ha la carica di istruttore o maestro. E questo è un grosso male.

Se poi aggiungiamo il fatto che insegnare Difesa Personale non è una questione di tecnica ma di studio assiduo della società, dei pericoli sociali, ambientali e di circostanza; dello studio di cosa sia l’escalation e il de-escalation… allora possiamo capire che per insegnare a difendersi ci vuole molto di più che non 4 tecniche in croce.

8) Cosa pensi delle diverse federazioni e dei tanti maestri che ogni giorno nascono in Italia?

Formalmente e legalmente parlando, in Italia esiste esclusivamente una sola Federazione, se parliamo di Arti Marziali. Tutte le altre sono Associazioni Sportive Dilettantistiche, più o meno grandi e più o meno importanti. Sul fatto che nascano così tanti maestri ogni giorno è secondo me un male perché si perde quel “quality control” ossia il controllo sulla qualità di tali maestri. E’ il medesimo discorso dei corsi istruttori. Anche io conosco certe persone che si sono inventate delle fantasiose arti marziali o stili di arti marziali per definirsi maestri e smettere di imparare. Reputo che proprio lo smettere di praticare ed imparare sia il più grande male che attanaglia la nostra comunità. Che vi siano nuovi maestri che rinnovano l’ambiente, è, altresì, un bene perché il rinnovamento è sempre un bene. Ma che nascano maestri senza un controllo di qualità può essere considerato pari a quei prodotti cinesi che troviamo nei negozi cinesi e spesso risultano “scadenti”. Anche le aziende più rinomate hanno il loro “made in China”; la differenza sta nel fatto che le aziende rinomate fanno poi un controllo di qualità dei loro prodotti prima di immetterli sul mercato mentre le cose che appaiono simili ai prodotti di marca e che troviamo nei negozi dei cinesi, spesso non lo sono e ci troviamo prodotti che si rompono subito. Così è il mondo delle arti marziali. Quello che serve è un controllo da parte di probiviri che sappiano discernere le qualità di questi nuovi maestri. Comunque alla fine, solo il tempo ci dirà se siano stati dei bravi maestri o meno; e posso assicurarvi che i tempi in cui certi maestroni che pur non sapendo fare una tecnica che fosse decente, avevano flotte di allievi, ormai è finito. Tutto ciò perché la società stessa e ciò che chiedono le persone è cambiato.

9) Quali sono i tuoi progetti futuri?

Ho una miriade di progetti in “cantiere”. Come molti di voi sanno, la principale è fare in modo che i miei allievi e allieve, possano vivere l’esperienza della pratica nel miglior modo possibile e abbiano per sempre un bellissimo ricordo del tempo dedicato a praticare assieme a me e ai loro compagni; il secondo progetto è quello di arrivare ai 10000 amici iscritti sul nostro canale YouTube, Kankukan Aiki: è un sogno che lentamente stiamo cercando di raggiungere e spero che quest’anno riusciremo a festeggiarlo assieme!

Oltre a ciò sto già scrivendo un libro di Storia, riguardante le arti marziali che non avrà esclusivamente un’impronta accademica ma sarà alla portata di chiunque ami le arti marziali. Da questo libro, di sicuro ne seguiranno altri, sempre riguardanti la cultura asiatica e marziale.

Ultimo ma primo tra i miei pensieri, quello di aiutare ulteriormente la comunità marziale a superare questo periodo difficile e cercare di creare un mondo tutto nostro dove vivere le nostre passioni.

Ringraziamo di vero cuore il Maestro Sung Gyun David Cho per questa illuminante e splendida intervista, in quanto con la schiettezza che lo ha sempre contraddistinto ci ha permesso di comprendere ulteriori aspetti di quello che è il mondo marziale, e non solo, che ci circonda.

Pensiamo che ci vorrebbero più personaggi come lui nel mondo delle discipline orientali, al fine di far crescere gli allievi non soltanto dal punto di vista prettamente tecnico, ma anche culturale e sociale.

RAFFAELE BURGO