Trebisacce-08/04/2022: Amministrative: “Svoltiamo Trebisacce”, si chiamerà così il raggruppamento civico di Dino Vitola
COMUNICATO STAMPA
TREBISACCE
Ecco “Svoltiamo Trebisacce”, si chiamerà così il raggruppamento civico di Dino Vitola. Che vuole certificare la trebisaccesità. Il noto manager rilancia e mette fine alla voci incontrollate su un suo possibile ripensamento sulla sua scelta politica di scendere in campo alle Amministrative del 12 Giugno. “A quanto pare qualcuno è talmente preoccupato della mia candidatura a sindaco di Trebisacce da diffondere la notizia di un mio presunto ritiro. Tranquilli che se
Piantare un albero per ogni nascita a Trebisacce, come dice la legge numero 10 del 14 gennaio 2013. Ma quanti bambini nascono nella nostra città? Questo si chiede l’imprenditore ad alta voce. Dandosi pure una risposta. “Pochi al momento, o nessuno. Le donne in attesa per partorire devono per forza spostarsi all’ospedale di Corigliano Rossano o di Policoro, addirittura un’altra regione. Dal punto di vista sanitario è molto corretto, perchè queste strutture garantiscono un parto naturale, più sicuro e con il massimo delle cure qualora fossero necessarie. Sul certificato di nascita però non comparirà Trebisacce perché non sono fisicamente nati in questa città ma in quelle vicine”.
Il trebisaccese, inteso come persona nata nella nostra città- scrive ancora Vitola- non esiste e non esisterà più. Il suo concepimento,il suo sviluppo nel grembo della mamma nei 9 mesi successivi, avviene però nel territorio di Trebisacce.
Nonostante questo nei loro documenti, per tutta la vita, comparirà un altro paese come luogo di nascita.
Proporrò come nuova Amministrazione comunale di creare una specifica “territorio consolare” nelle strutture ospedaliere limitrofe che venga considerato Trebisacce, per dare la possibilità ai nuovi nati di certificare nei propri documenti la nascita nella nostra città. Questa è una proposta che con l’Amministrazione farò a Roma, al nostro governo, perché diventi legge e risolva questa problematica che coinvolge non solo Trebisacce ma moltissimi altri comuni italiani, costretti necessariamente a certificare la nascita dei propri figli nei comuni vicini e non nella propria città, ha concluso Vitola.
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