Trebisacce-23/08/2022: Lettera aperta di Domenico Mazza (MG): «Mi dimetto dal movimento, parola agli elettori»

 

 

 

 

 

 

Lettera aperta di Domenico Mazza (MG): «Mi dimetto dal movimento, parola agli elettori»

Rassegno le dimissioni dal Comitato Magna Graecia, mi candido al Parlamento dopo aver preso atto dell’avversità dei partiti al progetto . Ho accolto la proposta di candidatura nel collegio uninominale della Camera dei Deputati per la Circoscrizione elettorale Corigliano-Rossano/Crotone. Ho firmato la mia disponibilità per la federazione di Azione-Italia Viva a cui va il mio ringraziamento per la possibilità che mi offre di sottoporre al giudizio degli elettori il progetto Magna Graecia condiviso assieme ad altri amici. Mi dimetto dal Comitato per un atto di correttezza nei confronti dei Fondatori e dei tanti simpatizzanti, i quali hanno sposato un progetto che antepone un principio di neutralità e di equidistanza politica dalle strutture partitiche. La mia decisione di candidarmi, tuttavia, è comunque da indipendente, non da soggetto organico a un partito.   Tanto premesso, ho deciso di scendere in campo per significare le mie idee su un territorio ricco di potenzialità, ma spesso dimenticato. Da fautore di un’idea inclusiva e solidale, caratterizzata dalla coesione territoriale e sociale degli ambiti crotonesi e sibariti, ho ritenuto che questa fosse una irrinunciabile opportunità per promuovere quanto, ormai da diversi anni, propongo per portare lo Jonio, l’Arco Jonico, ad uno stato di agognata emancipazione. Non sono mai stato militante in alcun partito politico. Ho sempre pensato che ognuno di Noi potesse esprimere idee diverse da postazioni non necessariamente partitiche. Ma il progetto che ho intenzione di portare avanti è avversato dai partiti eccessivamente centralizzati e allora mi sono visto quasi costretto a doverci mettere la faccia, maturando la decisione di candidarmi.  Lo avevamo detto anche in sede di presentazione del progetto che se non avessimo ottenuto risposte dalla politica ci avremmo provato canalizzando le nostre energie nell’urna. Forse siamo stati sottovalutati, ma oggi è tempo di chiamare alle responsabilità chi ha messo il progetto in un cassetto.   Quando lanciammo l’idea di convogliare sotto un’unica Area Vasta, con doppio Capoluogo, gli ambiti del Crotonese e della Sibaritide, da sempre ai margini dei processi di emancipazione sociale, sapevamo che non sarebbe stato semplice per una serie di ragioni, la maggior parte delle quali ripropongono l’atavico problema del centralismo.  Il progetto Magna Graecia, che si estende all’intero Arco Jonico, da tradurre in costituzione di un’Area Metropolitana (Crotone-Gallipoli) fu consegnato ai vari rappresentanti politico-istituzionali del territorio regionale, extraregionale e leaders nazionali di partito. Tante le condivisioni, i sorrisi e le pacche sulle spalle, ma nella realtà nessuna istruttoria è partita sul piano della progettazione formale. Ed è qui che è maturata l’idea che questo progetto sia inviso ai poteri consolidati centralisti. Gli stessi che vivono questa proposta come un qualcosa che mina l’egemonia storica di singole oligarchie, mentre per me, per noi, non è altro che una semplice diversa visione di territorio. Ne consegue che non potendo contare sulle attuali rappresentanze in campo, l’unica strada che resta da percorrere è accettare il confronto con gli elettori, gli unici che possono decidere del loro, del nostro futuro.    Qualche piccolo risultato, tuttavia, è stato ottenuto. La nascita del nuovo collegio elettorale, conseguente la riduzione del numero dei Parlamentari, ha concretizzato il disegno geo-territoriale che sostenevo da molto prima che tale evento si verificasse. Sarà bastevole sovrapporre il perimetro della prospettata nuova provincia dell’Arco Jonico ed il collegio Corigliano-Rossano/Crotone per comprendere quanto i due disegni siano praticamente simili, al netto di qualche Comune. Lo Stato ha compreso il valore, o se volete, la necessità di amalgamare aree ad interesse comune che si inquadrassero in una demografia compresa tra i 300 ed i 500mila abitanti. Del resto sarebbe stato impossibile pensare ad una sorta di abbinamento diverso da quello prospettato dalla nuova geografia elettorale, poiché bisognava (e bisognerà) fare i conti con una demografia calabrese in costante decrescita. Tale dato tendenziale, purtroppo, registra picchi vertiginosi lungo tutta l’area dell’Arco Jonico. Ancor più marcati rispetto a tutti gli altri territori calabresi. Quanto detto non già per una impossibilità jonica allo sviluppo, ma per decenni di politiche asservite a direttrici centraliste che hanno relegato tale territorio ad una landa desolata e depressa. Servizi sanitari inesistenti, mobilità aero-ferro-stradale senza il minimo criterio d’intermodalità, pubblica amministrazione svuotata da ogni competenza, hanno reso un territorio, un tempo culla della più fiorente civiltà, una subregione del terzo mondo piuttosto che la naturale appendice d’Europa inquadrata nel baricentro Mediterraneo.  Oggi, seppur in una rocambolesca ed inaspettata campagna elettorale, è necessario ribadire che non potrà esistere ricetta miracolosa per il Crotonese, il Marchesato, il Cirotano, la Sila Graeca, la Sibaritide, il Pollino e l’Alto Jonio, se a guidare la sfera politica saranno le solite logiche, superate dal tempo e dai fatti. Le stesse che hanno voluto, ognuno per sua parte, tali ambiti votati ad essere serbatoi elettorali dei rispettivi Capoluoghi storici.

Crotone e Corigliano-Rossano non possono essere considerate tali! 

Altrove decidono, anche, le candidature; la maggior parte delle quali calate dall’alto. E quando si ottiene il risultato di una qualche rappresentanza del territorio, nella maggior parte dei casi è perché sullo sfondo vi è un tacito accordo di sottomissione. Due città, dunque, la terza e la sesta della Calabria, che non riescono ad esprimere neppure nei partiti blasonati figure autorevoli di riferimento. Abbiamo bisogno di restituire dignità e autorevolezza a questi territori, da sempre tenuti ai margini da parte di chi ha anche la faccia tosta di riproporsi all’elettorato.  

Mi dico sempre più convinto che dobbiamo allontanarci dalla politica dei “tweet” voluta e studiata a tavolino per evitare che gli elettori possano riflettere sulle questioni. Credo, e l’ho sempre sostenuto, che per guidare, rappresentare, coordinare un ambito omogeneo ed importante sia necessario conoscere e studiare ogni singola Comunità che concorre a comporre il mosaico sistemico.  Per fare ciò non basta un mese di campagna elettorale. Neppure un portento riuscirebbe ad orientarsi geograficamente nell’ambito di riferimento. 

Tuttavia restano le gravi manchevolezze di tutte le segreterie politiche che, pur conoscendo (almeno si spera) la rinnovata geografia elettorale sin dal mese di dicembre del ’20, non hanno mosso un dito per cercare di creare amalgama tra territori che per la prima volta condividevano il proprio perimetro elettorale.

Saluto i candidati avversari, la mia sarà una campagna elettorale basata sul rispetto delle persone e lontana da logiche offensive. Con altrettanta franchezza devo dire che i nomi che si leggono o sono esterni al territorio o ne hanno una conoscenza parziale. Per quanto mi riguarda, lavoro da anni sull’area del Crotoniate e della Sibaritide e ne conosco ogni singola peculiarità: a partire dalla necessità di pervenire a un piano industriale comune che tenga conto dei siti dismessi di Pertusola Sud, Montedison e della ex centrale termoeletrica Enel. Questi saranno necessariamente da candidare, congiuntamente ai siti industriali di Taranto da rigenerare ed ai tre distretti agroalimentari di qualità della baia jonica, ad un grande e rivoluzionario ecosistema della innovazione. Bisognerà pensare ad un nuovo Contratto Istituzionale di Sviluppo che tenga insieme i tesori dell’archeologia che da Kroton raggiungono Sybaris estendensosi e slanciandosi verso Metapontum, Taras e Kallipolis. Andrà data la giusta osservazione alla gestione dei rifiuti e ad una sanità che sappia conciliare le esigenze dei Presidi montani con quelli di costa. Ed ancora bisognerà attenzionare la cronica problematica delle infrastrutture che rendono il nostro territorio inaccessibile. 

Mi batterò per questa terra, lo farò senza piegarmi alle logiche di potere. 

Professionalmente mi sento e sono appagato, non ho bisogno di incarichi o prebende, né devo sistemare amici o parenti. Odio le politiche clientelari e dei favoritismi che, a mio parere, rappresentano il vero male della Calabria. Abbiamo bisogno di recidere il cordone ombelicale con alcuni poteri calabresi. 

Io sono pronto, ma molto dipenderà da Voi elettori. 

Domenico Mazza 

 

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