Trebisacce-22/10/2022: La Giustizia ha davvero trionfato?
Nonostante la recente assoluzione delle due donne per presunto “abbandono e maltrattamento di animali” sentenziata da Tribunale di Castrovillari, per una assurda e ingiusta vicenda iniziata nel Marzo 2021, alla quale aveva fatto seguito il sequestro dei poveri cani e delle relative strutture “non idonee”, in cui invece gli animali erano amorevolmente e gratuitamente curati, resta lo strazio per la perdita del dolce Zuzzurillo spentosi di crepacuore in un canile della zona.
“Ricordo ancora quando, 15 anni fa, ti sottrassi dalle mani di chi voleva farti del male, ancora cucciolo, legato con una corda ad un palo, senza cibo alcuno, né acqua. Ti portai via, al rifugio, cui si sono aggiunti negli anni altri reietti. Ti sei accompagnato così ad altre creature che vagavano per strada, abbandonate, spesso prive di pelo, pelle e ossa, con rogna, zecche, cani non più idonei alla caccia perché troppo paurosi o affetti da leishmaniosi, come Dogo o Jolly.” Inizia così il post affidato ai social di una delle donne che da una vita intera si occupa di animali, insieme ad una sua amica, vessati dalla crudeltà dell’uomo, trascurati, bastonati e racchiusi in buste di spazzatura e gettati nei burroni. “Sterilizzato, curato, accudito con tutto l’Amore possibile, così come i tuoi amici di una vita, rinvigoriti nel tempo, ero sicura che saresti vissuto ancora a lungo, tanto eri, nonostante i tuoi 15 anni, ancora così pieno di vita”. E invece quell’ampio recinto in mezzo alla natura è stato considerato inadatto e la mamma umana degli amici a quattro zampe ha dovuto osservare, disperata e inerme lo strappo dell’innocente Zuzzurillo. “Ho assistito, impotente, alla scena tremenda dell’accalappiacani, costretto ad obbedire ad un dictat e a trascinarti via, sulla strada sterrata, per diversi metri. Quanto tu sia riuscito a sopravvivere in un angusto box, forse in uno di quelli dove non penetra mai la luce del sole, non so. Le ultime immagini che mi restano di te sono quelle di una creatura stremata per essersi dibattuta in un collare a strozzo, con la lingua penzoloni e lo sguardo reso opaco dagli anni, gli occhi sgranati di chi si chiede perché?!”. Già, perché?Perché condannare all’inferno della segregazione un animale che viveva libero e felice, dopo essere stato sottratto alla cattiveria di un padrone? “Voglio augurarmi che tu non abbia avuto nemmeno la forza di arrivarci in quel luogo idoneo, vinto dallo stress subito”. Chiosa la donna affranta dal dolore “Non saprò mai quanto tu abbia resistito, visto che la tua morte mi è stata annunciata dopo molti giorni dall’accaduto. So che il tuo, cuore di cane, ci ha già perdonato, il mio, troppo umano e fragile, ancora no, forse con il tempo, chissà. Arrivederci, caro Zuzzurillo e grazie per avermi insegnato quotidianamente, insieme ai tuoi fratelli anima-li, l’Unica lezione che conta in questa scuola che si chiama vita, l’Unico senso: l’Amore incondizionato”. Dopo questa toccante lettera virtuale indirizzata al cane che, ha attraversato il Ponte dell’Arcobaleno per il Paradiso, resta un’ultima perplessità: La Giustizia ha davvero trionfato?
Rossana Lucente