Trebisacce-02/01/2023: SCRITTURA COME VOCE DEL CUORE
SCRITTURA COME VOCE DEL CUORE
“Riempi la carta con i respiri del tuo cuore”(William Wordsworth).
E’ un battito del cuore, talvolta, un filo più forte del normale tamburellare quotidiano. Poi interviene l’aria: per qualche motivo, per un attimo, si assenta; i polmoni la bramano; dura soltanto un istante, ma genera un sussulto che esplode nel corpo e nel pensiero.
Piccole cose, brevissimi tempi, eppure di una grandiosità impareggiabile.
Non parliamo di eventi, di azioni, di situazioni, ma di emozioni.
La squisitezza delle emozioni, quando sono talmente forti da non poterle misurare, ci sconquassa, ci fa tremare, ci induce a volerne ancora: è una dipendenza, è proprio come se l’organismo non potesse più vivere senza; allora le andiamo a cercare, viaggiamo su mille strade pur di ritrovare quella sensazione che ci ha resi così vivi.
Piano piano la maturità si fa concreta, migliora, muta il nostro spirito ed allora cominciamo a capire e la consapevolezza ci avvolge nel suo abbraccio confortante.
Tutto ciò per scrivere di Marianna Odoguardi che, oltre ad essere una splendida sportiva, è anche una meravigliosa scrittrice, a dimostrazione di come una giovane ragazza possa avere in sé valori profondi e grandissima sensibilità, virtù innate che si sono cementate nel tempo.
Appassionata di scrittura, riesce ad esprimere attraverso i suoi pensieri tutti quelli che sono i suoi sentimenti, quelle che sono le sue emozioni e lo fa con una delicatezza rara.
Durante il periodo del lockdown, questo suo amore l’ha portata ad “immortalare”, ancora di più, ciò che sentiva nel cuore su un foglio che diventa voce, vibra nell’animo e giunge negli angoli più reconditi del nostro essere interiore.
Marianna è una ragazza molto determinata, indipendente e forte, ma nello stesso tempo è anche estremamente sensibile, dolce e romantica e spesso ciò le permette di esternare tutto quello che sente attraverso i suoi scritti.
Il grande artista Renoir diceva:”Se immersi nel silenzio si sente squillare il campanello, si ha l’impressione che il rumore sia più stridente di quanto lo sia in realtà. Io cerco di far vibrare un
colore in modo intenso come se il rumore del campanello risuonasse in mezzo al silenzio”.
Ebbene, rapportando questo pensiero alla poesia, possiamo dire che Marianna Odoguardi riesce a far vibrare le sue parole in mezzo al silenzio.
Ogni suo scritto racchiude in sé sentimenti profondi e si proiettano verso l’infinito.
Una scrittura, la sua, che è fonte di anelanti speranze ad altezze spirituali, sogno e canto, aspirazione
verso l’alto, attesa d’immensità mai vedute.
Tra l’assordante fracasso del mondo moderno il battere del cuore, la voce dell’anima, essenza
umana e divina, non mendace, non illusoria.
Marianna mette amore in tutte le sue azioni ed i suoi pensieri sono come la spiritualizzazione
della sua esperienza ricca di tesori di bontà.
In una società superficiale, dove anche un semplice gesto, una delicatezza, una parola diventano quasi optionals inutili, il modo d’essere di Marianna diventa una vera oasi, perché è la dimostrazione di come ancora possono esistere i sentimenti veri.
Quando abbiamo avuto modo di leggere, per la prima volta, i suoi pensieri, ci siamo resi conto immediatamente che le emozioni che trasparivano dalle sue parole appartenevano ad un retaggio emozionale fuori dal comune.
Marianna è innamorata della luce. Le sue “sensazioni” sono tutte conto le tenebre dell’anima. C’è desiderio di luce per illuminare la mente e il cuore.
La realtà prosaica che è diversa dai sogni non intristisce la scrittrice, ma accresce i suoi sogni di purezza e di luce.
Ha nostalgia di vivere con la sete della bontà, ha nostalgia di mondi migliori.
Ecco uno degli scritti di questa splendida scrittrice: “Spero possiate leggermi, ascoltandovi.
Riguardo quelle foto, quei ricordi, sembrano così vividi e nello stesso momento così lontani.
M’immagino seduta sullo sgabello di un bar a bere un caffè e questa immagine mi sembra inenarrabile. Ho fatto molte cose nella mia vita. Ho viaggiato molto, visitando e scoprendo posti meravigliosi. Assaporando pietanze, sentendo odori e vedendo colori nuovi. Ho conosciuto gente, tanta gente. Persone che pensandoci l’attimo prima di incontrarle non avresti mai pensato di poterci condividere qualcosa, invece poi si sono meritate un posto nella tua vita.
Ho agito sempre con l’istinto, non negando niente alla mia anima di vivere.
Ho tanti ricordi custoditi dentro il bagaglio della mia memoria.
Aprire adesso questo bagaglio fa paura.
Come se ogni ricordo fosse così lontano da poter raggiungere nuovamente un domani.
Ho paura di vedere lo spazio vuoto che c’è nel mio bagaglio e non poterlo colmare.
Chi avrebbe mai immaginato che per uno spirito libero come me sarebbe arrivato il momento di frenarsi e fermarsi a sospirare.
Mangiavo il mio tempo a bocconi grandi e veloci, affamata sempre di più di altro tempo che non avevo a disposizione. Avrei avuto bisogno di giornate infinite, per sentirmi sempre più sazia.
Il tempo era quello, quello che vivevano tutti ed io dovevo farmelo bastare.
Qualche volta ammetto di averlo perso quel tempo inutilmente, dietro a cose che non mi portavano da nessuna parte. Ma chi di noi non ha mai perso il proprio tempo in qualcosa che poi si è rivelato inutile?
Però sono contenta, perché ho sempre fatto tutto ciò che ho desiderato della mia vita.
Senza costrizioni, senza limiti, senza obblighi. Sempre inseguendo la mia anima e la mia volontà.
Ed ora? Ora sono qui immobile, rievoco il mio passato e mi scappa un sorriso.
Tornerò a mangiarmi la vita, tornerò più affamata di prima.
Non avrei mai immaginato di provare tanta nostalgia ad un ricordo banale, tipo prendere un caffè.
Quanto straordinario è prendere un caffè al bar? Magari con un raggio di sole che punta proprio il tuo tavolo e ti scalda il viso mentre la tua amica fidata di fianco a te sorride e ti racconta come le è andata la giornata.
Non avrei mai immaginato di provare tanta nostalgia per un momento così apparentemente banale.
Ora siamo tutti qui, fermi. Costretti a vivere un tempo infinito e uguale. Un tempo non produttivo da un certo punto di vista. Eppure il più produttivo di tutti i tempi.
Questo è il nostro tempo.
Il tempo per capire.
Il tempo delle rivelazioni. Ognuno avrà la sua.
Il silenzio a volte fa paura. Ora il silenzio ci parla, fortissimo. È quasi assordante. E fa paura il doppio.
Quante cose ci son saltate fuori in questo periodo? Quanti scheletri nell’armadio che avevamo nascosto per bene son saltate fuori piene di polvere?
Non c’era mai il tempo per capire davvero, la vita ci scorreva troppo velocemente quindi tante e tante cose.. quelle più scomode… le rimandavamo cercando di nasconderle sempre più lontano.
La sera, quando ti mettevi a letto ci pensavi? Tanto non c’era tempo. Bisognava riposare per affrontare il giorno seguente. Tutto veniva rinviato a domani. Un domani lungo una vita, un domani che non sarebbe mai arrivato credevamo.
Invece eccolo qui il domani, il tempo che serviva a tutti per capire, per accettare anche cose scomode del nostro essere. Il tempo per vedere tutte le nostre fragilità ma anche quello per capire l’importanza delle piccolezze.
Riscoprire le cose semplici che a volte sono le più belle.
Riscoprire noi stesse… che a volte siam meglio acqua e sapone senza trucco, senza inganno… senza la paura di dover nascondere dietro un correttore le nostre fragilità ma con gli occhi piccoli e liberi di poter dire “Ho bisogno di te”.
“ Ho bisogno di te” perché sola non ce la faccio più.
“Ho bisogno” di un abbraccio, forte.. per sentirmi protetta.
“Ho bisogno” della semplicità, di vedere i fiori sbocciare e poterli toccare, di vedere l’alba e poterne sentire il profumo, di aprire il cancello di casa e sentirti nuovamente libera senza paura.
Quando finirà tutto questo non dimentichiamo, non lasciamoci nuovamente ingoiare dal tempo e dalle futilità. Mettiamo in pratica ciò che abbiamo e stiamo imparando faticosamente . Mettiamo in pratica l’umanità, perché a tratti c’era sfuggita di mano”.
Uno scritto struggente, che ci permette di comprendere il senso vero delle cose nel momento in cui tutto sembra sfuggirci di mano.
Queste parole denotano tutta la sensibilità dell’autrice che, in un periodo storico particolarmente
delicato e difficile per tutto il mondo, ha sentito impellente il desiderio di esternare tutto quello che il suo cuore gridava con forza.
“Il ruolo di uno scrittore è dire quello che non riusciamo a dire” (Anaïs Nin).
Marianna Odoguardi, in alcuni frangenti della sua giovane vita, ha fatto su di sé un grande lavoro di introspezione, scrivendo tutto quello che il suo animo esprimeva e che in quei momenti necessitava di essere “fotografato”nello scrigno dei ricordi.
Sentimenti importanti come l’amore vero, l’amicizia sincera, gli affetti disinteressati, il lavoro sono soltanto alcuni dei tanti che questa giovane donna ha custoditi come perla preziosa ed è bellissimo poter vedere come riesca a far riappropriare di quelle emozioni mai sopìte negli animi sensibili.
La scrittura di Marianna è come una mano generosa che versa speranza, balsamo per gli affanni, che sollecita bisogno di elevazione verso idealità morali, contro le malattie dello spirito.
Ci sono persone che non capiranno mai la bellezza di un tramonto o di un fiore che sboccia, ma non per questo i poeti e gli scrittori saranno tristi. Ma saranno felici soltanto all’idea che qualcuno, un giorno, leggendo un loro scritto scopriranno le sue stesse sensazioni, le sue stesse emozioni.
Questo è quanto auguriamo a Marianna, affinchè i suoi pensieri possano essere un insegnamento e possano suscitare sentimenti forti in quanti avranno la gioia di leggerli.
La sua scrittura fiorisce e si dilata verso la prima, vera luce, quella dei primi albori del mondo, quella della idealità, dei sentimenti veri, puliti e profondi.
RAFFAELE BURGO