Trebisacce-08/04/2023: Pasqua di Resurrezione, rinascita e salvezza degli uomini ( di Pino Cozzo)

Pasqua di Resurrezione, rinascita e salvezza degli uomini

di Pino Cozzo

 

Contemplando Gesù nella grandezza dell’Eucaristia, iniziamo a vederLo meglio nella povertà di coloro che ci circondano, a comprendere con i discepoli di Emmaus la connessione, l’unicità del pane spezzato, con le sofferenze del Corpo martoriato del Calvario. Il Mistero della Redenzione si fa presente nella manifestazione dell’Amore pieno ed assoluto. Nei momenti di intima contemplazione, anche i nostri cuori “ardono in noi” al punto da esclamare “Rimani in mezzo a noi, Signore!”, e Lui si manifesta insuperabile in grandezza, irresistibile in potenza, grandioso nella sua assolutezza. Questo grande mistero, iniziato con l’Incarnazione e compiuto sul Calvario, ha rivelato un Dio che, in Gesù, aveva tanta sete dell’uomo da prendere tutti i peccati su di sé, la nostra povertà, il nostro abbandono, le nostre sofferenze, la nostra schiavitù e la nostra morte. Tutto l’abisso delle miserie è simbolizzato nella nostra umana fame e sete che Lui ha assunto in Sé al punto di spingerci alla nostra voglia di riscatto. La cosa più straordinaria di tutto ciò è la Sua compassione continua, perché Gesù ha ancora sete, non si limita ad osservare le sofferenze dell’uomo, o a venire in suo aiuto, ma Lui stesso penetra in questa miseria, prendendola su di sé e soffre e vive negli altri e per gli altri. Avendo salvato l’umanità con il Suo sangue, Egli ha portato a compimento la missione che il Padre Gli aveva affidato: la nostra resurrezione. Ma più che essere una conclusione della Suo compito, ha così segnato un inizio più grande. Proprio la sera del giorno della Risurrezione, Gesù, in mezzo ai Dodici proclamò il dono che Egli stava per donare al mondo attraverso loro consacrandoli con il Suo Spirito, quello che aveva ricevuto dal Padre: la forza della fede che ci unisce a Lui, la forza della speranza che abita nella certezza della vittoria del bene, la forza dell’amore che non indietreggia di fronte a nulla, ma che ci fa prossimo dell’altro, per raggiungere l’unico e Sommo Amore: possedere la forza della sincerità che ci ripari dalle false apparenze, la forza della purezza, che domini istinti e passioni illusori e passeggeri, la forza della fedeltà che ci consenta di passare indenni attraverso le lotte e manifesti l’attaccamento al Signore. La Risurrezione di Cristo è un richiamo forte e accorato all’apostolato: essere cioè luce e portare luce agli altri. Noi siamo certi che Lui sia davvero risorto, e allora, dobbiamo essere gioiosi, assumere un comportamento conforme alla Sua volontà, gridare al mondo la Sua salvezza e farci Suoi imitatori. Cristo, mediante la sua incarnazione, la sua vita di lavoro, la sua predicazione e i suoi miracoli, la sua Morte in croce e la sua Risurrezione, ha rappresentato il centro della creazione, il Primogenito e il Signore di ogni creatura. La nostra missione di cristiani è dunque quella di proclamare la regalità di Cristo, annunciandola con le nostre parole e con le nostre opere. Il Signore vuole che i suoi fedeli raggiungano ogni angolo della terra, li vuole in mezzo al mondo, nelle occupazioni terrene, li vuole Suoi collaboratori. Come cristiani, dunque, dobbiamo portare Cristo in tutti gli ambienti in cui operiamo: negli uffici, nelle fabbriche, nelle scuole, nei campi, nei negozi, e negli ambienti educativi e ricreativi, negli ospedali, nella cultura e nello spettacolo, nelle strade. Tutto ciò è possibile per noi, se ci lasciamo guidare docilmente dalla parola e dal richiamo del Signore, perché abbiamo come esempio la croce sulla quale Egli si è lasciato morire, per dimostrarci che è quello l’esempio da imitare per chi vuole essere suo fratello. E’ sempre il Signore che dà la forza per affrontare tutto. Per affrontare la giornata, per superare le tentazioni, le prove, il dolore, Egli ha reso storicamente forti diversi personaggi: Mosè, che ha guidato il suo popolo, Davide, che ha sconfitto Golia, San Paolo, che ha annunciato la sua salvezza, nonostante le minacce che sono sfociate nella morte. Dobbiamo, dunque, lottare con il Signore e per il Signore con le armi della fede. Anche se il cielo incombesse su di noi, non avremmo paura. Ad ogni nostro dubbio, dobbiamo ripetere: Credo, Signore, aumenta la mia fede, amo, Signore, aumenta il mio amore, spero, Signore, aumenta la mia speranza. Non è facile avere la forza d’animo. Pietro, scoraggiato dagli avvenimenti della cattura di Gesù, lo rinnega. Ma poi gli dice: Tu sei il Cristo, il figlio del Dio vivente.