Trebisacce- 31/07/2023: L’associazione “Età Serena” propone Dante / Giusy Madeo recita il primo canto dell’Inferno

Trebisacce: 31/07/2023

L’associazione “Età Serena” propone Dante

Giusy Madeo recita il primo canto dell’Inferno

 

L’associazione “Età Serena”, presieduta da Tonino Granato, ha realizzato, la scorsa domenica 30 luglio, in Piazza della Repubblica, l’evento culturale su Dante Alighieri, presente all’interno del programma estate 2023-Borgo Marinaro. Applausi sentiti e corali ha ricevuto Giusy Madeo, già docente di Italiano e Latino, presso il Liceo di Trebisacce, oggi in pensione, ma con la passione nel cuore per il Teatro, la poesia e la letteratura. Giusy Madeo non legge La Divina Commedia, l’ha letta chissà quante volte che oggi la recita a memoria. E agli intervenuti per assistere alla sua performance la Prof.ssa Giusy ha offerto un piatto ricco di Cultura e Memoria con contorno di Poesie da lei scritte e una dedicata al suo Dante e canzoni anche sulla vita. A supportarla nella complessa esibizione le musiche del Maestro chitarrista Daniele Dramisino (Docente presso Accademia musicale “Gustav Mahler),  Jessica Troilo nel ruolo di Beatrice, Gianluca Cataldi nel ruolo di Virgilio e quello di Antonio Latronico nelle vesti di Dante. Più di due ore di spettacolo di Giusy Madeo senza nemmeno bere un po’ d’acqua e questo comportamento la dice lunga sulla sua grande passione per Dante e si immedesima così tanto nel suo ruolo che ogni parola scritta da Dante acquista alto valore e ne vuole spiegare il significato per dare a tutti i presenti l’opportunità di comprendere meglio il pensiero del Sommo. Nel racconto-lezione sul primo canto dell’Inferno, Giusy Madeo, ha parlato del pellegrinaggio dello stesso autore, Dante Alighieri, attraverso l’Inferno. Il privilegio di questo viaggio gli è stato dato da Dio. In questo primo canto incontra la sua prima guida: Virgilio, che simboleggia la Ragione che aiuta Dante a svegliarsi dal sonno del peccato. Difatti-continua Giusy-nel primo Canto dell’Inferno Dante illustra: La situazione iniziale: la perdita della «diritta via», con il conseguente smarrimento nella selva del peccato, e l’inizio del viaggio redentore in compagnia di una guida, Virgilio, emblema della ragione. La missione del poeta, ha anche spiegato Madeo: Attraverso la commedia Dante vuole mostrare a tutti gli uomini una via da seguire. Nelle tre cantiche egli rappresenta i continui progressi di caduta,  e salvezza umana. Il viaggio dell’oltretomba si pone come una missione voluta dal cielo. Per la struttura dell’opera il canto I dell’Inferno,  funge da proemio di tutta l’opera ed è strutturato su tre livelli temporali: Tempo passato: Dante nel ruolo di personaggio-pellegrino intraprende questo straordinario viaggio nell’oltretomba; Tempo presente: Dante autore che narra questa esperienza; Tempo futuro: per la riflessione sull’esperienza vissuta e della narrazione. Questi tre livelli temporali hanno tutti in comune il protagonista, ovvero il poeta fiorentino Dante Alighieri, che mantiene tutte le caratteristiche biografiche e psicologiche dell’uomo che ha vissuto in un determinato contesto storico e culturale e con determinate esperienze artistiche e morali. Il linguaggio usato è quello del simbolismo medievale, privo di preoccupazioni di coerenza narrativa e di corrispondenza realistica. Il linguaggio allegorico consente di passare da una cosa singola a un concetto più ampio e universale: la lupa ad esempio può rappresentare una tentazione per Dante, ma l’ostacolo morale che causa la rovina di uomini e paesi.
L’orizzonte si allarga così all’umanità intera o più specificamente alla realtà storico-politica nota a Dante e presente alla sua riflessione, in cui sceglierà Virgilio come personaggio-simbolo: egli rappresenta nella cultura medievale la voce più alta, per elevatezza stilistica e profondità del messaggio. Per lo  spazio: Perché Dante si ritrovi in una selva e dove essa si possa collocare nella realtà non è molto importante, quel che interessa è cosa simboleggia: la dimensione oscura e intricata dello spirito in cui si è persa la luce della verità e la guida della ragione. L’azione poi si sposta sul pendio desertico che conduce al colle, la cui cima è illuminata dal sole. Per il tempo: Nel mezzo del cammin di nostra vita vuol dire a trentacinque anni, quando un uomo si trova nel pieno dell’età; si riteneva infatti che la durata media dell’esistenza fosse di settanta anni. Quindi l’autore nato nel 1265, l’inizio del viaggio si colloca nel 1300. Compare una determinazione temporale: è l’alba di una giornata di primavera, quando il sole si trova in Ariete. Un’angoscia mortale attanaglia l’uomo-Dante: nel pieno della maturità gli accade di sentirsi sbalzato in un mondo dai contorni stravolti, in cui domina la notte dell’anima. La selva oscura incombe ancora sul capo del pellegrino. Le forze stanno per abbandonare Dante: l’uomo, solo con le sue angosce, crollerebbe se la voce della ragione, sebbene debole per essere stata troppo a lungo silenziosa, non si mostrasse nella figura del poeta Virgilio, accorso in suo aiuto. E si potrebbe continuare con il racconto, ma è giunto il momento di aprirci ad una sana riflessione e Giusy Madeo ha compiuto diligentemente la sua Mission Culturale.

Franco Lofrano