Trebisacce-02/08/2023: DIALETTO COME VOCE DEL CUORE

                          

       DIALETTO COME VOCE DEL CUORE

 

Il dialetto nasce dentro, è lingua dell’intimità, dell’habitat, “coscienza terrosa” di un popolo, sta all’individuo parlante come la radice all’albero; nasce nella zolla, si nutre nell’humus, si fonde nella pianta stessa. E’, insomma, l’anima di un popolo” (Marcello D’Orta).

Abbiamo sempre pensato che parlare o scrivere di persone umili, che hanno dedicato la propria vita al duro lavoro, vivendo la propria vita nel rispetto di quelli che sono i valori tradizionali, sia non soltanto giusto, ma estremamente importante, in quanto si omaggiano uomini e donne che, con modestia e senza strombazzamenti speciosi, cercando di mantenere vivi, nel loro piccolo, princìpi e sentimenti ormai disgregati dalla superficialità e dalla corsa frenetica verso l’effimero.

Ormai da qualche tempo, Giovannino De Giovanni, per tutti Giovanni, si impegna quotidianamente nella pubblicazione di aforismi, massime e proverbi dialettali, suscitando in tutti non soltanto ilarità per alcune espressioni simpatiche, ma anche spunti di riflessioni ed emozioni per ricordi di un tempo ormai passato.

Di certo, la sua umiltà lo fa restare con i piedi ben piantati per terra, nel senso che non pretende di scrivere il dialetto trebisaccese nel modo più ortodosso, così come tanti illustri dialettologi , però cerca sempre di porre l’accento sul “cuore” e lo fa con semplicità, tanto che la lettura dei suoi scritti riesce sempre ad essere compreso da tutti e ciò è l’intento di Giovanni: quello di essere compreso, al di là della perfezione linguistica e della scrittura perfetta della espressione dialettale.

Quando il dialetto viene capito e lascia qualcosa in chi legge, allora vuol dire che lo scopo dell’autore è stato raggiunto.

Alcuni dei suoi ultimi scritti fanno chiudere gli occhi ai veri trebisaccesi ed è come se su uno schermo cinematografico scorressero immagini del passato, ripercorrendo a ritroso la storia dei vicoli del Centro Storico e riaffiorano volti, suoni, profumi, emozioni mai sopìte.

Il dialetto è come una lingua che abbia il privilegio di possedere espressioni che le altre lingue non conoscono; e possa quindi rivelarci il segreto di una parte di realtà che rimarrebbe, senza di esso, misteriosa e celata.

Il sogno di Giovanni sarebbe quello di poter pubblicare un libricino che possa raccogliere tutti i suoi scritti che, senza pretese, stanno riscuotendo notevole successo tra quanti hanno la bontà di leggerli.

Riesce con spontaneità a passare dal proverbio o dal “detto” che trasmette ilarità, a qualcosa di molto più profondo, come ad esempio il pensiero dedicato alla sua cara mamma, un ricordo semplice ma struggente, che denota l’animo nobile e sensibile di Giovanni.

Gli auguriamo di poter realizzare questo suo desiderio e chiudiamo con un pensiero di Confucio:” L’umiltà è il solido fondamento di tutte le virtù”.

Questo figlio del nostro Alto Jonio non ha pretese, ma con modestia vuole trasmettere un messaggio importante, che è quello di non dimenticare mai il dialetto, la vera voce del cuore di ognuno di noi.

RAFFAELE BURGO

 

 

 

Espressioni locali, la maggior parte delle quali ancora in uso, alcune conosciute di meno, ma facenti parte del retaggio culturale della nostra Trebisacce.

Tra il serio ed il faceto, Giovanni cerca di far sopravvivere il dialetto trebisaccese, attraverso espressioni  che fanno parte di un atavico patrimonio.

Tutto ciò appartiene ai costumi, alla lingua, alla storia, alle tradizioni al vissuto di tutti noi.