Racconto a cura di Carmela Manfredi
Ph Mimmo Greco
Domenica 24 settembre l’
Associazione “Le Città Visibili” ha compiuto, con un gruppo di soci numeroso ed entusiasta, una splendida visita a Rocca Imperiale. Il percorso ha coinciso, in parte, con la prima tappa del
Cammino Basiliano: Rocca Imperiale/Nocara (referente di zona Emanuele Pisarra), facendo una bella passeggiata in uno dei borghi più belli d’Italia.
Accolti da Vincenzo Di Matteo, guida storica del borgo, e da Francesco Cincinnato, della Fidem @Artem APS, i partecipanti sono stati condotti, con sapiente regia, attraverso un dedalo di tortuose stradine da cui si potevano ammirare incredibili panorami sulla costa inondata dal sole. L’assessore alla cultura, Sabrina Favale, ha voluto essere presente, per un cordiale benvenuto, prima che la passeggiata avesse inizio. Abbiamo costeggiato il simbolo della cittadina, l’imponente Castello federiciano, la cui origine risale al 1225 circa, voluto da Federico II per motivi di controllo del territorio, al confine con la Basilicata, e come punto di sosta per la Corte in transito e per l’attività venatoria. Più volte rimaneggiato, è appartenuto, nel tempo, allo stato di Oriolo, ai principi di Salerno, ai Carafa, ai Raimondi, ai Crivelli.
Dal 1989 è di proprietà del Comune di Rocca Imperiale. Attualmente in restauro, sarà presto di nuovo visitabile. E, dopo aver resistito per secoli ad orde di pirati di ogni risma, dovrà arrendersi alla pacifica invasione di visitatori, momentaneamente in stand by. Il paese conta molte chiese, alcune le abbiamo visitate sono delle minuscole cappelle, fatte edificare dalle famiglie di notabili locali. Ad un certo punto ci troviamo di fronte la parrocchia di Santa Maria Assunta, risalente al sec. XIII.
La facciata è un vero colpo d’occhio, con il suo bel campanile e la torre dell’orologio. All’interno, un polittico del ‘600, nell’abside. Sul primo altare della navata sinistra si può ammirare un venerato Crocifisso ligneo, anch’esso risalente al ‘600.
La guida Vincenzo Di Matteo ci incuriosisce con i suoi quiz sulle statue presenti nelle chiese, facendoci notare i loro elementi caratterizzanti che, da soli, non avremmo mai scovato. Francesco Cincinnnato ci illustra la bella chiesa annessa al Monastero dei Frati Osservanti, che presenta una grande cupola e tracce di affreschi suggestivi, sopravvissuti all’incuria del tempo. Lungo il percorso, colpiscono la nostra attenzione dei riquadri in ceramica, con disegni decorativi, sui quali si possono leggere alcune poesie. Si tratta di opere di poeti italiani e stranieri, di brani di canzoni. Mi colpisce quello che ha scritto Pupi Avati, dopo aver girato, proprio a Rocca Imperiale, “Le nozze di Laura”, ispirato alle Nozze di Cana. La vicenda è ambientata in un’azienda agricola coltivata a limoni. Avati scrive, appunto, del “giardino spinoso di limoni” e della “sacralità misteriosa di quel luogo di zampilli di acqua benedetta”. Sensazioni provate anche dal nostro gruppo, nel visitare la rigogliosa azienda agricola Di Leo. Il proprietario ci ha illustrato l’uso dei macchinari presenti nei capannoni e i processi di trasformazione dei profumatissimi limoni IGP, che costituiscono un vanto per la cittadina. Nessuno ha resistito all’acquisto di marmellate e frutti appena raccolti, dal profumo inebriante. Un’altra tappa nel centro storico di Rocca Imperiale è stata la bottega dei “Limoni di Leo” dove Maria Carmela Bellino ci ha illustrato i prodotti in vendita: i magneti in ceramica di Grottaglie, limoncello, pasta al limone e tanto altro ancora. Il pranzo si è svolto a “La forgia del gusto”, nei pressi del suggestivo Monastero dei Frati Osservanti, in un locale noto per i numerosi piatti a base di carni pregiate. Il rientro a casa è stato decorato da incredibili nubi e rinfrescato da una pioggia intermittente.