Dal 26 settembre al 1 ottobre, il Museo delle Cere di Rocca Imperiale ha aperto le sue porte per una straordinaria celebrazione dedicata ai Santi Medici, un evento che ha attirato visitatori da ogni parte d’Italia. Questa iniziativa unica ha permesso ai partecipanti di esplorare gratuitamente le suggestive statue in cera esposte nel museo e ricevere, in omaggio, la tipica “Cullura” (un pane intrecciato tradizionale) e un piccolo portachiavi.
La “Cullura” è stata scelta come omaggio per commemorare un antico e affascinante rituale: le donne di Rocca Imperiale, in passato, andavano a Taranto per venerare i Santi Medici e, al loro ritorno, portavano con sé questo speciale pane intrecciato tipico. Per gli abitanti di Rocca Imperiale, questa tradizione era un vero e proprio tesoro poiché in quei tempi il pane comune era il casereccio, preparato in casa da tutte le donne del paese.
L’evento è stato inaugurato dal meccanico Francesco Oriolo (per gli amici ed i compaesani “Ciccio”), scelto come simbolo e ricordo di un miracolo eseguito dai Santi Medici a Rocca Imperiale (Vedi “EVENTO MIRACOLOSO”). Questo gesto ha ulteriormente sottolineato l’importanza degli eventi religiosi nella vita della comunità e ha contribuito a creare un’atmosfera di unità e gratitudine tra i partecipanti.
Le statue in cera esposte nel Museo delle Cere sono l’incarnazione di questo antico legame tra i Santi Medici e Rocca Imperiale. Realizzate con cura e dettaglio straordinario, le statue hanno attirato l’attenzione dei visitatori che si sono soffermati a contemplarle e a scattare fotografie in loro compagnia. Ogni statua racconta una storia e cattura l’immaginazione, creando una connessione speciale tra il presente e il passato della comunità.
Il Direttore del Museo delle Cere (M° Giuseppe Tufaro) e il suo staff hanno ricevuto numerosi complimenti dai visitatori che hanno elogiato l’organizzazione e l’ospitalità dell’evento. Questa Festa dei Santi Medici ha dimostrato ancora una volta quanto il patrimonio culturale e religioso possa unire le comunità creando momenti speciali di riflessione e condivisione.
L’evento è stato un successo straordinario dimostrando che la storia e la tradizione hanno un posto centrale nel cuore di Rocca Imperiale e continuano a ispirare e unire le persone. La Festa dei Santi Medici al Museo delle Cere rimarrà senz’altro un ricordo prezioso per tutti coloro che hanno avuto la fortuna di partecipare e di condividere questa esperienza unica.
L’ EVENTO MIRACOLOSO avvenne a Rocca Imperiale Marina il 2 gennaio 1973 presso l’officina del barone Ing. Lucio Toscani dove lavoravano: il capo/maestro meccanico Generoso Simeone, i meccanici Rocco Bellino, Nicola Truncellito ed i ragazzi apprendisti Biagio Tufaro e Novellino Truncellito. I due ragazzi si spostarono in una casa accanto l’officina per accendere il fuoco nel camino per poi pranzare con i maestri meccanici. Trovandosi in difficoltà nell’accendere il fuoco con della legna umida a causa della pioggia, pensarono di versare della benzina su di essa. Così facendo le fiamme si alimentarono improvvisamente (probabilmente a causa di un po’ di brace ardente nascosta sotto la cenere) e si spostarono anche sul bidone di plastica contenente la benzina che era nelle loro mani. I ragazzi, spaventandosi, d’istinto “lanciarono” il bidone spargendo la benzina per l’intera stanza che di conseguenza fu avvolta dalle fiamme. I maestri meccanici, vedendo il fumo uscire dalla porta d’ingresso, accorsero e attutendo le fiamme con dei cappotti e dei sacchi di iuta, tirarono fuori dalla stanza i due ragazzi seriamente ustionati (soprattutto sui visi e sulle spalle). Furono portati dal medico Dott. Annibale Cosentino che era dermatologo (ma sino ad allora nessuno ne era a conoscenza) e che subito applicò le giuste cure (i due ragazzi dopo molti mesi di cure, miracolosamente guarirono totalmente dalle profonde ustioni). I maestri, al loro rientro dal soccorso dei ragazzi, in quella stanza trovarono bruciati tavoli, armadi, calendari e quadri appesi, i muri anneriti. Solamente UNA STAMPA SU CARTA (23cm x 33cm) rimase intatta: quella RAFFIGURANTE I SANTI MEDICI che sicuramente aveva appeso su quel muro la madre di Biagio Tufaro (nonché madre del Dir. del Museo) in quanto molto devota e che puntualmente, ogni 26 settembre, si recava a Taranto assieme alle sorelle Italia e Maria e all’amica Rosa Santo per venerare i Santi Medici. Inoltre, nella stanza/magazzino adiacente a quella in cui si generò l’incendio, erano custoditi: molti “siluri” (3 pacchi da 20 siluri sigillati ed altri sfusi) al tempo utilizzati e sparati in cielo dai contadini per allontanare le nuvole grandinose dai vigneti, fitofarmaci per l’agricoltura e sacchi di zolfo (prodotti altamente infiammabili). I maestri meccanici, al loro rientro, trovarono anche la porta di questa stanza bruciata e i segni del carbone e della cenere delle fiamme (che si erano spente da sole) a pochi centimetri dai pacchi che contenevano i siluri. Se le fiamme si fossero propagate anche in questa stanza/magazzino sarebbe stata devastata l’intera Rocca Imperiale e anche i paesi viciniori avrebbero avuto gravi conseguenze (si consideri che i siluri erano progettati per raggiungere le nuvole situate a più di 2Km d’altezza dalla terra). V’è da evidenziare, inoltre, che i maestri meccanici, nel soccorrere i ragazzi, lasciarono le fiamme libere a se stesse (non v’erano pompieri o altre persone che cercavano di spegnere le fiamme in quanto anche zona poco abitata) e dunque viene da pensare che furono proprio i Santi Medici Cosma e Damiano a fermarle.
Giuseppe Tufaro